Il Disegno come Alfa e Omega ? Ancora “idea” e, al tempo stesso, già “opera”. Riflessione su una mostra al MAXXI

di Franco LUCCICHENTI

Sono andato qualche giorno fa al MAXXI a rivedere la mostra “AT HOME. Progetti per l’abitare contemporaneo”. Disegni di importanti architetti sono esposti in una parte dell’imponente edificio di Zaha Adid.  Il disegno è nato con la pittura rupestre molto prima della scrittura, per fissare idee che si formavano nella mente e per aiutare il linguaggio come forma di comunicazione tra gli uomini(fig 1).

Quando un architetto disegna o abbozza una  ipotesi di progetto su un semplice foglio di carta obbedisce ad una antica necessità di fermare una idea e verificarne il significato estetico e funzionale prima che sfugga dalla memoria. Il disegnare, in questi casi, è azione antagonista della possibile perdita di valore di un intuizione estetica, di una soluzione tecnica, di una possibile bellezza. Il foglio di carta è lo spazio magico per verificare le infinite possibilità della mente di organizzare il pensiero e dargli sostanza (fig2).

Roma, Museo del Maxxi,  OPENING MOSTRA AT HOME ©Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Rispetto ad altre modalità di espressione, il disegno a mano è portatore di un “principio di conservazione dell’energia” più significante, l’azione semplice e immediata dello schizzo preliminare,  il filtro materiale minimo (la matita) tra pensiero e disegno  non permettono all’idea di divagare e perdere forza. Molti dei disegni  esposti al MAXXI evidenziano queste considerazioni (fig 3)

Roma, Museo del Maxxi, OPENING MOSTRA AT HOME ©Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Ormai da tanti anni l’era dell’elettronica ha sostituito il computer alla matita, la potenza del computer ha infranto le gabbie culturali e fisiche del progettare ma ha unificato forse i sogni del mondo. L’architettura “liquida” di grandi archistar è emersa dalle possibilità del computer di rappresentare iperboliche geometrie. Protagonista del risultato è diventato  lo strumento e le sue possibilità di progettare forme complesse e articolate che aprono talvolta a scelte indeterminate che sembrano casuali, il fine ultimo è forse destare meraviglia.

La mostra al MAXXI  fa riflettere  su due mondi estranei tra loro, quello dei disegni esposti, che sono “orme della mente”  forme allo stato nascente fissate su un foglio  e quello dell’imponente edificio di cemento, modellato al computer,  che appare come una moderna fortezza  che custodisce conoscenza e gioco. (fig4; fig5)

Il Custode, il MAXXI,  appare nella forma, indifferente e estraneo, in questo caso, ai Disegni che custodisce.  Viene in mente la narrazione biblica dove due forze antagoniste apparentemente incomparabili si confrontano,  quelle di Davide e Golia.  Nella  mia metafora le due forze si ignorano, nella narrazione biblica  Davide alla fine vince (fig 6)

Franco LUCCICHENTI  12 gennaio  2020