“Le Carrousel” di Simona Gasperini, una pittura che analizza la profondità d’animo della donna.

di Carmen D’ANTONINO

SIMONA GASPERINI

Le Carrousel

“Le Carrousel” di Simona Gasperini è un mondo perpetuo e circolare, un percorso che già dispiegato all’interno dell’affascinante laboratorio “Antonella Argenti” nel cuore della Città Eterna.

È una mostra che si incentra su concetti ben precisi; il tempo, la nostalgia, i profumi, la memoria di antiche carte, le raffinate decorazioni dei tessuti, i colori, il ricordo evocato da un tendone del circo che non ha un luogo e che è alla ricerca di un nuovo tempo. Le opere sono cristallizzate in un ambiente raffinato, bloccate nel continuum temporale. Il suo è un mondo appartenente al realismo magico, caratterizzato da una visione della realtà lucida e sospesa, che suggerisce la presenza di una consistenza invisibile e metafisica. Le sue realizzazioni sono la metamorfosi di quella corrente oramai a noi molto lontana, dove vigeva il simbolismo e l’onirico.  Ci troviamo di fronte alla bellezza di Donne, fluttuanti, quasi un soffio divino, collage e assemblaggi interpretativi che tentano la rappresentazione del mistero della società contemporanea, tratti distintivi con la matita, grafite, pastello e materiali cartacei impregnati di poesie, di interpretazioni filosofiche, di elementi narranti; storie che esprimono temi dal tono delicato e drammatico. Una visione al femminile, quella della Gasperini, in cui emergono i valori plastici, una densa pittura che attinge nell’arte del XIX secolo ma anche una forte ispirazione al mondo della classicità.

Tutti gli elementi sopra menzionati entrano in contatto con il mondo di Simona Gasperini. Lei stessa afferma:

“Nelle mie opere; lo spettatore, l’artista e l’acrobata si riconoscono poiché diventano un’unica figura, quella terrena, la quale diventa narrazione e vive lo stupore di quel preciso momento”.

Il fil rouge delle Carrousel è il “Circo”, che da sempre affascina, un mondo misterioso in cui la festa diventa protagonista; quella festa tanto anelata nel nostro quotidiano e che è destinata a svanire non appena tutto termina. Cosa rimane? Solo il frammento dell’artista e di chi ha partecipato a questo stupore. Protagonista è la Donna Vascello, lei è madre terra, è un contenitore di un femminile fertile. È lei che crea l’atmosfera dando origine all’azzurro puro, colore ancestrale e stilistico che caratterizza ogni singola opera dell’artista.  Ed ecco che ritorna il “tendone”, come luogo sacro, simbolo del bello, dove l’uomo diventa uno spettatore eccentrico e temporaneo.

L’artista lavora per sottrazione come l’autrice statunitense Emily Dickinson ed è quindi fondamentale rompere lo schema frammentario e verticale, utilizzando la sua contemporaneità per dar spazio all’arte. Basti osservare le tre donne, le tre Carrousel che girano intorno a tutta l’esposizione, figure di donne importanti cadute nell’oblio, donne regali con la corona sul capo, che rappresentano la parte nobile dell’essere umano. Il percorso termina con due fasi, una, di sospensione, dove le figure degli acrobati con il rumore dei loro tamburi creano una forte suspense, l’altra, l’ultimo tassello, un muro con pezzi frammentari su uno sfondo azzurro. Sono i pezzi che rimangono della grande festa e che noi in questo momento stiamo osservando.

É la rappresentazione di un processo che inizia e che nessuno può fermare. In questo contesto la tecnica del collage è sorprendente e restituisce vita a quelle cose che apparentemente crediamo prive di valore e che invece diventano contemporanee. Prima di dar vita a questo progetto, nella testa dell’artista abitavano luoghi (come l’opera the place) e sogni, che lei stessa realizza in questo percorso espositivo. Due le opere di questo particolare ultimo percorso: Alice e I’am Live.

Alice disegna la casa, il luogo dell’abitare, attraverso la citazione “Non c’è posto migliore che la propria casa”. L’altra opera invece nella sua poesia afferma “Io sono viva e vorrei generare un’opera che qualcuno possa vedere e portare nella casa di altri”.

L’effetto estetico di tutte le sue opere d’arte fa trasparire un tratto specifico della personalità profonda dell’artista: quasi un rapporto egocentrico con la natura, il relazionarsi a sé stessa, la capacità di rapportarsi ai propri sentimenti, pensieri e volontà sentendo pensando e volendo. In tutto ciò governa una strana asimmetria fra sentimenti positivi e negativi. È questo quanto accade nel momento in cui, osservando un’opera d’arte cerchiamo soddisfazione, quale altro motivo potremmo avere per osservarla? Essa ci comunica uno stato d’animo e una moltitudine di argomenti, il modo in cui l’opera d’arte agisce, coincide con ciò che provoca.

Simona Gasperini vuole provocare tutto ciò che le è attorno, vuole spronare l’osservatore ad andare oltre, a non soffermarsi esclusivamente sull’estetica ma sul significato legato alla tecnica, alla figura, ai materiali e al sentimento. Dall’ eleganza dei suoi collage, delle sue donne fatali consapevoli del proprio peso sociale, si manifesta la profondità d’animo della donna contemporanea protagonista di un mondo giocoso e dinamico e pronta ad immedesimarsi nell’altro.

Carmen D’Antonino 29 Ottobre 2023