“La più significativa collezione permanente dedicata ad Andrea Pazienza” CLAP Museum (Pescara, via Nicola Fabrizi, 194)

di Marco FIORAMANTI

CLAP Museum

La più significativa collezione permanente dedicata ad Andrea Pazienza

Pescara – via Nicola Fabrizi, 194

“COS’ E PAZ!”

E ringraziate che ci sono io, che sono una moltitudine.

 Andrea Pazienza

Il C.L.A.P. Museum (Comics.Lab.Art.Pescara), nuovo polo espositivo e laboratoriale dedicato al fumetto (foto 1) – e che richiama suono e immagine nell’onomatopea dell’applauso – nasce nel 2022 e contiene circa 350 opere relative a tutta la carriera del famoso disegnatore Andrea Pazienza.

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Il palazzo che lo ospita è una struttura di originale architettura contemporanea su quattro livelli acquistata e riqualificata con un investimento di circa 3 milioni di euro dalla Fondazione Pescarabruzzo, grazie al suo presidente, Nicola Mattoscio, ideatore dell’intero progetto, che così commenta:

Il CLAP rappresenta un punto di svolta per l’intera cultura italiana. In primis perché esso custodisce un patrimonio unico, come le opere di Andrea Pazienza, l’Archivio d’artista del suo maestro Sandro Visca e la notevole presenza degli altri quattro protagonisti della controcultura vissuta nel Bel Paese, attraverso il fumetto e l’illustrazione degli anni Settanta e Ottanta: Liberatore, Scòzzari, Mattioli e Tamburini.

La mia visita della mostra in corso, compiuta il mese scorso, si sviluppa in una scala a chiocciola (foto 2)

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con sezioni speciali dedicate all’eros (foto 3).

Al primo piano il visitatore può ripercorrere l’intera produzione legata al periodo pescarese. Via via salendo troviamo esposti schizzi, bozze e disegni su carta quadrettata che anticipano il talento di colui che è destinato a trasformare il concetto del fumetto in chiave contemporanea. Oltre alla mostra permanente il CLAP Museum ha ospitato fino al 15 giugno la mostra temporanea di Lele Luzzati dal titolo “SOB! Luzzati e il mondo in frantumi”, un ciclo di ottanta disegni originali realizzati per uno spettacolo teatrale di fine anni Sessanta, con musiche di Mario Nascimbene.

4 Marcello D’Angelo

Le mie testimonianze su Pazienza risalgono a un paio di decenni fa quando conobbi Marcello D’Angelo (foto 4) – scrittore e sceneggiatore, uno dei pochissimi ad aver condiviso con “Paz” (come veniva chiamato familiarmente Andrea) l’intero percorso creativo. D’Angelo era fisicamente presente quel giorno del 1980 quando squillò il telefono e il padre di Andrea, Enrico, andò a rispondere. All’altro capo del filo una voce, come di qualcuno che avesse una pipa fra i denti, con tono imperativo, quasi di leggera sfida, disse di essere il presidente Sandro Pertini e che avrebbe voluto parlare personalmente con Andrea.

Il genitore, credendo fosse uno dei soliti scherzi degli amici, rispose infastidito: “sì, sì, e io sono Napoleone!” e riattaccò. L’equivoco fu subito chiarito dalla segreteria della Presidenza della Repubblica. Era davvero Sandro Pertini (foto 5) che aveva apprezzato la copertina de Il Male con la sua caricatura realizzata da Pazienza, e che gli sarebbe davvero piaciuto avere in regalo l’originale.

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Pertini in seguito ottenne il dono richiesto anche se l’incontro al Quirinale non avvenne mai.

“Nel ’77 scoppia a Bologna la rivolta studentesca” – prosegue a raccontarmi Marcello D’Angelo – “e Pazienza pubblica le sue tavole, si trattava de Le Straordinarie avventure di Penthotal, su ‘AlterAlter’, una rivista satirica per esordienti di qualità e politica estrema. Qui fa la conoscenza di artisti e intellettuali dell’epoca, nomi come Pier Vittorio Tondelli, Gian Ruggero Manoni, Freak Antoni. Ma è Il Male che, con l’intervento di Pazienza, permette al settimanale di satira e fumetto di scattare a 200.000 copie”.

Andrea Pazienza è nato nel 1956 a San Benedetto del Tronto, cresciuto a San Severo, nel tavoliere pugliese (“la città del mio pensiero dove prospera la vita e l’inverno è alquanto mite” scrisse Pazienza citando Ernesto Mandes) e maturato a Bologna. Nel breve corso della sua esistenza, (muore a Montepulciano a 32 anni per overdose, dovuta a un improvviso ritorno all’eroina) Pazienza da subito mostra il suo talento di enfant prodige e dal 1977 inizia la sua frenetica attività di disegnatore di personaggi cult nell’immaginario collettivo del mondo giovanile anche della generazione a lui successiva.

Pur insofferente alle scadenze editoriali, la sua generosità di instancabile produttore di idee lo porta a collaborare a molte riviste (AlterAlter, Cannibale, Il Male, Frigidaire, e poi Linus, Tango, l’Unità, Zut) (foto 6).

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Realizza inoltre copertine di dischi, firma cartelloni cinematografici (tra cui quello per La città delle donne di Fellini), videoclip e campagne pubblicitarie.

L’improvvisa popolarità della rivista satirica Il Male è il segnale e la conferma che Andrea Pazienza non sia stato solo un abile creatore e raccontatore di storie, ma soprattutto l’inventore di un nuovo linguaggio, sia grafico che narrativo, dove il senso del racconto si fa strada lentamente, scardina la chiave classica del fumetto, ne disarciona gli schemi grafici ed è quindi capace di influenzare l’intera generazione di pittori, scrittori, disegnatori e registi a lui successiva.

Alcuni, a volte, si pongono il quesito se il prodotto di un artista, lavorando nello stretto ambito del fumetto, può essere considerato arte. Il lavoro di Roy Lichtenstein, della scuderia di Leo Castelli per esempio, ha isolato e fissato su tela una singola scena di un fumetto (storico), ma erano i primi anni Sessanta e quel soggetto s’inquadrava perfettamente nella cultura pop.

Francesca Alinovi, docente al Dams di Bologna, nel 1982 ha inserito lo studente Pazienza all’interno della mostra collettiva “Registrazione di frequenze” presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna.

Per quanto si cerchi di elevare l’autore di fumetto e satira Andrea Pazienza al ruolo di artista contemporaneo e per quanto resti assoluta l’originalità delle sue tavole e dei suoi personaggi, questa trova il proprio limite nella natura collettiva – in quanto operazione largamente condivisa – della struttura/fumetto che gli ha permesso di ottenere vasti consensi.

In una videointervista su youtube Andrea Pazienza dice di sé:

Un critico di fumetti tempo fa parlò del mio lavoro dicendo che era come se io avessi a disposizione una serie di stanze e ognuna di queste contenesse un segno diverso e in effetti la cosa corrisponde a verità in quanto, a seconda delle esigenze del racconto – a seconda se questo sia una storia comica o drammatica o anche una storia angosciosa, uso per ognuna di queste storie un segno diverso, contenuto per l’appunto in qualcosa di molto simile a una stanza nella quale entro e nella quale sono già tutti gli ingredienti che mi servono a costruire una storia di questo tipo.

Marco FIORAMANTI  Roma  15 Giugno 2025