La “Pietà” di Alessandro Maganza nella chiesa dei Padri Crociferi a Vicenza.

di Francesco CARACCIOLO

All’interno della piccola chiesa di Santa Croce a Vicenza, presso contrà Santa Croce (fig. 1), è custodito sull’altare maggiore un originale autografo di Alessandro Maganza (1548-1632), ovvero del principale artista vicentino del tardo Manierismo nonché maggiore diffusore dell’iconografia sacra rinnovata durante l’epoca della Controriforma cattolica.

fig. 1- Chiesa di S. Croce, arch. Francesco Muttoni ( sec. XVIII), Vicenza

Il dipinto (fig.2), una pala d’altare dal formato arcuato di cm 250 x 150, rappresenta il Compianto sul Cristo morto (soggetto comunemente denominato la “Pietà”).

fig. 2 – A. Maganza, Compianto sul Cristo morto, Vicenza, Chiesa dei Crociferi (ora chiesa ortodossa della comunità moldava) (Dal Catalogo generale dei Beni culturali)

Ma al posto di esserci solamente due figure divine, come nella celeberrima Pietà di Michelangelo in Vaticano, la scena si presenta ricca di personaggi: il corpo senza vita di Cristo, al centro, è sorretto dai Santi Giovanni Evangelista e Maria Maddalena; alle spalle di Giovanni appare Nicodemo che regge il vaso con la mirra e l’aloe per ungere il corpo di Cristo prima della sepoltura; in alto, sempre al centro, la Madonna con le braccia aperte in segno di disperazione e accettazione allo stesso tempo; più a destra, facendo da pendant a Nicodemo, San Francesco d’Assisi in preghiera con le mani giunte. Soltanto la Vergine e il Cristo hanno il capo contornato dal nimbo dorato che diffonde la luce irradiandola agli altri personaggi presenti. In particolare, la posizione di Maria con le braccia spalancate verso l’alto ricorda l’iconografia delle oranti paleocristiane.

Questo ci fa capire innanzitutto che con l’avvento della Controriforma si agognava al ritorno della Chiesa delle origini soprattutto da parte di quelle correnti pauperistiche che osteggiavano il trionfo dell’effimero per esaltare altresì il Cattolicesimo vincitore sul Protestantesimo. In tal senso ci viene in mente il ritorno ad una Chiesa riformata e più semplice che ebbe innanzitutto tra i suoi sostenitori più accaniti persino la figura fondamentale di San Filippo Neri. Un altro particolare che desta curiosità e sospetto è la presenza di San Francesco d’Assisi in una pala d’altare dei Padri Crociferi, i quali s’insediarono a Vicenza nel sec. XII costruendo un oratorio, un ospedale e il convento grazie all’intercessione di papa Alessandro III che si adoperò fortemente perché i Padri potessero stabilirsi definitivamente a Vicenza.

È necessario evidenziare, innanzitutto, che la forma più antica di assistenza fu quella offerta dagli ospedali. Giuseppe Fabris precisa:

“Dapprima gli ospedali attesero ai pellegrini e ai poveri più che agli infermi; ebbero poi cura anche di costoro, cominciando dai lebbrosi e dagli appestati” (Cfr. G.. Fabris, Sulle origini dell’Ospitale civile di Vicenza, 1870).

Riferendoci a questo contesto, l’ospedale, tuttavia, non va inteso come luogo di cura ma piuttosto come sorta di ostello dotato di una piccola infermeria. In genere, queste strutture sono annesse ad una chiesa, spesso unica testimonianza pervenutaci. Il pellegrino che scendeva dall’alto vicentino, prima di entrare in città, trovava accoglienza nell’Ospedale dei Crociferi che venne costruito nel 1176.

fig. 3 – Anonimo veneto del ‘600, Ritratto del Venerabile Antonio Pagani, Vicenza , Coll. Ipab

Ho il sospetto che la pala provenga da un altro convento della città: il convento di San Biagio nuovo in contrà Pedemuro San Biagio, edificato dai frati minori osservanti intorno al 1520.

La mia tesi è ulteriormente rinforzata dal fatto che l’attuale chiesa di Santa Croce è stata rinnovata nel 1752 su disegno di Francesco Muttoni. Dopo la soppressione del convento dei Crociferi di Vicenza avvenuta nel 1656 per volontà di papa Alessandro VII, l’oratorio e i suoi annessi divennero proprietà delle Dimesse, la compagnia dei secolari fondata nel 1579 dal Venerabile Antonio Pagani (fig. 3), frate del convento di San Biagio nuovo. Il dipinto di Alessandro Maganza è stato eseguito forse alla fine degli anni Ottanta del Cinquecento ed è il prototipo delle successive “Pietà” realizzate dalla bottega dei Maganza fino alla prima metà del Seicento. Oggi la chiesa è sede della comunità moldava di confessione ortodossa.

Francesco CARACCIOLO  Vicenza  29 Giugno 2025

Fonti

  1. Sottani, Cento chiese, una città, 2014
  2. Cesaro, Luoghi della Carità, Storie Vicentine, n. 26, giugno 2025