L’omaggio di Brera a Valentino Vago. Esposte quaranta incisioni: “una visione della realtà tra figurazione ed astrazione” (fino al 21 dicembre)

di Silvana LAZZARINO

Oltre quaranta incisioni ad acquaforte per una ricerca artistica che restituisce una visione della realtà tra figurazione e astrazione poetica

Tra figurazione e astrazione a toccare i processi esistenziali legati all’uomo e al suo bisogno di verità su questa vita, si muove l’arte incisoria di Valentino Vago (Barlassina 1931 – Milano 2018) caratterizzata da un tratto inizialmente meticoloso e attento, per poi orientarsi ad una trasfigurazione poetica. La sua attività espositiva procede dall’Europa all’America latina e numerose le sue collaborazioni con architetti, come gli interventi in chiese italiane e straniere. Significativi a riguardo sono quelli per la chiesa di Nostra Signora del Rosario a Doha, in Qatar nel 2007 dove dipinge su 12.000 mq di superficie e per la Chiesa di San Giovanni in Laterano a Milano dove nel 2017 termina un’opera ambientale che intitola “Il mio Paradiso”.

Presso la Biblioteca dell’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano, lo scorso 24 ottobre 2018 è stata inaugurata una mostra “Incisioni (1952-1959)”, quale omaggio alla ricerca artistica di questo grande artista presentando al pubblico milanese un corpus di oltre quaranta incisioni ad acquaforte rieditate nel 2014 a partire dalle lastre originali realizzate da Valentino Vago nel corso degli anni Cinquanta.

 Ideata in collaborazione con l’Archivio Valentino Vago, l’esposizione esplora la produzione incisoria del maestro di Barlassina alla quale si è dedicato a partire dal 1951 frequentando i corsi di Benvenuto Disertori all’Accademia di Brera uno dei principali incisori italiani del primo Novecento e docente a Brera dal 1930 al 1960 e, nel 1956. Diverse e importanti le personal tra Milano, Torino, Roma, a partire dalla prima nel 1960 al Salone Annunciata di Milano con una presentazione di Guido Ballo.

Realismo e astrazione caratterizzano le opere in mostra a testimoniare la sua visione della realtà restituita trattando diversi temi dagli aspetti legati al quotidiano ai contadini intenti nel lavoro, dai paesaggi rurali a scene naturalistiche, fino ad arrivare alle composizioni astratte dove il soggetto e la forma non sono più il centro di interesse, bensì l’atto creativo di qualcosa in divenire, preludio della ricerca artistica che caratterizzerà l’opera del maestro negli anni Sessanta.  La vicenda incisoria di Vago si esaurisce nell’arco di pochi anni ma la qualità della sua ricerca e delle opere prodotte ad acquaforte è testimoniata  dalla loro presenza in prestigiose collezioni, come nel caso della Civica Raccolta Bertarelli presso il  Castello Sforzesco e la Civica Raccolta del Disegno di Salò. Se inizialmente nella sua produzione grafica il segno è maggiormente legato a caratteri accademici, ben presto se ne distacca per acquisire un tratto più fluido che restituisce all’immagine andamenti liberi in relazione allo spazio, orientato poi a seguire quella trasfigurazione poetica nel superamento dei dettagli.

Ad accompagnare la mostra è una pubblicazione (italiano e inglese), curata dall’Archivio Valentino Vago per le Edizioni Stefanoni. Si tratta di una sorta di piccolo catalogo ragionato della produzione grafica di Valentino Vago in cui unitamente ai testi di Valerio Vago, presidente dell’Archivio e ai contributi critici di Claudio Cerritelli, Elisabetta Longari e Viviana Cresseri, sono raccolte sia le riproduzioni delle opere esposte, sia la documentazione di tutte le incisioni del maestro, comprese quelle di cui sono solo state salvate le lastre originali.

di Silvana LAZZARINO

VALENTINO VAGO “INCISIONI (1952 – 1959)”

Biblioteca dell’Accademia delle Belle Arti di Brera. Via Brera, 28 – Milano. Orario: Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì 9.00 -18.00, venerdì 9.30 – 17.00, fino al 21 dicembre 2018, ingresso libero