L’Accademia degli Humoristi, una illustre istituzione nella Roma del ‘600 con numerosi sodali di Caravaggio

di Michele FRAZZI

Caravaggio e l’Accademia degli Humoristi

La fondazione della Accademia degli Humoristi viene fatta risalire al 7 febbraio del 1600, in occasione delle nozze del suo  fondatore, Paolo Mancini, con la gentildonna Vittoria Capozzi; in questa data si riunirono per la prima volta i suoi membri a palazzo Mancini che divenne poi la loro sede. Nel 1602  questa congregazione, che inizialmente si chiamava dei Begli Humori si diede il nome definitivo di Accademia degli Humoristi ( 1 ); la ufficializzazione avvenne per il tramite di un atto firmato il 27 marzo 1608, quindi la definitiva consacrazione nel 1611 con la scelta dell’impresa e con la pubblicazione del relativo discorso celebrativo di Girolamo Aleandro.

Gli Umoristi costituirono una dalle più  importanti accademie della Roma del ‘600 e dell’intera Europa assieme a quella dei Lincei, e non pochi membri appartennero ad entrambe, ma se gli interessi della prima riguardavano le materie umanistiche la seconda aveva un carattere prevalentemente scientifico. I soggetti delle loro discussioni trattavano prevalentemente argomenti riguardanti la poesia, la storia, la musica, il teatro. Lo sviluppo di questi dibattiti in seno all’Accademia si attuava attraverso lo strumento del “discorso” pronunciato in pubblico, scelto come mezzo d’elezione per l’esposizione delle proprie tesi, e questo testimonia quanto  l’arte oratoria e della declamazione fosse ritenuta centrale nell’ambito della accademia, il che non stupisce affatto nel secolo che fece della retorica una delle sue colonne portanti.

La scelta dell’ impresa fu il passaggio conclusivo e necessario per la completa formazione di questa Accademia, tenendo conto quanto fosse ritenuta fondamentale a quell’epoca l’erudizione sull’arte del simbolo. La tradizione degli studi iconologici si snoda nella storia occidentale attraverso alcuni testi cardine come lo Hieroglyphica portati in Occidente agli inizi del ‘400 e commentati da Pietro Valeriano, gli Emblemata di Andrea Alciato di circa un secolo dopo, per passare attraverso le Imprese di Paolo Giovio ed infine ovviamente all’Iconologia del Ripa. Anche il Tasso se ne occupò in un dialogo, Il conte overo del l’imprese ( 2).

Impresa degli Humoristi

Secondo la cultura del ‘600,  l’immagine contenuta nell’impresa rappresenta la sintesi visiva del programma specifico del suo titolare, ed il motto che le si accompagna completa e spiega il significato della rappresentazione. Per comprendere appieno il significato, gli scopi, ed il programma di questa associazione appare quindi opportuno fare riferimento a quanto scritto dall’Aleandro nel  piccolo trattato  realizzato per illustrare il significato della impresa, il cui titolo è  ” Sopra l’impresa de gli accademici humoristi discorso di Girolamo Aleandro detto nella stessa Accademia l’Aggirato da lui in tre lezioni publicamente recitato, In Roma appresso Giacomo Mascardi, 1611″.

Nella impresa che fu disegnata dal Cavalier d’Arpino (3) vediamo una nuvola che sparge la pioggia sul mare. Il significato è che il sole simbolo della virtù divina trasforma l’acqua salata in vapore, cioè l’acqua imbevibile in acqua dolce e potabile, che poi di nuovo si riversa sul mondo per migliorarlo.

Come scrive l’Aleandro a pag. 39 del libretto

Con le quali  parole ci addita non pure la separazione da  costumi e studi volgari , ma  anche la salita in alto , che a Dio, ci fa avvicinare, il che, con questa impresa la accademia nostra espresso … così dicono questi accademici, che godono d’ essere detti humoristi, per amore della virtù, la quale dal volgo li separa e porge loro la forza di spargere sul mondo una dolce pioggia di nobili operazioni “.

Una ulteriore conferma viene ancora dal seguente e conclusivo pensiero dell’Aleandro che termina  il paragrafo con una frase di Orazio

Non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem Cogitat, ut speciosa dehinc miracula promat “,

evidenziando che il risultato della attività accademica degli Umoristi non si conclude nel formare una nuvola (una congregazione) che si genera per effetto della luce del sole e cioè generata dal comune amore  per la virtù, bensì  che i suoi membri devono restituire al mondo  la luce, e cioè chiari prodotti dell’ingegno frutto del loro innalzamento; questo è il significato e lo scopo del loro consesso.

Questo concetto viene ulteriormente rafforzato dal motto, ripreso da LucrezioRedit agmine dulci“, intendendo la purificazione dalle amare abitudini e costumi del mondo terreno e la restituzione della buona acqua pura delle opere:

“Sicome la Nuvola è condensata d’humorosi vapori levatisi dall’amarezza del mare, così l’Accademia de gli Humoristi è una radunanza di spiritosi ingegni , che dall’amarezza de’costumi mondani si sono separati. E sicome quella, nonostante che da luogo così amaro habbia origine , se ne ritorna con abbondanza d’acque dolci.” (pag. 8).

Il Marino, che fu esponente di spicco dell’ Accademia, riprende l’immagine dell’impresa nelle sue Dicerie sacre

Salvo se a voi, generosi Cavalieri fratelli, non mi volgessi, con tutto l’affetto pregandovi che, sicome in sì bel numero ammesso indegnamente mi avete, così vi piaccia me, nube vile et oscura, co’ possenti raggi del vostro sole sollevare in guisa che, quantunque fosco e terrestre vapore io mi sia, da essi purgato et illustrato, divenga in questo cielo un’iride di vaghi e lucidi colori dipinta. O se, per proprio valore prender non posso qualità di stella scintillante, prenda almeno (vostra mercé) forma di baleno cadente o d’altra metereologica impressione, di quelle che talvolta nelle regioni dell’aria si stampano.” (4) .

Quali sono quindi le caratteristiche necessarie per appartenere a questa Accademia?

Innanzitutto occorre dire che quando si parla di humori si vuole fare riferimento alla teoria medica galenica-ippocratica per la quale l’umore va inteso nella sua accezione latina ( humor ) e cioè sostanza liquida. In questo caso si parla dei liquidi che si trovano all’interno  del corpo umano: bile gialla, bile nera, flegma, sangue, e a seconda della prevalenza dell’uno o dell’altro umore si originano i diversi temperamenti: collerico, melanconico, flemmatico, sanguigno. Ma ascoltiamo questo argomento dalle sue parole:

Umorista è colui che  …è peccante in qualche humore. Quattro sono gli humori del nostro corpo, il collerico, il sanguigno, il flemmatico e il malinconico…  i sanguigni sono allegri, i collerici sdegnosi, i flemmatici paurosi ed oziosi, i malinconici sono tristi ma anche  pertinaci,  … Ma per ritornare donde partimmo allettato dalla dolcezza del filosofare, non ci resta che conchiudere, che  humoristi vengono comunemente appellati , coloro i quali , per la predominanza delli quattro umori, che  mentovati abbiamo , qualche azione fanno, che fuori del comune uso esser si vegga.

Quindi sono  umoristi quelle persone che in virtù della particolare azione di uno dei  loro humori,  eccellono e compiono imprese talmente fuori del comune da sembrare folli ( 5 ). Ed in effetti fra i suoi membri si contano i più brillanti uomini di lettere di quel tempo, quali  Alessandro TassoniGiovan Battista Guarini, Agostino Mascardi, Jacopo Cicognini, Girolamo Preti, Tommaso Stigliani, Antonio Bruni, Virginio Cesarini, Gian Vittorio Rossi, Ludovico Tesauro (fratello di Emanuele), Torquato Tasso ed il “re del secolo” il Marino stesso ( in Nardone ). Fra i  fondatori ed i principali promotori dell’Accademia vi furono anche Andrea Ruffetti, Marzio Milesi e Giovanni Zaratino Castellini  che erano in ottimi rapporti  con il  Caravaggio.

Questi ultimi facevano parte del circolo di amicizie di Onorio Longhi, stretto sodale del Merisi e membro anch’egli della Accademia; Onorio fu addirittura compagno di studi del Ruffetti alla Sapienza (6), tutti erano accomunati dal fatto di essere  giuristi e poeti dilettanti. Approfondendo le ricerche sui componenti della Accademia, cosa peraltro non semplice essendo i nomi dei suoi membri pubblicati in maniera frammentaria, ed il materiale riguardante gli Umoristi ancora privo di una pubblicazione organica e esaustiva, potremo trovare i nomi di altre interessanti personalità che entrarono in relazione col Merisi. In primo luogo i suoi biografi  :

-Giulio Mancini ( 7 ), Giovanni Baglione ( cfr., Nardone e Maylander), Gaspare Celio (cfr.,  Dizionario biografico Treccani alla voce Gian Vittorio Rossi detto Eritreo e Gaspare Celio).

Fra i pittori vi furono :

il Cavalier d’ Arpino , (cfr., Nardone ), Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio ( cfr., Nardone), Orazio Borgianni ( cfr., Nardone e Maylander ), Annibale Carracci che conobbe certamente  Onorio Longhi  del quale  realizzò  un ritratto, ( 8 ), Antonio Carracci (cfr., Nardone )Giovanni Lanfranco (cfr., Nardone) .

Fra i membri dell’Accademia ritroviamo poi anche molte delle famiglie nobili che  protessero il Caravaggio e furono in rapporto con lui : Alessandro Damasceni Peretti (cfr., Maylander ), cioè il cardinal Montalto che ebbe a ruolo fino al 1597 il pittore Prospero Orsi, noto come il “turcimanno del Caravaggio”; il cardinale era nipote di Camilla Peretti, di cui Pandolfo Pucci, primo protettore di Caravaggio fu il maestro di casa ( 9 ); il Principe Federico Cesi (cfr., Nardone) fondatore della Accademia dei Lincei che sposò Artemisia Sciarra Colonna, figlia di Francesco principe di Palestrina, dove si rifugiò il Caravaggio; Virginio Orsini duca di Bracciano ( 10 ), nel cui feudo è incluso Palo laziale e la sua fortezza, ultimo approdo del  Caravaggio prima della morte (11); Pompeo Colonna (cfr., Nardone ) nipote di Marzio Colonna duca di Zagarolo, che protesse il Caravaggio dopo la sua a fuga da Roma ( secondo Mancini: “di primo salto andò in Palestrina”; e Bellori : “Fuggitosene di Roma senza denari, e perseguitato ricoverò in Zagarolo nella benevolenza di D. Marzio Colonna” ); Filippo I° Colonna duca di Paliano  (cfr., Nardone), nipote di Costanza Colonna, dove si rifugiò il Caravaggio dopo la sua fuga da Roma (12 ); Berlingero Gessi Juniore (cfr., Dizionario biografico Treccani ad vocem ) nipote del cardinale Berlingiero Gessi  che assegnò al Caravaggio l’incarico della Contarelli; Cassiano dal Pozzo ( cfr., Nardone)

Caravaggio, Ritratto di Maffeo Barberini

Quindi i suoi collezionisti, che, oltre ai già citati amici, Milesi,  Ruffetti e Onorio Longhi ( 13), furono :

-Giulio Strozzi committente del ritratto di Fillide Melantoni (14), Melchiorre Crescenzi  e Francesco Crescenzi, figlio di Virgilio e nipote di Crescenzio, la famiglia che fu esecutrice testamentaria del cardinal Contarelli , inoltre il Caravaggio eseguì i ritratti di Virgilio, Melchiorre e Crescenzio ( 15 ), Maffeo Barberini  (cfr., Maylander) al quale il Caravaggio fece un ritratto e commissionò l’Isacco; il cardinale  aveva  avuto Aurelio Orsi, il fratello di Prospero come precettore Camillo Pamphilj  (cfr.,  Nardone e Alemanno), Olimpia Aldobrandini (cfr., Nardone e Alemanno), Mons. Niccolò Radulovich, nipote del committente del Caravaggio, (cfr., Nardone , Maylander e Dizionario biografico Treccani ad vocem), Ambrogio Nuti, con tutta probabilità il fratello minore di Fabio Nuti committente del Caravaggio ( 16 ), Giovan Battista Marino (cfr., Nardone) per il quale il Caravaggio secondo alcuni studiosi dipinse una Susanna ed i Vecchioni ed il suo ritratto, Camillo Massimo (cfr., Nardone ) potrebbe essere il monsignore detto” il cieco”  famoso collezionista, o il suo erede Camillo II ( Carlo ), nipote e parziale erede anche di Vincenzo Giustiniani (cfr., Dizionario biografico Treccani ad vocem) , entrambi appartenenti alla famiglia dei Massimi che commissionarono al Caravaggio l’ Ecce homo ed una Incoronazione di spine .

Anche i Vittrici ruotarono attorno alla Accademia, infatti è testimoniata la loro presenza alla nascita della Accademia degli Ordinati fondata nel 1608 da fuoriusciti humoristi dopo una spaccatura interna (17 ). Vi è inoltre da segnalare che lo scrittore Girolamo Preti era al servizio del Cardinale Carlo Emanuele Pio di Savoia (cfr., Dizionario biografico Treccani ad vocem ) collezionista del Caravaggio, che acquistò il San Giovanni Battista e la Buona ventura oggi ai Musei Capitolini.

A conti fatti quindi la Accademia degli Umoristi si rivela  come il baricentro attorno al quale ruotano molti degli amici, dei biografi, dei protettori e dei collezionisti del Caravaggio .

Un ulteriore sviluppo degli studi riguardanti il materiale relativo alla Accademia e  le sue attività porebbe  rivelarsi dunque un promettente campo di ricerca per chiarire meglio quali siano stati i suoi membri e  le relazioni che intercorrevano fra di loro e soprattutto tra questi ed il Caravaggio e quindi aggiungere nuove informazioni riguardanti la sua vita a Roma.

Mentre un approfondimento degli argomenti trattati e dell’atmosfera culturale generatasi in seno agli Umoristi potrebbe gettare nuova luce sia sul  significato,  che sulle scelte iconografiche delle sue opere mature, considerando gli importanti rapporti esistenti tra pittura e letteratura nell’epoca barocca ( 18 ) .

Michele FRAZZI   12 luglio 2020

Note

1 Florinda Nardi, “Letture” in  Accademia:  esempi  cinque-secenteschi pag. 119; Roberta Ferro , Carteggi del tardo Rinascimento , pag 185, nota 57 ;  Sybille Ebert-Schifferer,in” Dentro Caravaggio pag.287”, Kristina Hermann Fiore pag.112, Nardone pag.3
2 Sergio Bertelli, Le corti italiane del rinascimento,Milano Mondadori, 1985, pag.120-125
3 Nardone pag. 3
4 Giovan Battista Marino, Dicerie sacre, 1614 , ,introduzione, commento e testo critico a cura di Erminia Ardissino, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2014 , 320
5 Come espresso anche nel secondo articolo dell’atto fondativo della accademia, in Russo , L’Accademia degli Umoristi. Fondazione, strutture e leggi
6 F. Bologna, in Caravaggio l’ultimo tempo,Napoli,Electa, 2004 pag.20,21. Il Ruffetti ospitò il Caravaggio nella sua casa nel 1605, (in Sybille Ebert Shifferer, Amici e nemici la   rete sociale di Caravaggio)
7 C. Strinati , Caravaggio nel fondo degli edifici di culto, il doppio e la copia pag. 17, Cangemi,2017; Helen Langdon, Caravaggio: A life, pag. 196 , ;F. Bologna in Caravaggio l’ultimo tempo ,pag.21
8 Consuelo Lollobrigida; Plautilla Bricci , Cangemi editore ,Roma 2017 ,pag.57; Sybille Ebert-Shifferer amici e nemici la rete sociale di Caravaggio , in Dentro Caravaggio Pag.277-298
9 Sybille Ebert-Shifferer, Amici e nemici la rete sociale di Caravaggio , in Dentro Caravaggio Pag.277-298 . Il Cardinale ebbe due sorelle e un fratello  , la prima Felice Orsina Damasceni Peretti sposò in prime nozze Marcantonio Colonna III° duca di Paliano ( rifugio del Caravaggio dopo l’omicidio) , e in seconde nozze nel 1597 Muzio Sforza II marchese di Caravaggio figlio di Costanza Colonna; tra l’altro Ascanio, fratello di Costanza era arcivescovo di Palestrina. Flavia invece sposò Virginio Orsini duca di Bracciano, mentre il fratello Michele sposò Anna Maria Cesi cugina del fondatore dei licei Federico
10 Girolamo de Miranda, “Giovanbattista Marino, Virginio Orsini e Tommaso Melchiorri, in materiali epistolari inediti e dimenticati”, in Quaderni di italianistica,  vol XIV , n 1 1993, pag 22
11 Ebert-Shifferer Sybille , Caravaggio  The Artist and his work, pag 233 – 234 ; Marini Maurizio ,Caravaggio. Pictor praestantissimus , pag.100-101. Nel dicembre del 1609 Mancini riporta la notizia che Caravaggio pensava di ritornare a Roma.  Nel luglio del 1610 egli sbarca a Palo laziale nel feudo degli Orsini , probabilmente con la prospettiva della grazia, come riporta il Baglione: ”misesi in una feluca con alcune poche robe, per venirsene a Roma, tornando sotto la parola del Cardinal Gonzaga che col Pontefice Paolo V la sua remissione trattava”, a Palo però viene arrestato per errore dai soldati spagnoli .
12 Marini Maurizio ,Caravaggio. Pictor praestantissimus , pag.118, nota 347
13 Spezzaferro Luigi , Il testamento di Marzio Milesi: tracce per un perduto Caravaggio; Sickel L., Caravaggio e Andrea Ruffetti: la Cornicie storica di un ritratto sconosciuto; Sybille Ebert Shifferer, Amici e nemici la rete sociale di Caravaggio , in Dentro Caravaggio  277-298
14 Helen Langdon, Caravaggio: A life, pag. 196 , Sybille Ebert Shifferer, Caravaggio e la Cortigiana, pag.69
15 Sybille Ebert Shifferer, Caravaggio e la Cortigiana, pag.69, Amici e nemici la rete sociale di Caravaggio , in Dentro Caravaggio 277-298
16 in Maylander, e Francesca curti e L.Sickel pag. 84-85 in Caravaggio una vita dal vero
17 Roettgen Il cavalier Giuseppe Cesari, pag. 136
18 Per alcuni spunti di ricerca riguardanti i collegamenti tra il mondo delle accademie e i temi della pittura di Caravaggio ed i caravaggeschi : Gallo Marco , Orazio Borgianni, l’Accademia di S. Luca e l’Accademia degli Humoristi: documenti e nuove datazioni, Storia dell’arte, 76, 1992, pp. 296-345; Tamburini Elena Dietro la scena: comici, cantanti e letterati nell’Accademia romana degli Umoristi, in “Studi secenteschi”, 2009,L pag.103-112, “Commedia dell’arte”: Indagini e percorsi intorno a un’ipotesi, drammaturgia.it,2010 ; Salerno Luigi , Caravaggio nel contesto culturale italiano , in Caravaggio e il suo tempo , Napoli Electa, 1985; Laura Teza, Caravaggio e il frutto della virtù, Milano, Electa, 2013

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