di Claudio LISTANTI
Tra i Cd recentemente pubblicati dalla Da Vinci Classics vogliamo segnalare quello intitolato Le Temps d’Érard Music for Harp and Piano on Original Érard Instruments affidato al Duo Cordé formato dall’arpista Giuliano Marco Mattioli e dal pianista Andrea Rocchi.
L’elemento importante di questo prezioso Cd, oltre all’incontestabile valore dell’interpretazione musicale dei due interpreti, è quello di possedere intrinsecamente un non comune valore storico rapportato all’evoluzione degli strumenti musicali.
Come si evince facilmente dal titolo la pubblicazione è orientata a mettere in risalto l’importanza acquisita nell’800 dalla fabbrica di strumenti musicali Érard, più semplicemente conosciuta come Maison Érard, che ha avuto un ruolo determinante per lo sviluppo di strumenti musicali come il pianoforte e l’arpa per i quali ha contribuito alla loro innovazione mettendoli in linea con l’evoluzione dei tempi per dare loro quella struttura tecnica che anche oggi li caratterizza.
La Maison Érard, fondata a Parigi nel 1788 dai fratelli Sébastien e Jean-Baptiste Érard, ha poi dominato questo settore industriale fino ai primi anni del ‘900 divenendo punto di riferimento per la costruzione di pianoforti e arpe per una attività che si sviluppò anche oltre i confini della Francia, specificatamente a Londra, succursale aperta nel 1790 per mitigare gli effetti economici avversi dovuti alla Rivoluzione Francese. Questo fatto separò i due fratelli in quanto Jean-Baptiste diresse la sede francese mentre Sébastien si occupò di quella londinese. Ottennero il primo brevetto per arpe e pianoforti a Londra nel 1794 e subito dopo, nel 1798, a Parigi.
La particolarità degli strumenti prodotti dalla Maison Érard, come riportato dettagliatamente nelle note accluse al Cd curate dai due strumentisti protagonisti dell’incisione, è quella di essere propedeutici per gli strumenti moderni i cui costruttori hanno fatto tesoro delle novità tecniche da essi apportate.
Per quanto riguarda l’arpa gli Érard basarono la costruzione sulla sostituzione del meccanismo delle corde che passò dal tradizionale a ‘crochets’ a quelle a ‘fourchettes’ che fu il punto di partenza per ottenere poi un’arpa dalle possibilità cromatiche più ampie per frequentare più tonalità. Punto di arrivo fu la loro specifica invenzione, l’arpa a pedali a doppia azione per ottenere tre suoni per corda, bemolle, naturale e diesis.
Importante furono anche i cambiamenti apportati dagli Érard nella produzione dei pianoforti anche qui protagonisti di una significativa rivoluzione. La loro attività portò a sviluppare modelli ‘a coda’ già nel 1789 sostituendo l’antica forma rettangolare. Poi l’introduzione di un meccanismo che consentiva ai singoli tasti di suonare rapidamente una nota senza dover ripremere completamente il tasto. E poi nel 1838, grazie a Pierre, figlio di Jean-Baptiste, l’introduzione della barra armonica dispositivo in metallo per supportare le corde acute ed accrescerne la purezza di suono.
L’evoluzione nella costruzione del pianoforte e dell’arpa ha fatto si che scaturisse una profonda collaborazione tra musicisti e costruttore, attratti dai suoni robusti del pianoforte e dalla duttilità di suono dell’arpa. Famoso è l’interesse di Franz Liszt per i pianoforti Érard così come quello di altri grandi a partire da Beethoven e Haydn ricordando anche Verdi e Wagner e i novecenteschi Busoni e Fauré. Stesso fenomeno anche per l’arpa che ha colto l’interesse di diversi virtuosi dello strumento da Nicolas Bochsa, Albert Zabel fino alla nostra Clelia Gatti Aldrovandi.
Per l’incisione di questo Cd gli strumentisti del Duo Cordé hanno scelto la via dettata dalla cosiddetta “prassi esecutiva storicamente informata” basata su strumenti storici come l’arpa n. 3408 in stile Luigi XVI très riche del 1908 e il pianoforte a coda n. 78054 modèle réduit del 1898 che ha portato ad una ideale scelta di brani sulla base degli strumenti utilizzati e del periodo della loro costruzione.
La scelta dei brani presenti nel Cd, quindi, è finalizzata ad approfondire lo stretto rapporto esistente tra i musicisti, il mondo musicale dell’epoca e gli strumenti prodotti. Non poteva essere che Franz Liszt ad aprire l’ascolto di questo prezioso disco con il Duo Cordé che inserisce la propria trascrizione di Sposalizio, proveniente dal secondo volume degli Années de pèlerinage, dedicato all’Italia. La trascrizione ispirata alla prima edizione del brano e ad una successiva versione per due pianoforti di Aleksandr Glazunov riesce brillantemente a distribuire i suoni tra i due strumenti senza tradire lo spirito dell’originale di Lizst.
Si passa poi al compositore gallese John Thomas Grand (1826-1913) del quale viene proposta una sua opera caratterizzata dalla chiara aderenza alla forma sonata di stampo romantico, Grand Duet in mi bemolle minore, brano del 1865 qui eseguito nella versione per arpa e pianoforte, al cui brillante Allegro con brio iniziale si contrappone un fosco quanto solenne Adagio centrale che prelude al finale di una certa leggerezza rappresentato con un Allegro con spirito.
Segue un brano del 1912, Fantasiestück Op.87, del compositore francese Paul Bazelaire (1886-1958) considerato anche valido violoncellista che dedicò questa opera alla grande arpista Henriette Renié. Presentato in prima registrazione mondiale, questo brano dimostra con forza, grazie anche ad un serrato dialogo tra arpa e pianoforte, i caratteri propri della fantasia con la sua indipendenza da precisi schemi formali.
Di grande effetto anche il Prélude à deux per due clavicembali o per arpa e pianoforte, come indicato sulla partitura scritta dal francese George Elbert Migot (1891-1976), brano del 1932 che possiede un certo fascino soprattutto per la voluta vicinanza da parte dell’autore al barocco francese con un discorso musicale incisivo e ricco di virtuosismi anche se, in definitiva, è ancorato all’epoca nella quale fu composto. A conclusione lo spagnolo Joaquin Turina (1882-1949) con Tema y variaciones Op. 100 del 1945, primo brano del Ciclo plateresco del musicista spagnolo, il cui nome enuncia sonorità derivanti dall’architettura spagnola del XV e XVI secolo, anch’esso ornato come il precedente brano di Migot ma riflettendo anche elementi della danza spagnola e della sua anima popolare.
In definitiva Le Temps d’Érard Music for Harp and Piano on Original Érard Instruments è un disco molto apprezzabile sotto l’aspetto storico ed esecutivo, in quanto ci fornisce la possibilità di ascoltare delle sonorità inusuali, diretta conseguenza della validità degli strumentisti componenti del Duo Cordé, l’arpista Giuliano Marco Mattioli e il pianista Andrea Rocchi, la cui interpretazione riesce a trasmettere tutte le emozioni e le particolarità delle composizioni del periodo a cavallo tra fine ‘800 e primi ‘900.
Le Temps d’Érard
Music for Harp and Piano on Original Érard Instruments
Duo Cordé
Giuliano Marco Mattioli arpa e Andrea Rocchi pianoforte
Da Vinci Classics
C00969
Claudio LISTANTI Roma 6 Aprile 2025