di Rita RANDOLFI
Sospesi di Jacopo di Cera e Massimo Vitali.
Curata da Serena Tabacchi – attraverso immagini di grande formato, ma anche video loop e installazioni audiovisive – Sospesi di Jacopo di Cera e Massimo Vitali fa incontrare gli sguardi di due fotografi e autori contemporanei in grado di esplorare l’identità collettiva attraverso il mezzo fotografico, oscillando tra riflessione e critica sociale: un’indagine sulle trasformazioni della società italiana e sulle sue dinamiche di aggregazione, un obiettivo attraverso cui guardarsi e osservarsi.

Se a Roma il percorso espositivo ha preso forma negli spazi di Maison Bosi, in un contesto come quello di Via Margutta, storica via degli artisti, la tappa milanese si inserisce nella cornice del MIA Photo Fair, piattaforma di riferimento per la fotografia d’arte, sottolineando la vocazione del progetto a mettere in connessione e dialogo approcci e inclinazioni differenti. Jacopo Di Cera e Massimo Vitali portano così per la prima volta a Milano la loro visione di un’Italia oscillante tra passato e futuro, tra luoghi iconici e spazi vissuti, tra individualità e collettività, quotidianità ed eccezionalità.

Il concetto di sospensione, cuore del progetto, si impone nell’approccio fotografico di Jacopo Di Cera: un punto di vista dall’alto, capace di restituire un’osservazione zenitale che livella la scena e annulla le gerarchie visive, lasciando affiorare la profondità di un’Italia osservata dall’alto, come se fosse sospesa nel tempo. Un linguaggio che si confronta con la poetica immersiva di Massimo Vitali, il cui sguardo si cala nella complessità del dettaglio, catturando la densità della vita quotidiana.
Due sguardi, due modalità di osservazione che si completano e si arricchiscono a vicenda, offrendo un ritratto inaspettato di un Paese in continua evoluzione.

Nella tappa milanese, la ricerca visiva di Di Cera assume un ruolo centrale, con una selezione di immagini che rafforzano la narrazione, rendendo ancora più evidente il dialogo tra il suo punto di vista dall’alto e l’osservazione ravvicinata di Vitali. Un percorso che passa per luoghi simbolici del nostro immaginario collettivo, come Rosignano, Procida, le Dolomiti e altre località italiane dove il rapporto tra paesaggio, individuo e comunità diventa spunto di riflessione. Di Cera, attraverso la fotografia, ricrea atmosfere diverse, tra la metafisica, il surrealismo e la realtà. Le luci viste dall’alto talvolta assumono l’aspetto degli effetti speciali cinematografici, il dinamismo diviene il simbolo della vitalità e la staticità quello dell’abitudine. In Versilia sembra di respirare l’aria rarefatta dei torridi giorni estivi, dove l’individualità si dissolve in una sensazione di disagio-relax che accomuna tutti. L’italianità sospesa è il filo conduttore del progetto: un’osservazione della quotidianità che sfida i concetti di immobilità e di movimento frenetico e invita a riflettere sulle relazioni sociali, sugli spazi condivisi, sui luoghi non luoghi, sul rapporto tra individuo e contesto. La fotografia, in questo senso, non è solo una testimonianza ma anche uno strumento di analisi, capace di restituire un’immagine stratificata e sfaccettata dell’Italia contemporanea. L’approdo di Sospesi al MIA Photo Fair di Milano conferma la natura fluida e in movimento del progetto, che si propone come un format itinerante in grado di adattarsi ai diversi spazi espositivi e di dialogare con pubblici sempre nuovi.
Sospesi è stata ospitata al MIA Photo Fair di Milano, presso Superstudio Maxi in Via Tortona 27.
Rita RANDOLFI Roma 23 Marzo 2025