Nuova vita alla Cripta di San Giovanni in Monterrone- Chiesa di Santa Maria de Idris. Altra importante iniziativa dei Rigoni di Asiago

di Eleonora PERSICHETTI

Un ponte tra la natura di Asiago e il cuore di Matera

Dopo aver sostenuto, nel 2015, l’intervento di recupero dellAtrio dei Gesuiti di Palazzo di Brera a Milano, nel 2016/2017, il restauro della statua di San Teodoro a Palazzo Ducale a Venezia e, nel 2018, quello della fontana “Venezia sposa il mare”, nel cortile di Palazzo Venezia a Roma, l’impresa veneta Rigoni di Asiago continua il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio artistico italiano con un progetto che riguarderà la Cripta di San Giovanni in Monterrone, all’interno della Chiesa di Santa Maria de Idris di Matera.

Chiesa di Santa Maria de Idris

L’iniziativa, promossa da Fondaco Italia, viene presentata oggi, nella prestigiosa Sala degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile della città lucana.

L’intervento di restauro è particolarmente significativo non solo per il valore storico e artistico dell’opera, ma anche perché avviene nel cuore della Città dei Sassi, Capitale Europea della Cultura 2019.

Per questo Rigoni di Asiago ha aderito con particolare slancio al progetto, proseguendo così un percorso partito anni fa. L’azienda riconosce nell’arte gli stessi valori che, da quasi un secolo, permeano lo spirito d’impresa: il recupero delle tradizioni, il gusto per la ricerca, la maestria di creare e produrre qualità.

“Con questa azione di Responsabilità Sociale d’Impresa – ha detto Andrea Rigoni, Presidente e Amministratore delegato Rigoni di Asiago – vogliamo contribuire a valorizzare un luogo di estrema bellezza, una realtà unica al mondo quale Matera, che oggi vive un passaggio importantissimo per il suo sviluppo. Sono orgoglioso di condividere questo momento, proprio in un periodo in cui anche la mia azienda sta iniziando una nuova fase di innovazione. Il mio auspicio è che le logiche imprenditoriali unite a quelle della cultura possano tradursi in reciproca forza. Desidero ringraziare, dunque, l’Arcidiocesi di Matera-Irsina, la Soprintendenza della Basilicata e Fondaco Italia per aver reso possibile la nostra partecipazione, dandoci l’opportunità di consolidare il nostro rapporto con l’arte, la cultura e la formazione in una città ricca di storia e spiritualità”.
“La quarta tappa di questo nostro progetto, intitolato “La natura nel cuore di …”,che abbiamo iniziato nel 2015, partendo da Milano per passare a Venezia e Roma fino ad arrivare oggi a Matera, conferma che la collaborazione fra realtà aziendale e patrimonio culturale è in grado di offrire grandi opportunità e stimoli. Ci ha entusiasmato, quest’anno, in particolare, l’idea di poter contribuire alla rinascita di un pezzetto della terza città più antica al mondo, dopo Aleppo e Gerico che, da secoli, è espressione di un perfetto connubio tra natura e il saper fare dell’uomo”.
“Durante questo percorso a Matera, che si chiuderà a settembre 2019, avremo modo di sviluppare diverse iniziative, in collaborazione con l’Arcidiocesi e le Istituzioni cittadine. Posso anticipare, tra le altre, “Le Merende Rigoni di Asiago”, che avranno l’obiettivo di portare le famiglie a vivere naturalmente l’arte in questo luogo splendido”.

La Pantone Restauri ha illustrato tutte le fasi necessarie. Gli affreschi della Cripta di San Giovanni in Monterrone si presentano in un mediocre stato di conservazione, presentando diversi cicli pittorici sovrapposti che non permettono una facile lettura al visitatore a causa anche delle numerose manutenzioni che sono state fatte nel tempo.

Cripta

I livelli più recenti, dipinti ad affresco, presentano incisioni, come ad esempio l’affresco raffigurante San Girolamo, eseguite per far attecchire al meglio l’intonaco preparatorio.

I dipinti murali presentano vistose lacune e fessurazioni e la superficie è opalescente a causa dei sali cristallizzati sotto strati protettivi ossidati. A questi degradi si aggiunge la presenza di una patina biologica tipica degli ambienti ipogei, che a seconda delle stagioni mostra differenti cromie.

L’intervento di restauro consisterà innanzitutto in una prima fase di mappatura grafica e fotografica e di esecuzione di indagini diagnostiche, per approfondire la conoscenza dello stato conservativo, delle tecniche esecutive, per stabilire i differenti periodi dei cicli pittorici, e individuare i materiali adoperati nei vari interventi effettuati.

Una volta neutralizzata la patina biologica, verrà eseguita la messa in sicurezza degli affreschi, in modo da consolidare l’adesione e la coesione del substrato pittorico e degli intonaci. Successivamente si procederà alla pulitura per riportare alla luce le cromie originali, offuscate dalla presenza di depositi superficiali di varia natura.

La metodologia di pulitura sarà perfezionata dopo l’esecuzione di saggi e con l’ausilio delle risultanze diagnostiche. Successivamente le lacune di minor entità saranno risarcite matericamente a livello degli affreschi, mentre quelle di media e grande entità sottolivello, per poi procedere con il reintegro pittorico riconoscibile.

Eleonora PERSICHETTI   Matera  marzo 2018