di Claudio LISTANTI
Il 14 ottobre scorso il Teatro Sergio Secci di Terni ha ospitato il concerto conclusivo dell’edizione 2023 del Festival OperaInCanto con un concerto affidato a due dei più importanti pianisti della nostra scuola, Antonio Ballista e Bruno Canino, che hanno presentato un programma stimolante e raffinato che ha riscosso un notevole successo di pubblico.
L’edizione 2023 del Festival OperaIncanto è stato dedicato quest’anno all’arte musicale di Gioachino Rossini del quale sono state proposte molte delle musiche di stampo cameristico che il grande compositore scrisse nella parte della sua vita che seguì al suo ritiro dalle scene del teatro d’opera.
Rossiniana è stato il titolo del festival di quest’anno ed il suo carattere di ispirazione ‘monografica’ ha prodotto diversi concerti nei quali sono state eseguite musiche rossiniane nella loro veste originaria accanto a musiche rossiniane rielaborate e trascritte da musicisti di varie epoche che con i loro stili e le loro poetiche hanno saputo rinnovare la straordinaria presa sull’ascoltatore anche se presentate in una veste diversa e, a volte, più attuale.
Rossiniana è stato il frutto dell’esperienza dell’ Associazione InCanto, presieduta da Carlo Podestà e diretta artisticamente da Fabio Maestri, che dal 2021 ha scelto la via di strutturare la loro manifestazione musicale su una traccia monografica raggiungendo risultati apprezzabili in termini di pubblico e di critica con cicli di concerti ispirati a grandi personalità musicali del ‘900 come Kurt Weill e Erik Satie ospitati in diversi luoghi di pregio architettonico della provincia di Terni, elemento che è riuscito ad accrescere l’interesse per questa parte del nostre paese. Rossiniana ha proseguito questo percorso rafforzandone ancor di più le basi dimostrando anche di aver creato anche un nuovo modo di proporre musiche e interpreti.
Rossiniana 2023 ha proposto un cartellone veramente imponente sia per la quantità che per la qualità delle proposte musicali che si è articolato in due tronconi con proposte che hanno occupato un largo periodo a partire dalla seconda metà di agosto per arrivare fino al 14 ottobre giorno del concerto del quale stiamo riferendo.
Noi abbiamo avuto la possibilità di assistere ad una buona fetta del programma proposto della cui prima parte abbiamo riferito per i lettori di About Art con un articolo del quel riproponiamo il link: https://www.aboutartonline.com/per-la-rossiniana-di-opera-incanto-successo-di-pubblico-nei-primi-concerti-della-rassegna/
La seconda parte ha preso il via il primo giorno di settembre con una esecuzione dello straordinario capolavoro musicale della Petite Messe Solennelle nella splendida cornice dell’Abbazia di San Nicolò a San Gemini al quale sono seguiti due concerti per i quali prima di parlare di quello conclusivo vogliamo citare il loro contenuto perché espressione di un’altra ottima iniziativa messa in atto dall’Associazione InCanto, il ciclo OperaScuola che prevede il coinvolgimento degli studenti medi di ogni livello per dedicare loro un valido di strumento per un ascolto più consapevole e più partecipato della musica e delle sue forme.
Nello specifico parliamo della serata dl 5 ottobre presso il teatro Secci di Terni intitolata Rossini, Maderna e un satellite. Un titolo a prima vista enigmatico ma in definitiva un particolare omaggio a Bruno Maderna ed alla sua arte musicale che lo ha reso uno dei musicisti più apprezzati del ‘900. Due suoi brani hanno aperto e chiuso la serata. Le sonorità rarefatte di Serenata per un Satellite una musica impalpabile, quasi onirica. Scritta nel 1969 fu dedicata all’ingegnere e fisico torinese Umberto Montalenti che mise in orbita dall’isola di Vandemberg nell’oceano Pacifico il satellite il satellite ESTRO I B “Boreas”, lanciato per lo studio delle aurore boreali. È un chiaro esempio di musica ‘aleatoria’ e come molte opere di questo tipo è composta da un unico foglio, con i pentagrammi orizzontali e verticali dove le note sono messe in apparente disordine quasi a scontrarsi, intrecciarsi ed unirsi allo stesso tempo. L’esecuzione, quindi, è stata proposta con una realizzazione approntata dall’Ensemble In Canto, formazione che è stata protagonista di tutta la serata. L’esecuzione è stata abbinata ad una incisiva parte video con un progetto realizzato dallo ‘specialista’ Carlo Fiorini che ha immaginato una cornice del tutto coerente con le suggestioni che questa musica comunica allo spettatore.
Venetian Jornal, scritta da Maderna nel 1971 ha chiuso la serata. È una composizione a carattere grottesco per tenore, orchestra da camera e nastro magnetico. Di carattere squisitamente brillante è basata su un testo del drammaturgo statunitense Jonathan Levy ispirato allo scrittore settecento inglese James Boswell famoso per il suo Diario nel quale annotava le esperienze di viaggio. La musica di Maderna con la sua sapiente orchestrazione ne sottolinea la brillantezza concependo anche una complessa parte vocale per il tenore che ha molto impegnato Carlo Putelli il cantante scelto per la realizzazione riuscendo, però, molto bene nell’impresa. Forse parlando di Maderna può sfuggire il riferimento a Rossini. Ma con queste sue due opere Maderna ha mostrato di rinnovare lo spirito rossiniano in quanto ad inventiva, fantasia, brillantezza, comicità e situazioni paradossali.
All’interno del concerto tre composizioni in prima assoluta espressamente commissionate per l’occasione. Musique anodine 23 per tenore e ensemble di Daniele Carnini, Rossini Journal, azione musicale per tenore e ensemble di Fabrizio De Rossi Re e ooORrr per ensemble di Roberta Vacca tutte costruite su spunti musicali rossiniani come la trascrizione per violino solo di Azio Corghi di Petit caprice (Style Offenbach) da Péchés de Veilless interpretata con intensità dal violinista Vincenzo Bolognese.
Lo spettacolo è stato godibile in tutte le sue componenti dalle accattivanti proiezioni video del già citato Carlo Fiorini alla parte più specificatamente musicale della quale alcuni componenti abbiamo già citato assieme a tutto l’Ensemble In Canto diretto con precisione da Fabio Maestri che della musica contemporanea è specialista riconosciuto e apprezzato.
Riferendo di questo concerto, apparentemente, potrebbe sembrare avulso dal progetto OperaScuola. Ma il coinvolgimento dei ragazzi è stato determinante grazie all’esperienza acquisita con l’evoluzione del progetto che ormai è stato istituito da venti anni. Son stati coinvolti ragazzi delle superiori ai quali sono state fornite due parole chiave: Maderna e Rossini. Con l’aiuto dei loro insegnati hanno approfondito questi due grandi artisti fatto che ha stimolato il loro interesse per i due artisti. Il tutto si è tradotto in un dibattito scaturito con gli interpreti dopo la recita a loro dedicata che è servita da approfondimento a quanto ascoltato e percepito con l’approfondimento scolastico.
Il 12 ottobre, nella splendida cornice artistica ed architettonica del Palazzo Petrignani di Amelia, un altro appuntamento per OperaScuola. Questa volta con gli studenti delle medie inferiori ai quali è stata proposta una poket-opera (sic nel programma di sala). Nello specifico Il barbiere di Siviglia di Rossini ridotto all’essenzialità e raccontato da Michele Suozzo, il conduttore radiofonico molto seguito dal pubblico per i suoi interventi nella trasmissione La Barcaccia. Suozzo, anche grazie alla sua esperienza di didatta, ha predisposto un piccolo ‘focus’ sull’opera rossiniana riuscendo in poco più di ora ha comunicare agli studenti l’essenza dei valori storici e musicali di questa che è una delle opere più famose al mondo.
Con Maria Teresa Ferrante al pianoforte sono stati eseguiti arie e pezzi d’insieme con il contributo del mezzosoprano Giada Frasconi (Rosina), del tenore Paolo Pellegrini (Almaviva) e del baritono Dario Ciotoli (Figaro). Per noi è stata una esperienza elettrizzante coronata dal fatto che i ragazzi, propedeuticamente preparati dall’insegnate di musica, hanno intonato le note del finale assieme ai cantanti impegnati sul palcoscenico con un effetto per noi commovente per la palese volontà di partecipazione.
Un programma generale così complesso e stimolante, che speriamo di aver illustrato con chiarezza al lettore, non poteva non concludersi con un evento musicale di gran classe come quello affidato al Duo Canino-Ballista, un sodalizio artistico tra i più duraturi della storia. Entrambi dotati di un innato gusto salottiero abbinato anche a quello molto evidente per la musica, elementi che hanno caratterizzato i più di sessanta anni della loro attività concertistica in duo, sono personalità ideali per eseguire quel repertorio del Rossini post-operista che necessita proprio delle dimensioni ‘cameristiche’ per esplicitare quel travaglio spirituale che caratterizzò i suoi ultimi anni.
Il concerto che, ricordiamo, è stato realizzato dall’Associazione InCanto grazie anche al significativo sostegno del Rotary Club Terni che ha consentito di valorizzare l’attività culturale della città umbra e permettere al pubblico di partecipare ad un concerto di particolare valenza musicale ed artistica.
Canino e Ballista hanno presentato un programma interamente dedicato ai Péchés de vieillesse rossiniani proponendo brani sia nella stesura originale sia attraverso trascrizioni. Tra queste ultime ce n’erano alcune approntante da Azio Corghi, un modo per ricordare il compositore e musicologo piemontese scomparso lo scorso anno. Queste trascrizioni di Corghi sono state la colonna portante di tutto il concerto collocate parte in apertura e parte in chiusura. Inoltre c’era anche estremo interesse per ascoltarle in quanto sono di rara esecuzione. Dopo l’ascolto si comprende che Corghi ha utilizzato una scrittura pianistica piuttosto virtuosistica che necessita di interpreti di particolare bravura e tecnica pianistica e che a questi geniali brani ha dato con decisione una indiscutibile veste novecentesca dalle sonorità spesso audaci anche se con chiarezza si riesce a scorgere quanto appartenente all’originale rosiniano.
Nello specifico si tratta della trascrizione per due pianoforti di un Un petit train de plaisir il celebre brano che descrive il terrore di Rossini per il viaggio in treno che lo colpì in uno spostamento ferroviario tra Liegi e Bruxelles. Un brano dai risvolti comici ed esilaranti, classificato ‘Comico-imitatif’, che descrive l’incedere del treno con i fischi e lo scivolare sulle rotaie, l’incidente ferroviario, i superstiti e i morti compreso il fino pianto dei parenti di fronte all’eredità. Azio Corghi ne ha allargato i confini producendo un’opera pianistica di cospicue dimensioni aggiungendo anche altri brani appartenenti sempre ai Péchés.
Nella parte centrale del concerto spiccava la Petite fanfare à quatre mains, unica composizione di Rossini per pianoforte a quattro mani qui eseguita con una trascrizione dall’autografo di Silvia Paparelli. I due pianisti si sono esibiti anche separatamente. Bruno Canino con l’Innocente italienne. La candeure française, Danse Siberienne e la divertente Tarantelle pur sang (avec traversée de la procession). Antonio Ballista con Musique anodine. Prélude, allegretto moderato, Marche et réminiscennces pour mon dernier voyage, Hachis romanticque e l’esilarante Petit caprice (Style Offenbach).
Il concerto ha catturato l’attenzione del pubblico anche grazie ai consueti interventi enunciati per accompagnare i brani che tutti e due i pianisti solitamente inseriscono in concerti, come questi che ne esaltano la dimensione salottiera e cameristica. Una esecuzione che, però, ha tenuto sempre ben presente lo spirito delle composizioni proposte, frutto delle condizioni psicologiche di instabilità mentale che colpirono in vecchiaia Rossini la cui essenza, come messo in evidenza da Antonio Ballista, era lo ‘status’ mentale del musicista convinto di essere inadeguato ai tempi perché vecchio mentre la storia ci dimostra, e per questo basta ascoltare molti dei suoi lavori, la sua arte è chiaramente rivolta al futuro, al novecento anche inoltrato. Un contrasto esistenziale questo, anche per certi versi inconscio, ma che contribuì a dare quelle sensazioni di inadeguatezza e di instabilità.
Il successo al termine del concerto è stato notevole. Molte le chiamate al proscenio per i due pianisti. Molte le richieste di bis. Tutti accontentati con la trascrizione (probabile) di Schönberg della Sinfonia del Barbiere di Siviglia per pianoforte a quattro mani.
Una serata magica dalla quale siamo usciti sempre più convinti che la giovinezza non è quella anagrafica ma quella che ognuno di noi possiede nella mente e nello spirito come ci insegnano sempre di più questi due giganti della musica che ancora una volta abbiamo avuto la fortuna di ascoltare.
Claudio LISTANTI Roma 15 Ottobre 2023