“La vendita di Villa Ludovisi ? Siamo nell’ambito del ‘deja vu’. Non ci sono restrizioni possibili”.

di Fabrizio LEMME

Carissimo Direttore

rispondo alle stesse domande che Tu hai posto a Claudio Strinati ed alle quali l’illustre studioso  ha validamente risposto ( vedi https://www.aboutartonline.com/claudio-strinati-e-la-vendita-di-villa-ludovisi-attenzione-a-non-riproporre-viete-polemiche-sui-beni-culturali-che-non-debbono-essere-profanati-la-vendita-e-costituzionalmente-legittima/ ).

Sulla prima: il bene culturale appartenente a privati non può dirsi “bene comune”, come l’aria ed il sole! Esso è pertanto vendibile con determinate restrizioni, prima delle quali l’offerta allo Stato, che può esercitare il diritto di prelazione. Ove tale prelazione non sia esercitata, il contratto di vendita è perfetto e deve essere eseguito. Peraltro, il bene non può subire alterazioni o manomissioni ed il suo godimento avviene sotto lo stretto controllo della P.A., che ne cura la salvaguardia. L’acquirente può essere anche un soggetto straniero, obbligato all’osservanza della legge in virtù del principio della sua territorialità.

Al di là di questo, non vi è alcuna restrizione e non è lecito introdurre dei limiti oltre quelli posti dalla legge, in virtù del principio costituzionale di cui all’art. 23.

Quindi, in buona sostanza, con la vendita del Casino Ludovisi siamo nell’ambito del “dejà vu”.

Sulle altre: ritengo che nella sintetica risposta prima abbozzata tutto sia compreso. Ulteriori aggiunte servirebbero solo ad aumentare la confusione. Quanto al valore che si può dare ad un affresco, tenuto conto che esso costituisce un unicum e non vi sono quindi termini di confronto, siamo nel campo dell’indeterminabile. Mi sembra che sul punto, molti anni fa e proprio in riferimento al Casino Ludovisi, già si espresse, a domanda del collega Prof. Avv. Carlo Taormina, il grande Giulio Carlo Argan, che concluse nel senso prima proposto.

E non mi sembra che la pur immancabile evoluzione temporale del Diritto dei beni culturali abbia minimamente inciso su tali conclusioni.

  Fabrizio LEMME  Roma 7 novembre 2021

 Titolare in quiescenza di Diritto Penale dell’Economia nell’Università di Siena. Docente a contratto di Diritto del Patrimonio Culturale presso la Luiss di Roma

Lemme Avvocati Associati. Corso di Francia 197  00191 ROMA Tel. +3906 36307775  Fax: +3906 36303010 www.studiolemme.it