di Claudio LISTANTI
Per la Da Vinci Classics un’altra pubblicazione discografica di grande interesse dedicata al pianoforte di Ottorino Respighi con l’interpretazione di Pietro Beltrani.

Il nome di Ottorino Respighi suggerisce ai più, anche agli appassionati con una certa esperienza di ascolto, la figura di un musicista esclusivamente dedicato al genere sinfonico. Un punto di vista che è chiaramente conseguenza delle particolari doti di orchestratore del musicista bolognese che, ricordiamo, fu allievo al Conservatorio di Bologna di Giuseppe Martucci, forse il più importante ‘sinfonista’ italiano della seconda metà dell’800 fino ai prima del ‘900. Inoltre in Respighi è molto significativa l’esperienza musicale maturata dopo l’incontro in Russia con Nikolai Rimskij-Korsakov, esperienza che consentì al musicista di completare la sua particolare dote di orchestratore.
Inoltre Respighi fu anche esponente di quel rinnovamento italiano che lo vide protagonista nel primo terzo del ‘900 assieme ad altri illustri colleghi come Ildebrando Pizzetti, Gian Francesco Malipiero e Alfredo Casella.
Uno dei vertici raggiuntai da Respighi in quel periodo fu la composizione de La Fiamma, la sua opera lirica forse più importante, il cui spunto teatrale e romantico, seppur tacciato di wagnerismo da parte di una certa parte della critica, nel complesso dimostra una particolare propensione allo sviluppo drammatico e ad una certa unitarietà di insieme che ha consentito a La Fiamma di essere una struttura intensa e coinvolgente nel campo del teatro per musica.
A questo vanno aggiunti i grandi poemi sinfonici: I pini di Roma, le fontane di Roma, Vetrate di Chiesa e Feste Romane, molti dei quali sono entrati nel repertorio di diversi grandi direttori d’orchestra dall’epoca di Respighi fino ai giorni nostri. Ciò può essere considerato come un ‘imprimatur’ per il valore musicale intrinseco di questi capolavori ma ha avuto, però, la controindicazione di aver messo in secondo piano le composizioni pianistiche del compositore bolognese.
Questo Cd propone una serie di opere pianistiche di Respighi ed è utile per integrare la conoscenza dell’arte compositiva del musicista, un genere che, comunque, nel catalogo respighiano occupa una cospicua porzione dimostrando di integrare e rafforzare la sua poetica musicale.

Come evidenziato nelle brillanti note accluse al cd, redatte dallo studioso Maurizio Scardovi, Fondatore e Direttore Artistico del Respighi Festival Bologna istituito nel 2022, le opere pianistiche di Respighi, pur essendo trascurate, sono di grande valore musicale e ci aiutano a completare la comprensione della sua personalità artistica. Nonostante Respighi fosse un autodidatta del pianoforte, essendo principalmente eccellente violinista virtuoso, questo fatto non gli impedì di studiare il pianoforte, come dice Scardovi “spesso in segreto”, per coltivare quell’amore per lo strumento che dimostrò di avere fin da piccolo grazie anche all’insegnamento del padre Giuseppe apprezzato pianista ed insegante. Tutto ciò consentì a Respighi di acquisire una importante tecnica pianistica la cui intensità si riverbera con una certa evidenza nelle composizioni scelte per questo Cd di nuova pubblicazione.
Le opere per pianoforte di Respighi furono molto apprezzate all’epoca come dimostra il fatto che un interprete di caratura mondiale come Walter Gieseking, colpito dalla scrittura pianistica del compositore, durante una tournée negli Stati Uniti nel 1926 fu protagonista di una esecuzione del Concerto in modo misolidio.
Per quanto riguarda i brani inseriti nel Cd il pianista Pietro Beltrani ci sembra abbia fatto una scelta ottimale per porre all’attenzione dell’ascoltatore le peculiarità del Respighi compositore per pianoforte. I brani proposti si basano su due punti fermi, i Sei Pezzi per pianoforte P44 posti all’inizio e la Sonata in La minore P16 in conclusione. Sono i due pilastri fondamentali sui quali si basa il contenuto del Cd.
I sei pezzi, scritti nel 1905, sono sei brevi brani di carattere cameristico e squisitamente salottiero come il Valse caressante, un affascinante Tempo di valzer che richiama lo stile francese seguito da un brano di stile italiano, un Canone in tempo lento molto affascinante. Poi un brano nel quale si riverbera lo stile ‘impressionista’ dell’epoca come evoca il romantico e sognante Notturno a cui si contrappone l’eleganza di un Minuetto in sol maggiore che precede uno Studio caratterizzato da un vorticoso Presto che evoca tecnica e reminiscenze chopiniane per concludere poi con un imponente Andante calmo per un Intermezzo-Serenata delicato e appassionato.
Nella Sonata in fa minore P16 sono chiari i riferimenti alla giovinezza di Respighi. Composta a 18 anni, nel 1897, secondo una parte della critica evidenti sono i riferimenti a Giuseppe Martucci, l’insegnante che ha influenzato non poco l’arte compositiva di Respighi che qui si traducono in un incisivo Allegro iniziale al quale fa da contraltare il secondo movimento, un Lento dalla chiara e incontestabile cantabilità che sfocia poi nell’Allegretto finale nella quale si possono scorgere i fremiti tardo romantici di fine ottocento.
Questi i due estremi della proposta discografica che conglobano altre composizioni. Innanzitutto Tre preludi sopra melodie gregoriane un breve ciclo pianistico per pianoforte scritto a Capri nel 1919. A proposito di questa composizione la moglie Elsa ricorda nella sua biografia che questa composizione:
“… rispecchia lo stato d’animo di Respighi in quel periodo: gioiosa meraviglia di una rivelazione (la scoperta del gregoriano) e insieme mistica esaltazione di un profondo senso religioso”.
Per comprendere l’importanza di questi tre preludi c’è da mettere in evidenza che Respighi ricavò, sette anni dopo, una altra celebre composizione sinfonica, poco prima citata, Vetrate di chiesa, la cui prima esecuzione si tenne a Boston il 25 febbraio 1927, diretta da Sergej Kusevitzkij. A concludere il disco due brani del 1896, del diciassettenne Respighi, Andante in fa maggiore per pianoforte P6 e Andante in re maggiore per pianoforte P7 composizioni in un certo senso ‘gemelle’ in quanto all’atmosfera sognante che li pervade e tre preludi, il primo in re minore, e due in si bemolle minore. Tutti brani poco conosciuti questi ultimi ma che ci aiutano ad avere di Respighi un punto di osservazione più completo ed esaustivo.
Per quanto riguarda l’esecuzione a Pietro Beltrani va dato innanzitutto il merito della scelta dei brani pianistici che consentono a noi spettatori di frequentare un repertorio veramente poco usuale facendoci comprendere però il loro valore. Questo grazie anche alla sua interpretazione attenta e curata in ogni particolare, piena di sentimento e di slanci emotivi, che conferma la stima e gli apprezzamenti che riceve a livello nazionale e internazionale, lusinghieri per un pianista ancora giovane (classe 1989) risultato protagonista in numerosi concerti che lo hanno portato anche, nel 2019, alla prestigiosa ribalta della Carnegie Hall di New York.
Ottorino Respighi
Piano Works
Pietro Beltrani pianoforte
Da Vinci Classics
C00995
Claudio LISTANTI Roma 22 Giugno 2025