Il Giappone dei “Maestri del mondo fluttuante” alla Galleria Elena Salomon (Torino)

redazione

La mostra propone un’interessante rassegna di opere dei più significativi maestri giapponesi dell’Ukiyoe negli anni del suo maggior splendore. Una selezione di circa cento xilografie: dalle stazioni della Tokaido di Hiroshige, alle eleganti figure femminili di Utamaro per approdare alle vedute del Fuji di Hokusai, selezionate secondo criteri di qualità e di varietà di soggetti. Una mostra che racconta l’arte dell’Ukiyoe letteralmente “immagini del mondo fluttuante”, il termine indica il periodo (tra il 1600 e il 1880) della cultura giapponese dove il gusto raffinato per l’eleganza si amalgama alla ricerca del piacere estetico, tutto rivolto a vivere il momento e a cogliere i piaceri fugaci “a fluttuare, fluttuare senza curarsi, allontanando la malinconia”.

Immagini che ancora oggi ci sorprendono con i loro canoni estetici, così come hanno sorpreso ed influenzato in maniera determinante l’arte occidentale tra la fine dell’ottocento ed i primi del novecento (impressionisti e post impressionisti). Immagini che da due secoli superano le barriere culturali e temporali grazie all’immediatezza, alla sinteticità e all’armonia delle loro forme.

HOKUSAI KATSUSHIKA, Il grande cedro sul passo di Mishima nella provincia
di kai, Koshu Mishima-goe, 1830-32.
Nishiki-e. Silografia a colori, firmato: Zen

Hokusai (Edo 1760 – 1849), il vecchio pazzo per la pittura, come lui stesso amava definirsi, è senz’altro l’artista che più entra in sintonia nella rappresentazione del rapporto dell’uomo con il mondo che lo circonda. Capolavori assoluti della sua immensa produzione sono le Trentasei vedute del Fuji, soggetto di irripetibile fascino e raffinatezza, attraverso il quale il maestro riesce a esprimere la sua profonda passione per la natura. Di questa serie, tra le opere in mostra spiccano Le gru sotto il Fuji, (n.2) superba prova, perfettamente conservata nei toni del verde e del blu e Il grande cedro (n.1) anch’essa contraddistinta da splendidi colori, in cui Hokusai inserisce due elementi attinti dalla tradizione occidentale: il senso della prospettiva e la configurazione delle nuvole. Nella rassegna vengono presentate inoltre alcune delle più belle tavole delle Cento vedute del Fuji (n. 3, 4, 5, 6).

Ma è attraverso l’arte popolare di Hokusai che la grande tradizione culturale giapponese si diffonde in occidente. I Manga, letteralmente “schizzi sparsi”, arrivarono verso la metà dell’Ottocento, grazie a prove di scarto delle sue stampe, usate al tempo come protezione per le porcellane spedite in Europa. Raccolti in quindici volumi composti da circa quattromila tavole differenti, essi rappresentano un’enciclopedia eterogenea e panoramica della vita, della storia e della civiltà del Giappone. In mostra possiamo ammirare stampe di lottatori, figure femminili, personaggi grotteschi, fiori, animali, paesaggi, particolari di templi e palazzi, in un vortice di immagini che sembrano prendere vita nella pagina. Concepiti dal maestro come semplici manuali di pittura indirizzati ad aspiranti pittori, oggi questi disegni sono considerati capolavori della storia dell’Arte.

HIROSHIGE II, Neve nella gorgia di Kiso nella provincia di Shinano,
Shinso Kiso no yuki, 1859.

Hiroshige (Edo 1797 – 1858), apprezzato per la ricchezza cromatica e la sua capacità di trasmettere il sentimento della natura è l’artista giapponese che maggiormente influenza gli impressionisti, Van Gogh e Monet in particolare. In mostra vengono presentate trenta xilografie di paesaggi non solo del maestro Hiroshige, ma anche del suo erede artistico, Hiroshige II (Edo 1826 -1869). Opere di straordinaria finezza che esaltano le bellezze paesaggistiche del Giappone come fiori, corsi d’acqua, piante e animali. La bellezza è vissuta come un momento unico e irripetibile. Figure umane e natura convivono in perfetto equilibrio con l’universo. Il continuo fluire delle cascate (n. 8), la fioritura primaverile (n. 9), le baie, le barche e i pescatori, immersi nella calma e nella quotidianità della vita del villaggio. I colori del cielo, del mare e della terra, declinati in infinite sfumature (n.7, 10, 11).

Dama che scende da una carrozza e
contempla i fiori di ciliegio, 1801-04.

Utamaro (Edo 1753 – 1806), terzo grande pittore presente in mostra, è l’artista che meglio interpreta l’immagine della donna di quel determinato periodo storico. È il mistero della femminilità quello che il maestro riesce ritrarre, ne percepiamo l’empatia nel saper cogliere le sfumature, i caratteri, le passioni dell’altra metà del cielo. Donne che non perdono mistero e fascino neanche quando vengono ritratte intente a lavorare la seta (n.12). Contemplate con la stessa estatica ammirazione con la quale si contemplano la luna o i fiori di ciliegio, una bellezza legata alla transitorietà e alla fugacità della vita.

Tutte le stampe sono corredate da schede tecniche redatte alla luce degli studi più recenti e contenenti precise informazioni tratte dai cataloghi ragionati.

Elena Salamon – Arte Moderna elena@elenasalamon.com
Via Torquato Tasso, 11 (Piazzetta IV Marzo) 10122 Torino tel. 011 7652619 – 339 8447653

Orari di apertura.
Martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15:00 alle ore 19:00
Giovedì e sabato dalle ore 10:30 alle ore 19:00 (orario continuato)