Mirta Carroli “Solido come l’Aria”, Roma, Associazione culturale TRAleVOLTe (Fino all’8 novembre 2024).

di Marco FIORAMANTI

Quando l’Opera è l’Ombra

Lo spazio magico di TraLeVolte a san Giovanni, nella sua tradizione ventennale, ci ha abituato a molte perle rare dell’arte contemporanea.

Una grande operazione alchemica, questa mostra di Mirta Carroli da poco inaugurata – curata da Giulia Del Papa – che ha sorpreso gli astanti già dal superamento della porta d’ingresso. Al centro della sala, vibra infatti nell’aria una installazione che Alexander Calder ci ha abituato a chiamare “mobiles”, oggetti appesi al soffitto, in equilibrio, sospesi nello spazio. Il titolo è Solido come l’Aria. Provo a descriverlo. Una massa metallica lamellare nera, ondeggiante, si libera orizzontalmente in cinque lamelle che si trasformano poi nelle loro omologhe di stoffa rossa.

 “Solido come l’aria”, mobiles
Solido come l’aria” (particolare)

Queste scorrono all’interno del profilo di un triangolo rettangolo per cadere, a gravità, a pochi centimetri dal terreno, restando in sospensione su bobine circolari. L’opera acquista il suo completo significato proprio grazie alla doppia ombra proiettata sia sul muro sia su una grande superficie in seta bianca (ben visibile nel dettaglio dallo scatto con l’artista realizzato da Carlo Maria Causati, ndr). Ma è sulla figura del triangolo – come ha elegantemente espresso la curatrice nella presentazione della mostra – che Mirta Carroli vuole fortemente porre l’accento ricordandoci la provenienza pitagorica

la cui filosofia e rappresentazione dell’universo qui in mostra presagisce forse il punto di partenza di una futura riflessione.  Anche i colori partecipano a questo complesso di forma e materia: il rosso, il bianco e il nero intervengono qui ad amplificare e approfondire un corpo che abita lo spazio.
 Modello pitagorico dell’universo

A fare da contraltare dell’installazione tre maquette, due in acciaio corten e una in legno.

Maquette in acciaio corten
Fucinafuoco

Quest’ultimo bozzetto rimanda a una scultura, alta quattro metri e pesante 8 quintali – sempre in acciaio corten – installata presso SIC – Sculture in campo, dal titolo Fucinafuoco, che celebra ed omaggia il metodo della fusione come tecnica di realizzazione plastica e come mondo di persone e competenze che realizzano opere colossali. È il potere di una trasformazione fisica, che da secoli si attua nella sapienza e anche nella fatica di chi ne conosce i segreti.

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Mirta Carroli è nata a Brisighella (RA) nel 1949, vive e lavora tra Bologna e Milano. Dopo gli studi Artistici: Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti di Bologna, insegna Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico e Didattica dell’Arte All’Accademia di Belle Arti della stessa città. Ha iniziato ad esporre nel 1984 con numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero ed ha al suo attivo diverse sculture di grandi dimensioni.  Nel 1999 le viene conferito il Premio Marconi per la Scultura. Tra le più significative mostre collettive si possono ricordare le Biennali di scultura di Gubbio nel 1994 e nel 2005 su invito di G. Bonomi e M. Vescovo; quelle di Palazzo Massari a Ferrara nel 1994 e 1996. Espone nel 1994, 2003 e nel 2011 a New York ed è presente con una versione del menabò “Dieci nell’uno” alla XLVI Biennale d’Arte di Venezia sezione grafica. Seguono numerose mostre personali: nel 2000 alla Galleria G7 “Rilievi” e nel 2007 “Tribale” alla Galleria Plurima di Udine; nello stesso anno è presente in Cina a Shanghai con sculture ed una perfomance al Moma di Shanghai. Parallelamente lavora sullo spazio progettando numerosissime sculture di grandi dimensioni e monumenti. Nel 2008 progetta una mostra antologica nel suo paese d’origine Brisighella, per la cura di P. Bellasi e G. Bonomi. Nel 2009 è presente con numerose sculture di grande dimensione a Castello di Pergine Valsugana su invito di F. Batacchi. Tra le ultime mostre ricordiamo le collettive tenute nel Parco della Reggia di Racconigi “Scultura Internazionale a Racconigi, a cura di L. Caramel (2010); a Rimini al Castello Sismondo “ Progetto  Scultura” a cura di B. Buscaroli (2011); la mostra personale a Palazzo Schifanoia a Ferrara (2010 /2011) per la cura di A. Andreotti. Presenta nel 2012 nella Galleria G7 di Bologna la mostra personale “Del volo e del canto”. Nel Convento di S. Francesco a Bagnacavallo P. Bellasi cura una sua mostra antologica “Il tesoro dei Giganti” nel 2013.”  Nel 2004 pubblica il libro-opera “Dieci nell’uno” Editrice Eidos Mirano insieme alla poetessa M.L. Vezzali, mentre nel 2011 esce per le stampe “Forme implicite gioielli di faïences/ Unearthed Shapes faïences jewels” sempre con le poesie di M.L. Vezzali per la casa Editrice Allemandi di Torino. A Faenza in una rotonda nel 2018 erige una scultura di sette metri “Nike”, mentre nel 2020 per Parma Città della Cultura a Langhirano progetta una scultura “Seguendo il volo dei rotori” per il Sentiero dell’Arte. Nel 2022 esce la monografia “Scultura” Edizione Magonza Arezzo.

Marco FIORAMANTI Roma 22 Settembre 2024