“Prequeen” al Teatro Anfitrione il post femminismo nella vicenda di quattro donne tra finzione e realtà.

di Marco FIORAMANTI

“PREQUEEN. PERSONE CHE INTERPRETANO ATTRICI CHE INTERPRETANO PERSONAGGI”

TEATRO ANFITRIONE | ROMA

PREQUEEN

di Maria Mancini e Alessandra Picinelli

con Maria Mancini Federica Mesiti Priscilla Micol Marino Camilla Petrocelli

regia Luca Gaeta

 

GOLD SAVE THE QUEEN

“Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia?”

Peter Handke (Il cielo sopra Berlino, Wim Wenders 1987)

Tre attrici si ritrovano, venti anni dopo il loro grande successo, insieme sul set.

Serena Gavina (strepitosa Maria Mancini) è una boomer alcoolizzata sulla via del tramonto, sola e disperata; Rossella Ponte (Priscilla Micol Marino, meravigliosamente sfacciata), perno dialettico con il gruppo, è la femminista distratta dagli amori femminili e, pur di continuare a recitare, diventa animatrice nelle feste dei bambini; Aurora Barbero (Federica Mesiti, ottima ed elegante nei gesti e nella forma) è una millennium, sposata con prole, puntuale e preparata.

Protagoniste dello spettacolo teatrale Regine di Carta, il trio dovrà lavorare al sequel di una popolarissima serie televisiva anni Novanta (tipo Sex and the City) – incentrata sui ruoli di giovani donne single, indipendenti e in carriera – dal titolo Il sesso e la città eterna (20 anni dopo).

Alle tre esperte protagoniste si aggiunge un’attrice di generazione Z, Elettra Loy (brava e convincente Camilla Petrocelli) giovane influencer, figlia dell’i-phone e dei social network, avvenente, “cinica e materialista”, che vive ogni opportunità di mettersi in mostra per calcare le luci della ribalta.

“Cosa accade quando la vita ci mette davanti dopo tanti anni qualcosa che nella vita stessa ci ha cambiati?”

Da questa domanda è partito il regista, Luca Gaeta, per tessere una raffinata trama che vede realtà e finzione intrecciarsi a più riprese.

Le quattro donne rappresentano generazioni a confronto, interpretano ruoli di altrettante attrici le quali, nel loro iter drammaturgico, escono dal personaggio per entrare nei panni della loro vita privata. Tempus fugit. Emergono per ognuna di loro i cambiamenti, fuoriesce la spontaneità, l’ironia, le fragilità e soprattutto il valore, unico e fondamentale, dell’autenticità.

Molti gli applausi nei cambi scena e dopo ogni monologo. Le foto fuori scena, in bianco/nero, sono di Tina Tripodo, frutto di un progetto legato alla sfacciataggine e al coté glamour della rappresentazione.

Marco FIORAMANTI  Roma  19 Aprile 2025