di Carla GUIDI
“META-ANFORA” Intervento di arte urbana site specific di Ale Senso

Quest’opera dell’artista urbana Ale Senso è realizzata sopra un serbatoio antincendio, poi sul muro e pavimento intorno, compiuta nell’ambito del progetto Park-Life di PROLOGIS, con il coordinamento artistico di Enrico Sironi (Hemo) ubicazione a Roma La Rustica. Però, come si può vedere dalle foto, la metafora ed il racconto della “meta-anfora” trovano qui tutta la loro dimensione narrativa.
Il serbatoio si trova all’interno di un polo logistico in via Osvaldo Licini 12. Il polo è usato dalla Agenzia delle Entrate come archivio cartaceo, quindi non é visitabile liberamente. Però Prologis, proprietaria dell’immobile e finanziatrice dell’opera, organizzerà delle visite guidate aperte al pubblico. E’ importante rimarcare che lo stesso plesso contiene altre opere di arte urbana, anch’esse inserite nel progetto nazionale di Prologis “PARKLife”.

ALE SENSO ovvero Alessandra Odoni, è un’artista conosciuta ed amata a livello internazionale. Nata a Bergamo, ama viaggiare e le sue opere non hanno preferenze spaziali, come si deduce dalla sua biografia. Il suo percorso artistico è iniziato già durante gli anni del liceo artistico della città lombarda proprio sulla scena del Graffiti writing prima e successivamente su quella della Street art. Prosegue negli anni dell’Accademia, nell’ambito di studi incentrati sull’arte concettuale, quando sviluppa diversi progetti performativi e di arte visuale. Diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 2001 (dove nel frattempo si è trasferita) continua il suo percorso a Berlino e, attualmente, a Roma. I frequenti spostamenti in Italia ed in Europa le consentono infatti di partecipare ad eventi, convention e mostre nonché di collaborare con diverse aziende sia in ambito nazionale che internazionale. Dal 2021 si dedica all’arte pavimentale realizzando tra gli altri “Quiete“, che è stata selezionata come opera finalista alla XVII edizione dell’Arte Laguna Prize che, con i suoi 2287mq, è al momento la più grande opera mai realizzata su superficie multisport.
L’essere umano e il suo rapporto sia con la propria interiorità che con l’ambiente naturale e sociale che lo circonda, oltre ad essere l’oggetto della sua ricerca, costituiscono una sua meta-chiave stilistica, perché tutti questi aspetti sono sottoposti all’accelerazione della storia e, pertanto, richiedono una continua sperimentazione tesa a individuare tecniche pittoriche e chiavi simboliche via via diverse, in grado di adattarsi ad un presente in continua evoluzione. Immagini e notizie in dettaglio sul suo sito – https://www.alesenso.it
Tornando all’opera, questa consiste tecnicamente nella pittura di un serbatoio antincendio (286 mq) con smalti a base acquosa su lamiera zincata, pareti(177 mq) con idropitture al quarzo su muro, e sul pavimento (126mq) finitura bicomponente colorata a base di resine in dispersione acquosa su cemento. Ma quello che vorrei evidenziare in questo articolo. è l’idea originale e altamente simbolica che l’artista ha immaginato per quest’opera, sulla cui descrizione preferisco utilizzare le sue stesse parole.

L’intervento nasce dall’idea di trasformare il serbatoio antincendio in un vaso anamorfico che richiamasse lo stile “greco antico”, per raccontare in forma epica un intreccio di storie contemporanee, espressione del valore culturale degli scambi commerciali fin dalla notte dei tempi, motore di collaborazione interculturale e fattore scatenante di immense forze creative della sinergia insita nell’attività di logistica che rende possibili gli scambi stessi. Effettuando il sopraluogo ho constatato che il serbatoio è calato per circa metà della sua altezza all’interno di una fossa. Pavimentazione e muri di contenimento in cemento mi hanno da subito ispirato l’idea di creare una cornice che rafforzasse l’idea del vaso antico, simulando un ritrovamento in uno scavo archeologico. La presenza di un reale sito archeologico all’interno dello stesso complesso dove sorge il serbatoio (a poche decine di metri di distanza) nel quale sono stati ritrovati antichi vasi e olle (purtroppo non disponibili perché riposizionati nel sito prima della sua ricopertura) sostiene ulteriormente la messa in scena del meta-vaso, proiettando il manufatto artistico in qualcosa di concettualmente possibile e contestualmente connesso. E’ questo cortocircuito tra realtà, ipotesi e creatività che mi ha suggerito il titolo di Meta-Anfora. In questo gioco di rappresentazione e meta-rappresentazione non ho potuto non cogliere un’opportunità narrativa che il soggetto mi offriva. Come molti reperti archeologici anche la Meta-Anfora è “emersa dallo scavo” danneggiata, ma, per fortuna, il frammento è stato ritrovato: un frammento fisico dell’anfora rappresentata sul serbatoio, studiato come a riprodurre fedelmente la parte di disegno mancante …

L’artista ci parla anche della fase di progettazione dell’opera, poiché la superficie della meta-anfora non si può abbracciare tutta con un sol colpo d’occhio, il prospetto è stato diviso in quattro parti, due (frontale e posteriore) concentrate sul racconto e due (laterali) di raccordo geometrico e prospettico per creare la silhouette del vaso e armonizzarne la visione. Nella parte frontale superiore si vede una corteo in festa, soggetti danzanti in metamorfosi (animali, uomini o donne in maschera, dei o semidei, personaggi provenienti dalla contemporaneità) che si scambiano doni e si relazionano tra loro sotto un porticato composto da archi. La silhouette completa del vaso (un’Anphora del tipo Pithos) è visibile solamente mettendosi al centro della parte frontale o posteriore ad una distanza sufficiente per abbracciare con lo sguardo i manici laterali e il taglio dell’imboccatura.

I due manici anamorfici sono formati da figure interconnesse e semispeculari, due cigni neri e due cigni bianchi, che abbracciano il serbatoio dai “lati” a formare un mascherone di lupo dall’espressione risoluta e ipnotica. Alla fine del corteo un moderno Prometeo si allontana con due “fiaccole in mano”. Ma qui si inserisce l’affascinante “invenzione” dell’artista, una parte di questo Prometeo scompare come se l’anfora si fosse rotta e nel buco viene dipinto un suggestivo pezzo di firmamento notturno stellato, come se all’interno dell’anfora esistesse un universo parallelo.

Tale frammento ideato come un ritrovamento, viene ricostruito con un’altra simulazione archeologica; viene composto a misura in studio sopra un foglio di PVC trasparente, ricreandone una bombatura e lo spessore assemblando fogli di schiuma poliuretanica espansa, ricoprendoli in seguito con strati sottili di cemento nei quali l’artista ha annegato una rete in plastica per conferirgli una maggiore robustezza ed una certa elasticità. La superficie “esterna” viene poi stuccata e levigata per ottenere un effetto liscio e satinato, mentre la parte “interna” viene lasciata volutamente grezza. Infine ha riportato il disegno rilevato sul foglio di PVC con la tecnica a spolvero ed ha completato il dipinto con gli stessi smalti usati per il serbatoio.

Ritornando al racconto, al centro una chimera ci proietta nel mito, essere di raccordo tra un sopra e un sotto, alle sue spalle l’albero della vita fiorisce e si dirama eterno su tutto il corteo mentre nella parte inferiore le sue radici affondano in un vaso di luce che è al centro della rappresentazione di uno scambio di merci e cultura, come una sorta di portale che mai si chiuderà tra presente, passato e futuro.
8 e 9 – I particolari sui trasporti e le merci di scambio


Nella parte posteriore l’artista ha rappresentato il movimento, lo sforzo fisico, la sinergia messa in atto per spostare grosse quantità di beni via terra e via mare e che si incontrano anche questa volta al centro, in un porto. Nella parte superiore destra trova posto un centauro che trasporta un container su carro, mentre a sinistra un’imbarcazione sospinta dal vento e da vogatori per metà umani e per metà pesci trasporta un secondo container. Nella parte inferiore, nel mare solcato dall’imbarcazione, un tritone annuncia soffiando in una conchiglia l’arrivo della nave nel porto di una città industriale che si trova sulla sinistra.
https://youtu.be/AwSvh5lO8vg?si=F_w1uAGYTlNzUXbN
Carla GUIDI Roma 2 Aprile 2025
