“Giornata Sergio Ceccotti” il 7 maggio 2025 nel giorno del 90° compleanno una mostra dedicata alla sua opera.

di Silvana LAZZARINO

Una interpretazione della società postmoderna e della mancanza di certezze: alla Galleria Fidia a Roma con la pubblicazione del Catalogo generale dei suoi dipinti

Un nuovo interesse nell’utilizzo del colore intenso e vivace unitamente ad una rinnovata figurazione che guarda al fumetto, alla pubblicità e al cinema con cui raccontare la realtà vicina e lontana, ordinaria e straordinaria, ma legata alla quotidianità su cui interrogarsi, caratterizzano l’opera di Sergio Ceccotti (Roma 7 maggio 1935) -allievo di Oskar Kokoschka a Salisburgo nel 1956 e 1957 e partecipe dei corsi di disegno dell’Accademia di Francia a Roma dal 1956 al 1961. Definito pittore “détective de la quotidienneté” da J.L. Pradel e denominata la sua pittura “dell’insolito quotidiano” da Philippe Soupault per la capacità con cui fa trasparire l’enigmatica ambiguità insita nella nostra quotidianità, Sergio Ceccotti richiamandosi anche alla metafisica dechirichiana e al cinema noir degli anni Cinquanta, ha realizzato opere dagli ambienti silenziosi e dalle atmosfere angoscianti e raffinate in cui si avverte una sorta di immaterialità tra enigma e leggerezza. In esse si stagliano personaggi misteriosi come usciti da un universo romanzesco o da scene di thriller per restituire a chi osserva percezioni quasi visionarie, dove non mancano oltre a rimandi alla metafisica e anche, in alcuni casi, riferimento all’eredità cubista, entro le dinamiche di un segno che guarda alla grafica pubblicitaria dell’epoca e alla fotografia.

A Roma il prossimo 7 maggio 2025 in occasione del novantesimo compleanno di Sergio Ceccotti attivo tra Roma e Parigi, viene presentata una mostra presso la Galleria Fidia (in Via Angelo Brunetti 49) dove sono esposte una serie di sue opere scelte tra quelle recenti e per l’occasione viene pubblicato “Sergio Ciccotti. Catalogo Generale dei dipinti” edito da Luoghinteriori e promosso dall’Unione Europea Esperti d’Arte, Ente accreditato presso il Ministero delle Imprese. La giornata dedicata all’artista, culminerà alle ore 18.00 con un brindisi di champagne per chiudere i festeggiamenti.

Curato da Stefano Liberati, con testi di Giovanni Argan e Julie Borgeaud, il catalogo ripercorre l’intera carriera dell’artista con le immagini di tutti i dipinti ad olio su tela da lui realizzati dal 1958 al 2025 da cui emerge la sua ricerca originale nel superare la tradizione e portando in luce una fusione di linguaggi artistici “alti” e “’popolari” come ad esempio l’espressionismo austriaco e la Pop art americana.

Con le sue opere enigmatiche:

Ceccotti si è dimostrato un acuto interprete della società postmoderna e della relativa crisi delle certezze e dei valori assoluti. (G. Argan).

Distaccatosi dalla tradizione dell’Informale, corrente dominante negli anni Sessanta, in alternativa alla quale era il realismo di matrice guttusiana, Ceccotti propone contesti dove la realtà quotidiana si lascia attraversare da elementi enigmatici calati in atmosfere inquietanti. Nella sua opera infatti, sospesa tra realtà e mistero la quotidianità fatta di ambienti d’interni – alberghi, abitazioni inquietanti- ben descritti nei dettagli – e di esterni con paesaggi urbani dove si notano tram e auto, animati anche da personaggi avvolti dal mistero, si evincono atmosfere metafisiche dove si respira l’attesa per qualcosa che è in procinto di accadere.

Con l’opera Cranio e bottiglia (1958) frutto dell’incontro tra l’eredita cubista e l’estetica della grafica pubblicitaria dell’epoca, Sergio Ceccotti definisce il suo stile e già con la prima metà degli anni Sessanta come scrive Giovanni Argan in catalogo:

“…dimostrò di pensare fuori dagli schemi e di vedere oltre le mode, guardando all’eredità dell’espressionismo tedesco e della Nuova Oggettività. Si trattava di una vera e propria fuga, una alternativa totale a tutto quello che si faceva in Italia”.

Per Julie Borgeaud nel corso di questo decennio anni Sessanta- Ceccotti adotta anche una varietà di formati che apportano temporalità diverse agli spazi e ai soggetti trattati. L’artista prende in prestito, per i suoi scenari, la scomposizione ritmica dei trittici verticali e stretti elaborata dai pittori della Nuova Oggettività, in particolare dal suo principale esponente, Otto Dix, che ha avuto l’occasione di incontrare personalmente.

Riguardo le atmosfere rarefatte degli ambienti descritti nei particolari, dove agiscono misteriosi personaggi, così scrive Stefano Liberati:

Entrando in casa di Sergio, quel giorno di cinquanta anni fa, mi sembrò di varcare un mondo di sogno. Nei suoi dipinti indugiai a scrutare gli ambienti silenti, le atmosfere rarefatte, i personaggi enigmatici che sembravano usciti da romanzi, da thriller, da sfuggenti lampi onirici,”  e ancora “Nella rappresentazione di alimenti e oggetti quotidiani riconobbi reminiscenze di Pop Art, tutto reinterpretato con dovizia di particolari … ma anche libri, pacchetti di sigarette, giornali, banconote, fotografie, cellulari e non di rado pistole, sono inseriti nei suoi dipinti spesso come protagonisti, o  nascosti all’interno di camere d’albergo o abitazioni inquietanti.”.

 Fumetto e cinema sono gli ambiti di ispirazione a partire dalla metà degli anni Sessanta, mentre come evidenzia Giovanni Argan, gli anni Settanta segnano una svolta decisiva per la piena maturità artistica in cui egli giunge a formulare la sua originale cine-pittura, dove si respira suspense e mistero e nella quale si concentrano metafisica e surrealismo.

Negli anni Ottanta si impadronisce di schemi compositivi e di iconografie tipiche dei rebus:

“Il Ceccotti enigmista è un inventore di rebus privi di soluzioni, che ci sprona a riflettere sull’illusorietà dei processi di razionalizzazione della realtà. All’enigma della vita, infatti, non c’è una risposta. E dietro le apparenti certezze che guidano le nostre esistenze, è sempre in agguato il mistero, pronto a stravolgerle.(G. Argan).

A partire dagli inizi degli anni Novanta proprio perché le sue opere erano selezionate per illustrare le copertine di romanzi detective e polizieschi, nell’immaginario collettivo si è venuta sempre più a radicalizzare l’associazione tra l’estetica ceccottiana e la letteratura gialla.

Le opere di Sergio Ceccotti sono conservate in varie raccolte pubbliche, tra cui citiamo: i Musei Vaticani-Collezione d’Arte Religiosa Moderna, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Lindenau-Museum di Altenburg, le Gallerie comunali d’Arte Moderna di Bologna (ora MAMBO) e di Arezzo. Inoltre, si trovano presso la Banca d’Italia, la Banca Nazionale del Lavoro ed altri enti pubblici e privati, tra cui il Comando Generale dell’arma dei Carabinieri, che conserva i quadri che Ceccotti ha dipinto per illustrare un racconto di Andrea Camilleri scritto per il calendario dell’arma 2005. Presso l’Istituto Nazionale per la Grafica, Roma, la Bibliothèque Nationale, Paris e in altre istituzioni sono conservate le sue opere grafiche.

Numerose le sue mostre personali tra musei e spazi pubblici, tra cui menzioniamo quelle esposte presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo (1987), Upplands Konstmuseum di Uppsala (1993), la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Anticoli Corrado (2004-05), il Casino dei Principi di Villa Torlonia a Roma (2014-15) e Palazzo delle Esposizioni di Roma (2018). E ancora cinque esposizioni presso gli spazi pubblici: la  Sala Comunale di Genzano di Roma (1992), Cloître des Cordeliers di Tarascon (2003), il Centro Cultural Borges di Buenos Aires (2010), l’Università del Molise di Campobasso (2012), l’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires (2015).Diverse anche le mostre collettive, tra quelle di rilievo: Arte in Italia 1960-1977 alla Galleria Civica di Arte Moderna di Torino (1977); Italie aujourdhui-Italia oggi alla Villa Arson di Nizza (1985); la XI e la XIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1986 e 1999); Aspectos dapintura italiana de após guerra aos nossos días al Museu de Belas Artes di Rio de Janeiro e al MASP di San Paolo del Brasile (1989). E ancora le Surréalisme et quelques amis al Musée du Montparnasse, Parigi (2007); Arte italiana 1968-2007-Pittura al Palazzo Reale di Milano (2007), Padiglione Italia 54a Biennale di Venezia sez. Lazio al Palazzo Venezia di Roma (2011), Still life-Style of life 24Beaubourg, Parigi (2016) e. Figurazioni anni ‘60 e ‘70, Musei di S. Salvatore in Lauro, Roma (2024).

Silvana LAZZARINO  20 Aprile 2025

Catalogo

“Sergio Ceccotti. Catalogo Generale dei dipinti”

a cura di: Stefano Liberati

Testi: Giovanni Argan e Julie Borgeaud

Casa editrice: LuoghInteriori