In mostra ad Asti il Codex Astensis: illustrazioni trecentesche della città perfettamente conservate (fino al 7 luglio)

di Eleonora PERSICHETTI

Un’occasione unica quella che offre il Comune di Asti. Fino al 7 luglio espone nel salone d’onore di Palazzo Mazzetti il Codex Astensis, il più importante documento storico della città all’interno del palazzo barocco più rappresentativo della storia astigiana, sede della Pinacoteca civica.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Asti Musei, in collaborazione con il Comune di Asti, la Soprintendenza per i beni archivistici e librari e l’Archivio storico del Comune.

Ma cos’è il Codex Astensis? È una raccolta trecentesca nota anche come Codice Malabayla, splendidamente illustrata di cronache e documenti medievali che riguardano la città di Asti dal 1065 al 135 . Si tratta di 380 carte legate in 45 fascicoli, un vero e proprio liber iurium, un libro di leggi, raccolta di diritti della città di Asti, suddiviso in cinque parti: la Cronaca di Ogerio Alfieri, i privilegi e diplomi imperiali concessi al Comune, i documenti relativi ai territori ultra Tanagrum, quelli relativi alle terre citra Tanagrum e una quinta parte contenente diversi atti e scritture.

De Insula Isola d’Asti foglio 97

Il manoscritto, in elegante e professionale minuscola cancelleresca, presenta capilettera riccamente ornati ed è corredato da 105 miniature: le prime 6 raffigurano personaggi illustri della città e dell’impero, mentre le rimanenti 99 illustrano i territori intorno alla città. Oggi conservato presso l’Archivio del Comune di Asti, è normalmente visibile solo su prenotazione.

Si possono ammirare le splendide miniature – attribuite in buona parte a Giovannino de’ Grassi, uno dei massimi esponenti del tardo gotico italiano – grazie alla proiezione su schermo delle immagini salvate su supporto digitale, strumento importantissimo a cui è ricorsa la Città nell’ottica della conservazione di un bene archivistico assai fragile. Una breve introduzione storica e artistica su 3 pannelli completa l’esposizione, raccontando anche episodi curiosi e sconosciuti come la storia stessa del Codex e del suo arrivo ad Asti grazie a Quintino Sella.

Eleonora PERSICHETTI     giugno 2019