Riapre il “Museo dell’Arte Salvata”, in mostra “I nuovi recuperi”, capolavori che tornano a far parte del nostro patrimonio

di Nica FIORI

Brandelli di corpi freddi sui lastroni degli obitori”.

Con questa provocatoria affermazione del critico d’arte francese Robert de La Sizeranne, che in Les prisons de l’art (1899) paragonava le opere d’arte nei musei a cadaveri, Edith Gabrielli, Direttrice del ViVe (Vittoriano e Palazzo Venezia) e Direttrice ad interim del Museo Nazionale Romano, ha iniziato il suo intervento di presentazione della riapertura del Museo dell’Arte Salvata, che ha sede nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano (edificio del Museo Nazionale Romano, già utilizzato nel passato come Planetario), a significare che un museo non deve essere una prigione dell’arte, ma un luogo vivo, perché l’opera d’arte ha una sua vitalità, una sua condizione esistenziale legata al luogo per cui è stata creata. Il suo intento, pertanto, è di rispondere in modo contrario a quello paventato da La Sizeranne, afferma la Gabrielli, perché il Museo dell’Arte Salvata “deve restituire senso alle opere recuperate, deve reintrodurre le opere nel presente”.

1 Aula Ottagona, particolare della volta

Alla cerimonia di riapertura (26 giugno 2025), sono intervenuti, oltre a Edith Gabrielli, il Capo Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale Alfonsina Russo, il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Generale di Divisione Francesco Gargaro, il Capo Dipartimento per la Tutela del Patrimonio Culturale e del Paesaggio Luigi La Rocca e altri importanti rappresentanti della Stato.

2_Museo dell’Arte Salvata; da dx Alfonsina Russo, Edith Gabrielli, Francesco Gargaro, Luigi La Rocca (ph F Di Benedetto)
Il Museo dell’Arte Salvata torna a nuova vita per dare la possibilità al pubblico più ampio possibile di godere di quello straordinario patrimonio culturale che era stato sottratto alla Nazione e ora, finalmente recuperato, è destinato a tornare nei luoghi di origine per restituire alle comunità il frutto più alto di chi le ha precedute: il genio creativo espresso dalle civiltà fiorite in un territorio. Ringrazio tutte le istituzioni coinvolte, a partire dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, che con il loro operato hanno permesso e continuano a permettere tutto questo”,

ha dichiarato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli.

Il museo, che era stato inaugurato nel 2022, è stato rimesso a nuovo, dopo un restauro effettuato dall’Istituto Centrale per il Restauro, con un nuovo allestimento progettato per garantire il ricambio delle teche e dei pannelli didattici, visto che vengono esposte solo temporaneamente opere che verranno poi restituite ai loro luoghi di provenienza. L’attuale mostra “Nuovi recuperi” presenta oltre 100 reperti archeologici di varie civiltà, recuperati e rimpatriati dagli Stati Uniti d’America e da diversi Paesi europei tra il 2022 e il 2025 dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), impegnato in operazioni contro il traffico illecito di opere d’arte, illegalmente trasportate e vendute all’estero, per lo più dopo scavi clandestini. Le opere recuperate negli ultimi tre anni sono state in realtà 1300, ma sono in mostra quelle di maggior valore.

3_Allestimento del museo

Oltre a esporre le opere salvate, il museo nasce con l’intento di raccontare le diverse vicissitudini dei capolavori che sono ritornati a far parte del patrimonio di un paese come il nostro, le cui ricchezze archeologiche hanno attirato e continuano ad attirare collezionisti di tutto il mondo, disposti a sborsare ingenti somme per averli. Alcune opere, in realtà, non sono di provenienza italiana, ma sono state sequestrate a cittadini italiani che ne erano entrati in possesso a vario titolo e saranno riconsegnate a paesi stranieri, quali l’Egitto, l’Iraq e la Siria. Altre opere ancora sono state portate in salvo da luoghi che hanno subito eventi catastrofici, come nel caso del terremoto che ha colpito Amatrice e Accumoli.

Le opere di maggior impatto visivo sono tre urne cinerarie etrusche, provenienti dal territorio di Città della Pieve e recuperate nel 2024.

4 Urna etrusca da Città della Pieve

Due di esse, realizzate in alabastro gessato, presentano sulla facciata della cassa due scene mitiche e, adagiate sul coperchio, le sculture di due donne. Queste due aristocratiche, vissute nel III secolo a.C., si sono fatte riprodurre con i loro monili d’oro, dei riccioli civettuoli all’altezza delle orecchie e le labbra rosse che richiamano la vita, più che la morte (si sono conservati in parte i pigmenti e la foglia d’oro dei gioielli). Il loro riposo eterno e di altri componenti della famiglia PULFNA è stato interrotto bruscamente da uno scavo clandestino, ma per fortuna i carabinieri del TPC sono intervenuti e hanno potuto salvare il contenuto di un intero ipogeo.

Pure di ambito etrusco sono delle lastre dipinte in terracotta, provenienti da Cerveteri, che fanno parte delle opere rimpatriate da New York (USA), dopo essere state identificate come appartenenti alla medesima serie sequestrata a Ginevra nell’operazione “Antiche dimore” del 2014, grazie al patrimonio informativo acquisito dal Comando TPC mediante le sue investigazioni.

5_Lastre dipinte ceretane

Sempre da New York sono stati rimpatriati in Italia due mani in lamina bronzea del VII secolo a.C., ascrivibili all’area di Vulci, numerosi vasi attici provenienti verosimilmente dall’Etruria, una bellissima Venere in alabastro semitrasparente con due fanciulli (probabilmente Eros e Anteros) di provenienza sconosciuta del I-II secolo d.C.:

6_Mani in lamina bronzea vulcensi
7_Venere in alabastro semitrasparente con due fanciulli

inoltre, una serie di 4 oscilla (elementi di arredo da giardino) in marmo di provenienza sconosciuta, con belle scene dionisiache, un ritratto di Gordiano III (III secolo d.C.), pure di provenienza sconosciuta.

8_Oscilla in marmo

Tra le opere restituite dalle case d’asta di New York si distinguono per la loro pregevole lavorazione anche due armature in bronzo e alcuni elmi da parata, trafugati da scavi illegali nelle necropoli magno-greche e immessi nella rete clandestina del traffico internazionale.

Tra le opere recuperate con la collaborazione della Polizia estera (nell’ambito dell’operazione “Fenice”, condotta nel 2023 in Belgio insieme alla Magistratura e alla Polizia giudiziaria di Bruxelles) vi è una statuetta bronzea di un togato maturo, dalla pronunciata calvizie, con un’iscrizione dedicatoria in etrusco. La scultura, fotografata insieme a un’altra statua di togato, recuperata nel dicembre 2007 dal Comando del TPC, è stata stilisticamente avvicinata a uno dei bronzi recentemente rinvenuti nel santuario del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni.

Un’opera che attira la nostra attenzione è un’antefissa fittile raffigurante la Potnia-Theron, una divinità che potremmo tradurre come “Signora degli animali”. L’opera era stata rinvenuta nel corso di scavi scientifici presso il santuario di Colle della Noce di Ardea, trafugata dai depositi dell’allora Soprintendenza Archeologica del Lazio e immessa nel mercato antiquario clandestino.

Individuata nel 2013 presso l’Israel Museum di Gerusalemme a seguito di indagini coordinate dalla Procura di Roma, nel 2022 è stata rimpatriata grazie a un accordo culturale stipulato con il Ministero della Cultura. Stranamente l’opera è stata inserita nella stessa teca di opere egizie (in particolare una testa del dio Amon e numerose statuine di ushebti) e orientali che devono essere restituite ai loro paesi, mentre in questo caso l’opera è del territorio di Ardea (Roma).

9_Potnia-Theron da Ardea
10_Urna in alabastro cotognino da Ciampino

Pure al 2022 risale il recupero di un’urna in prezioso alabastro cotognino nell’ambito dell’operazione “Luxuria in marmoribus”.

L’urna, documentata dall’archeologo Giovanni M. De Rossi negli anni ‘70 del Novecento nel descrivere un complesso funerario nel territorio di Ciampino, risultava dispersa ma, essendo ricomparsa sul mercato antiquario, è stata riconosciuta ed è stato possibile risalire alla tomba di provenienza, dove nel sopralluogo congiunto del TPC con la Soprintendenza per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, è stato rinvenuto il piede.

11_Vaso apulo restituito da Kiel

Come spiegato in mostra, le attività investigative sono di vario tipo. Molte vengono condotte tramite la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, che ha permesso, tra le altre cose, nel 2023 l’identificazione di un’epigrafe funeraria appartenente alla gens Calpurnia, trafugata nel dopoguerra da Villa Celimontana. Attraverso fotografie di manufatti in argento sono stati individuati alcuni manufatti del III secolo a.C. appartenenti al celebre Tesoro di Morgantina, in Sicilia.

Grazie agli accordi siglati tra il MiC e diversi musei europei e statunitensi, è stato possibile nel 2023 ottenere la restituzione di quattro ceramiche di produzione apula dall’Antikensammlung Kunsthalle della Christian Albrechts Universität di Kiel (Germania).

Tra le opere recuperate nel 2025 figurano anche alcune consegnate spontaneamente da privati, tra cui una statuina bronzea di Iside-Afrodite (I-II secolo d.C.), una statuetta in terracotta policroma raffigurante Afrodite inginocchiata tra due conchiglie, probabilmente proveniente dall’Italia meridionale (II-III secolo a.C.) e un gruppo di danzatrici del II secolo a.C., pure di probabile provenienza meridionale, una testata di letto in bronzo di età ellenistica e una serie di maschere teatrali del I secolo d.C.

12_Vetrina con opere restituite spontaneamente
13_Venere tra due conchiglie
14_Maschera teatrale

Queste restituzioni spontanee sono state fatte, probabilmente, sulla scia delle restituzioni da parte di musei stranieri, sollecitate dal TPC, e dei sequestri di beni archeologici di provenienza illecita, e testimoniano che qualcosa sta cambiando nella mentalità dei cittadini.

Gran parte di questo cambiamento di tendenza è merito di un museo come questo e, proprio per favorirne la visita, il museo sarà a ingresso gratuito fino al 31 agosto (da martedì a domenica, ore 9.30-19) e dopo rientrerà nel biglietto del Museo Nazionale Romano.

Nica FIORI Roma 29 Giugno 2024