“Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence”, il progetto Cinema e Arte per raccontare i segni della violenza domestica al tempo della pandemia

di Silvana LAZZARINO

“Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence”

Voluto dalla Fondazione in Between Art Film e  curato da Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini, Paola Ugolini il progetto presenta e divulga le proiezioni degli 8 film d’artista che dopo Roma erano in programma a Firenze, Milano e Venezia.

In seguito alle disposizioni per le misure anti Covid le proiezioni saranno in streaming on demand fino al 22 novembre.

La Fondazione in Between Art Film nata nel 2012 di cui è presidente e fondatrice Beatrice Bulgari, produttrice di lungometraggi e film d’artista e formati legati all’arte, si rivolge a artisti, cineasti e registi interessati a coniugare i linguaggi del cinema e il linguaggio dell’arte contemporanea. Dallo scorso aprile la Fondazione il cui obiettivo è  diffondere la cultura delle immagini in movimento e di sostenere gli artisti, le istituzioni e gli organismi di ricerca internazionali,  ha dato vita ad un progetto di grande respiro: ”Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence” con cui dal 15 ottobre sta portando in tour presso le principali sedi istituzionali dell’arte e del cinema 8 film d’artista dove è affrontato il tema della violenza domestica al tempo della pandemia.

Le proiezioni dopo la tappa romana (15 -31 ottobre 2020) presso gli spazi del MAXXI- Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, per il mese di novembre a causa delle necessarie misure anti Covid, nell’ambito della  XIII edizione del ”festival di cinema e arte contemporanea Lo Schermo dell’Arte” (10.-14 novembre) a Firenze   saranno presentate solo in streaming on demand, con la possibilità di visionare i film su una piattaforma dedicata sviluppata in collaborazione con Mymovies.it fino al 22 novembre 2020.

Curato da Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini, il progetto nato nell’aprile del 2020 con l’intento di mantenere in vita la sperimentazione e la ricerca artistica durante il lockdown, ha permesso a diversi artisti internazionali di confrontarsi su un tema tanto forte legato agli abusi domestici e sul loro inasprirsi nei mesi di emergenza da Covid-19.

A restituire attraverso filmati di grande forza espressiva questo stato di impotenza che ha messo in pericolo molte donne proprio a causa dell’impossibilità di uscire dalle mura domestiche e di comunicare quanto accadeva, accanto a Iván Argote (Colombia/Francia, 1983), Silvia Giambrone (Italia/Inghilterra, 1981) Eva Giolo (Belgio 1991) e Basir Mahmood (Pakistan/Paesi Bassi, 1985),  sono stati i MASBEDO (Italia, Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970), Elena Mazzi  (Italia, 1984), Adrian Paci (Albania/Italia, 1969) e Janis Rafa (Grecia, 1984).

La Fondazione In Between Art Film ha fatto riferimento per il progetto alla campagna Mascarilla 19 (Mascherina 19) lanciata dal premier spagnolo Pedro Sanchez che accogliendo l’appello del Segretario Generale dell’ONU Antonio Gutierrez, ha voluto sottolineare come vi sia stato un aumento smisurato di abusi durante la pandemia proprio perché molte donne per il lockdown, si sono ritrovate prigioniere delle mura domestiche prive della possibilità di comunicare con l’esterno. Per ovviare a questo limite è stato dato il via ad un S.O.S. segreto, una parola in codice che le vittime di violenza potevano usare con il personale di tutte le farmacie in Spagna, permettendo così l’avvio di un protocollo d’emergenza. Da qui l’idea del progetto con cui la Fondazione non solo ha voluto porre attenzione ad un tema così urgente a livello globale, ma ha scelto proprio in un momento in cui anche le produzioni artistiche erano sospese, di sostenere concretamente attività legate all’arte che fossero di interesse.

Beatrice Bulgari afferma:

Da quando è iniziata l’avventura di In Between Art Film nel 2012 ho avuto la fortuna di accompagnare nel loro percorso creativo tanti talenti che hanno arricchito e trasformato i linguaggi del video, del film, della performance e dell’installazione. Le produzioni e i progetti che abbiamo fino ad ora sostenuto hanno costituito momenti di crescita per me e per le persone che con me lavorano e ci hanno sempre di più fatto comprendere come gli artisti riescano a ridefinire continuamente la nostra comprensione della realtà. Le immagini in movimento ci emozionano, ci informano, ci scuotono e ci fanno riflettere…” e ancora È un privilegio poter contribuire alla sensibilizzazione su un argomento così drammatico come la violenza domestica attraverso la visione e lo sguardo delle artiste e degli artisti”.

Ciascun artista entro prospettive diverse nel proprio lavoro filmico volto a comporre Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence, tratta l’argomento nella sua ampiezza e urgenza. In ciascun film d’artista attraverso linguaggi e dimensioni differenti, viene restituito il modo di sentire dell’autore/artista ora sotto forma di denuncia di natura documentaristica, ora entro un’interpretazione simbolica e psicologica delle dinamiche relazionali.

Janis Rafa

Linguaggio metaforico e tensione narrativa propria del racconto cinematografico si ritrovano nelle opere di JanisRafa e del duo artistico MASBEDO dove l’ambiente domestico diventa teatro della violenza. “Lacerate” di Janis Rafa rivelando il momento successivo al dramma, intreccia l’aspetto realistico con quello onirico e simbolico nel restituire il gesto estremo di una donna che da vittima diventa carnefice.

Basir Mahmood

Al conflitto sociale, economico e di genere fa riferimento l’interpretazione di Basir Mahmood proprio a partire dai meccanismi della rappresentazione cinematografica che offre diverse possibilità. Con “Sunsets, everyday” egli presenta un metacinema della violenza distante dalla spettacolarizzazione dove si vedono stretti primi piani e piccole porzioni di corpi femminili e dove “protagonisti sono tecnici e membri della troupe sottoposti alla richiesta estenuante di ripetere la scena per 16 ore consecutive di riprese”.

Adrian Paci

Di solidarietà femminile parla Eva Giolo attraverso una frammentazione ritmica e diaristica della narrazione con “Flowers blooming in our throats” dove sono affrontati i fragili equilibri della quotidianità del contesto domestico; mentre Adrian Paci in “Vedo rosso” fa leva sul sentimento dell’isolamento fisico e psicologico ponendo quale elemento centrale della sua opera la voce al posto dell’immagine. Nell’opera di Adrian Paci l’impossibilità del racconto è definita con la rappresentazione sullo schermo di un rosso palpitante dove sono quasi assenti le immagini e in cui per alcuni istanti compaiono occhi riferiti a frammenti di ritratti filmici di rifugiate siriane. Il rosso è quello di un dito che ostruisce la telecamera del telefonino disturbando la registrazione delle immagini dell’ambiente domestico.

Elena Mazzi

Alla ricerca delle radici della violenza di genere guarda Elena Mazzi scavando nel racconto mitologico e nell’archeologia. Elena Mazzi con “Muse” guida lo spettatore nella violenza di genere attraverso la bellezza delle statue greco-romane conservate nell’Antiquarium della Domus Grimani a Venezia. Di esse vengono inquadrati particolari anatomici “gambe e corpi che si susseguono, mettendo in relazione statue maschili e femminili da diverse angolazioni, con luci naturali che tagliano gli sguardi”.  Corpi che “raccontano storie lontane, di relazioni amorose, di violenza, di mito, di saccheggio, di morte e di rinascita.”.

Iván Argote

L’abuso domestico non come fatto privato, ma nella sua dimensione pubblica è esplorato da Iván Argote, in “Espacios Seguros” dove, connettendo idealmente Parigi e Bogotà, indaga tanto l’attivismo politico quanto la normalizzazione della violenza. Egli partendo dalle scritte del collettivo di attiviste anonime “collage feminicides” dove risaltano frasi coincise e efficaci in cui è riconoscibile la violenza di genere, si sposta sul procedere dei ritmi di una città indifferente a quel dramma espresso in quelle frasi impresse nei collage.

Silvia Giambrone

La casa e la quotidianità dei gesti sono trasformati da Silvia Giambrone in un teatro di violenza a tal punto interiorizzata dalla coppia, da permearne i corpi e il linguaggio. I due protagonisti di “Domestication”, un uomo e una donna sono ripresi nello stesso ambiente, ma da soli come se fosse uno la proiezione dell’altro e gli oggetti diventano il loro legame nell’essere testimoni e strumenti della violenza “Il registro visivo è un’alternanza di ritmi ossessivi e disturbanti con dei momenti quasi onirici nonostante la credibilità dell’ambiente e dei personaggi.”.

Ci soffermiamo su “Daily Routine” dei MASBEDO duo ar

In questa opera filmica è messa in evidenza la sensazione di vuoto e solitudine vissuti dalla protagonista che pur nei gesti abitudinari e essenziali, viene ripresa come fosse spiata. La telecamera che riprende i suoi movimenti mentre quasi assuefatta fuma una sigaretta, prepara la cena, si allena sulla cyclette elettrica, diventa strumento di dominio maschile nell’ossessivo seguire ogni sua azione, come a controllare la sua quotidianità. Emerge in questa proiezione “il delirio narcisistico, l’ansia di controllo e l’espressione della violenza, attraverso la più quieta forma di oggettificazione della propria partner.” In Daily Routine l’abuso non ha bisogno di manifestarsi, esso si è sedimentato nella dinamica relazionale di coppia”.

Di seguito proponiamo le clip dei video “Sunsets, everyday” di Basir Mahmood, nato da una ricerca dell’artista dedicata al processo che genera le immagini di violenza domestica, attraverso la rappresentazione una troupe che ricrea e filma ripetutamente una scena di violenza su una donna, e “Lacerate” di Janis Rafa, che entro una dimensione simbolica racconta il gesto estremo di una donna che da vittima si trasforma in carnefice. I video saranno visibili fino al 22 novembre sul sito di Mymovies.

http://GUARDA LA CLIP DI BASIR MAHMOOD

http://GUARDA LA CLIP DI JANIS RAFA

Silvana LAZZARINO   Roma 14 novembre 2020

 Fondazione In Between Art Film

Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence

otto film d’artista al tempo della pandemia

a cura di: Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini, Paola Ugolini

Calendario delle proiezioni

Programma precedente le misure anti Covid

10-14 novembre 2020: Lo schermo dell’arte – Festival internazionale di cinema e arte contemporanea, Firenze

23 novembre 2020: Triennale Milano Teatro, Milano

1° dicembre 2020: Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia

Fondazione In Between Art Film

Tel. 0680660380

E-mail: inbetweenartfilm@gmail.com

Roma, 14 novembre 2020