Georges Seurat, il più rivoluzionario dei “refusès” e il contrasto simultaneo dei colori

di Francesco MONTUORI

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  1. M. Martini e F. Montuori

G E O R G E S   S E U R A T

Georges Pierre Seurat nacque a Parigi il 2 dicembre 1859. Venne iscritto ad un collegio dove sviluppò un grande amore per il disegno e la pittura; nel 1876 si iscrisse ad una scuola di disegno, dove si insegnava a copiare i grandi maestri antichi come Hans Holbein il Giovane e Raffaello Sanzio. L’artista più ammirato fu il neoclassico Ingres del quale apprezzava la purezza della linea e il vigoroso plasticismo.

G. Seurat, Autoritratto

Seurat fu allievo serio e coscienzioso; univa al disegno un profondo interesse per i problemi teorici posti dall’Accademia. Studiò con Charles Blanc, poeta e critico d’arte francese, che aveva teorizzato la reciprocità fra i colori accostati l’uno all’altro e indagato i rapporti fra colori primari e complementari e non sottovalutò mai la funzione delle linee, utili per conferire all’opera un vigoroso ritmo compositivo. Insieme all’amico Edmond Aman-Jean nel 1878 Seurat si iscrisse all’Ecole national supériore de beaux arts seguendo i corsi di un allievo di Ingres, il pittore Henry Lehmann, grande studioso del Rinascimento Italiano. Da Ingres e Delacroix derivò gli elementi fondamentali della sua cultura pittorica, base del neoimpressionismo e del sintetismo.

Nella biblioteca dell’istituto dove studiava, Georges Seurat scoprì un volume su “La legge del contrasto simultaneo dei colori” ove si affermava che

il contrasto simultaneo dei colori racchiude i fenomeni di modificazione che gli oggetti diversamente colorati subiscono nella composizione fisica….quando si osservano simultaneamente”.

Fu un libro che gli aprì un intero orizzonte sulla funzione del colore nella pittura. Seurat guardò a lungo gli affreschi della “leggenda della vera Croce” di Piero della Francesca e frequentò il Museo del Louvre. Studiò la teoria dei colori e decise di dipingere i suoi quadri mediante piccoli tocchi regolari di colori puri; egli riteneva che i colori si sarebbero fusi nella retina senza perdere di intensità e luminosità.

Nel maggio del 1879 Seurat visitò la Mostra degli impressionisti dove ammirò i capolavori di Edgar Degas, Claude Monet, Camille Pissarro. Affittato uno studio, discusse con i suoi amici delle nuove idee artistiche e si convinse dell’insufficienza dell’istruzione accademica. Fu in questo studio che disegnò figure immobili, silenziose, sole; emerge il bianco, la luce, che dava morbidezza e profondità alle ombre.

I Fiori in vaso è l’unica natura morta di Seurat e il suo primo tentativo impressionista; espose la prima volta al Salon del 1883 e partecipò al Salon con due disegni; ne venne accettato uno, Il ritratto di Aman-Jean; in primavera iniziò a preparare gli studi per la sua prima grande tela, Baignade ad Asnièrs sur Seine (fig.).

G. Seurat, Baigneurs a Asnieres, 1884, Londra, National Gallery

Il tempo è soleggiato; un ragazzo è seduto al centro di un dipinto, i suoi piedi sono immersi nell’acqua del fiume, il suo viso è quello di un adolescente. Il dipinto inviato al Salon venne respinto; Seurat aderì allora al Gruppo degli Artisti indipendenti, formato da altri giovani pittori che avevano subito il cieco ostracismo dei giudici del Salon.

I refusès inaugurarono il il primo appuntamento del Salon des Artistes Indèpendants, al quale parteciparono ben 450 pittori.

In quell’occasione fece la conoscenza di Signac. I due pittori si influenzarono a vicenda: Seurat eliminò i colori terrosi mentre Signac accolse le teorie scientifiche della legge del contrasto di colori, con pennellate separate e tinte accostate che si fondevano insieme nell’unità della visione.

G. Seurat, Modella seduta di profilo, 1887, Parigi, Museo d’Orsay

Seurat fu indotto a supplire la complessità della sua tecnica pittorica con una semplificazione formale ancor più drastica; vi è qualcosa che ricorda gli egizi nel modo di sottolineare le linee verticali e quelle orizzontali che sempre più portò l’artista ad analizzare temi espressivi ed avvincenti, allontanandolo dalla resa fedele della realtà materiale.

Adottò precise abitudini di vita; l’inverno a Parigi era dedicato al disegno e alle composizioni molto ampie di dimensioni murali; trascorreva le estate sulla costa della Manica da dove riportava marine e vedute del porto. Nonostante egli fosse noto come pittore, i suoi disegni hanno importanza pari alla pittura; si conoscono ben 540 suoi disegni; la sua produzione va dal Nodo Nero e dal Concerto Europeo alle meno conosciute composizioni come Uomini davanti a una fabbrica e il Ponte Levatoio. I contatti avuti con gli impressionisti, specialmente con Degas, lo indussero a preferire i temi del caffè-concerto o delle bancarelle parigine.

Une Bagnade  venne completata nel 1883; prima di morire lavorò a Le Chahut e il Circo, opere rimaste incompiute. Di pari importanza sono i numerosi paesaggi; in queste vedute dalle quali spira una personalissima atmosfera, piena di profonda malinconia, la figura umana appare raramente; vedute pervase dalla malinconia e da una profonda passione.

G, Seurat, La Luzerne, Saint Denis , 1886 65x81cm olio/tela, National Galleries of Scotlan

Dal 1886 in poi il pittore fu impegnato nello studio della Grand-Jatte: fu la prima decisa affermazione del neo-impressionismo, l’ultimo e più alto risultato della maturità di Seurat.

Questo famoso dipinto fu realizzato negli anni 1884 ed oggi viene conservato all’Art Institute of Cicago; le sue dimensioni sono notevoli: metri 2,08 per metri 3,08.

G. Seurat, Un dimanche aprè-midi à l’ile de la Grande Jatte, 1886, Art Institute of Chicago

In un parco, sulle rive della Senna, Seurat dipinge la folla domenicale dei parigini mentre vanno a passeggiare in questa isola. Donne con abiti tipici dell’epoca e di gran moda che passeggiano riparandosi con graziosi ombrellini; canottieri che riposano dopo la competizione e bambini che siedono sull’erba; alcuni animali da compagnia seguono i loro padroni; in primo piano una coppia di signori borghesi porta una scimmietta al passeggio. La Senna scorre e sull’acqua scivolano piccole imbarcazioni. E’ un quadro attentamente studiato, a puntini di colore, lavoro molto lungo che durerà due anni.

Elemento centrale è una donna con una bambina per mano, una donna con la gonna lunga e bianca, il corpetto arancione, il parasole arancione, un vestito ed un cappello bianco. In primo piano sulla destra vediamo una coppia di borghesi, vestiti elegantemente, con la moglie in primo piano, una gonna chiara con la sottoveste, il corpetto scuro, il cappello e l’ombrello, a braccetto con il marito, elegante con il suo cappello, mentre tiene al guinzaglio un cane. Sulla sinistra tre persone, due maschi e una femmina seduti: la donna ricama, un uomo guarda l’orizzonte e il terzo fuma la pipa; dietro di loro un cane scuro. Diversi personaggi sono ritratti mentre riposano, passeggiano, leggono, suonano, raccolgono i fiori; i bambini giocano mentre aspettano di salire sulla barca.

La maggior parte della scena è ambientata sul prato dell’isola di Jatte. Sulla Senna si vedono barche, vele, innamorati mentre fanno romantiche escursioni. Tutti sono vestiti a festa. Sono eleganti: le donne sempre con il parasole, gli uomini con il cappello.

Sei anni dopo aver concluso l’opera Seurat scisse a Fénéon, suo amico: “1884, giorno dell’Ascensione: Grand Jatte, gli studi il quadro”.

Fu la sua opera più impegnativa.

Francesco MONTUORI  Roma 26 Giugno 2022