Francesca Di Sarno Counselor Evolutiva Quantistica e Formatrice si racconta nell’intervista a cura di Silvana Lazzarino

di Silvana LAZZARINO

Francesca Di Sarno Counselor Evolutiva Quantistica e Formatrice si racconta nell’intervista a cura di Silvana Lazzarino

Nel suo scorrere la vita porta con sé momenti di felicità e benessere, ma anche situazioni difficili e dolorose da cui si può uscire a partire da una nuova consapevolezza che apre al cambiamento per rimettersi in gioco. Per essere protagonisti di scelte significative  per sé, è importante agire in piena libertà tenendo sempre presente l’altro quale persona con cui relazionarsi guardando all’ascolto, all’accoglienza, ma il primo ascolto deve avvenire dentro se stessi. In questa società dove regnano diffidenza e indifferenza si rischia di perdere di vista la bellezza delle relazioni, dell’incontro con l’altro. Come sostiene Claudio Marucchi: “L’alterità è una conseguenza del sorgere dell’io, e dell’altro innanzitutto si diffida, si sospetta, nei suoi confronti si affilano di nascosto armi di difesa” (“Elogio alla notte”).  Si è messa da parte  in questi ultimi tempi la capacità di accostarsi agli altri, di ascoltare e dialogare attraverso cui si possono esprimere i propri bisogni e allo stesso tempo comprendere quelli di chi è di fronte.

A dare un sostegno fornendo un percorso di guida verso l’ascolto di sé, il riconoscimento e accoglienza   delle proprie emozioni anche quelle più sofferte e bloccanti, per dare spazio ai propri bisogni e desideri, cambiando situazioni in cui non si è più a proprio agio,  prendendosi la responsabilità della propria vita, è Francesca Di Sarno, Counselor Evolutiva Quantistica e Formatrice a mediazione artistica, ideatrice e conduttrice di percorsi di crescita personale realizzati con approccio olistico, utili a stimolare le persone alla coscienza di sé e alla gestione delle proprie emozioni verso il raggiungimento dell’autorealizzazione.

Affascinata da sempre dal mondo della Psicologia e della Spiritualità, Francesca Di Sarno si è sempre sentita attratta dal mondo dell’Arte, percepita come mezzo di espressione e di autoconoscenza tanto da partecipare a laboratori teatrali, lezioni di canto e di ballo, al fine di trasmettere a sé e al pubblico le proprie emozioni in modo autentico. Giunta al mondo del Counseling si è accostata alla Bioenergetica, al Channeling e al ThetaHealing, all’Antroposofia di Rudolf Steiner e alla pratica sciamanica-animistica del Mantra Madre diffusa da Selene Calloni Williams. Il sostenere le persone nello sviluppo della conoscenza e consapevolezza di sé per contribuire alla loro crescita personale e spirituale, lo sente come una “missione d’Anima”. A ciò è giunta grazie ad un risveglio di coscienza seguito ad un lungo viaggio nel proprio mondo interiore.

Intervista

  1. Francesca Di Sarno mi racconti come ti sei accostata al mondo del Counseling e come poi hai scelto di procedere in questo percorso di arricchimento interiore volto al sostegno degli altri?

Quando mi sono accostata al Counseling, ormai quasi dieci anni fa, ero mossa dal desiderio di fare un lavoro che mi rispecchiasse profondamente, facendomi sentire utile alla comunità. All’epoca lavoravo in un’Azienda, ma non mi sentivo realmente appagata nel mio ruolo: sentivo che volevo qualcosa di più. Avvertivo forte dentro di me diverse spinte: il bisogno di dissetare la mia sete di conoscenza dell’animo umano attraverso l’iscrizione alla Scuola di Counseling triennale, la necessità di conoscere meglio me stessa, unita al desiderio di fare un lavoro che mi mettesse a contatto profondo con le persone, sentendo di poter entrare nel loro mondo, per poterle sostenere e aiutare ad orientarsi, per stimolarle a sviluppare una visione più chiara e una maggiore consapevolezza di sé e della loro vita. Ricordo ancora che chiesi un consiglio alla mia migliore amica, condividendo con lei la mia insoddisfazione, e fu proprio lei a parlarmi per la prima volta del Counseling. La descrizione che lei mi fece  mi risuonò tantissimo e la sentii pienamente nelle mie corde. Comprendere come la mia empatia naturale fosse potuta essere impiegata in un lavoro mi riempii il cuore di gioia. Ebbene decisi in un istante di iscrivermi ad una Scuola di Counseling, mi precipitai a casa a fare delle ricerche sulle scuole di Roma e nel giro di tre giorni mi iscrissi. Ero felicissima: finalmente studiavo delle materie che mi appassionavano e mi avevano sempre attratto.

  1. Quali i tuoi riferimenti principali in questo percorso di formazione?

I miei riferimenti principali sono stati Carl Rogers, il fondatore del Counseling Umanistico, Rollo May, autore del testo “L’Arte del Counseling” e il Prof. Luigi De Marchi, fondatore della Bioenergetica di Löwen in Italia, con cui feci anche un corso di Teatro Psicologico riconosciuto dalla mia Scuola di Counseling.

  1. Vi è un’emozione particolarmente forte che hai ritrovato iniziando il tuo percorso?

Avvertivo un grande entusiasmo quando ho scoperto cosa fosse il Counseling e ho provato una gioia immensa quando mi sono iscritta alla Scuola Triennale di Counseling tre giorni dopo. Ricordo ancora che mi sentivo nel posto giusto al momento giusto. Questa sensazione mi faceva percepire di essere pienamente in linea con la mia Anima. In quell’occasione toccai con mano cosa significa fare una scelta di vita in tempi brevi, quando c’è un profondo contatto con sé, una forte motivazione e una visione chiara dei propri bisogni.

  1. Cosa rappresentano per te le emozioni e quanto possono incidere se represse e non riconosciute?

Le emozioni sono degli stati psico-corporei che rappresentano la bussola che orienta le nostre scelte e determina i nostri comportamenti. L’ascolto, il riconoscimento, il contatto con le nostre emozioni è molto importante, perché quando esse non vengono viste, accolte e riconosciute, ma vengono represse o evitate, possono prendere altre vie per manifestarsi, come quella della malattia psicosomatica che ci potrebbe segnalare che l’emozione è stata manifestata sul corpo, perché non vista e riconosciuta, e, dunque non elaborata sul piano mentale ed emotivo, portandola alla coscienza.

  1. È importante essere fedeli a se stessi al proprio sentire, ma questo non sempre è facile poiché si è vittime di condizionamenti. Pertanto il primo lavoro che penso tu svolga sia quello di lavorare sulle emozioni dei tuoi clienti. Come aiuti le persone che vengono da te a contattare le emozioni, quali passi per calarsi in questo ascolto?

Aiuto le persone che vengono da me ad entrare in contatto con le proprie emozioni attraverso delle domande chiave esplorative che le riportano ad incontrare il proprio mondo interiore nel Qui e Ora, invitandole a portare l’attenzione su ciò che percepiscono nel corpo, mentre le ascolto con empatia, accettazione incondizionata e sospensione di giudizio e faccio loro da specchio, descrivendo anche la loro postura, la loro mimica facciale o evidenziando delle sfumature che avverto nel tono della loro voce. Per me è molto importante creare un ambiente accogliente e protetto in cui le persone si sentano libere di esprimere la propria autenticità, considerando che nella vita quotidiana fanno fatica a tirare fuori se stesse, in quanto vittime di paure e condizionamenti. Lo “spazio-tempo” che intendo offrire è una sorta di oasi, dove nutrirsi e dissetarsi, per poi ripartire nella propria vita più consapevoli di ciò che si è e con una chiara visione di ciò che si vorrebbe realizzare per essere felici, sentendosi motivati a raggiungere degli obiettivi che si desiderano, imparando a prendersi cura di sé e del proprio benessere, in un solo termine imparando ad “amarsi”, riconoscendo il proprio valore.

  1. Le ferite emotive sono cinque (rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia) e ad ognuna corrisponde una maschera utilizzata nel tempo per proteggersi e superare il dolore così da non sentirlo. Mi parli delle ferite che di solito si formano fin dall’infanzia e anche nel caso di una in particolare durante la gestazione della madre? Inoltre quanto possono risultare bloccanti le maschere ad esse corrispondenti, e a riguardo mi fa uno o due esempi?

Le ferite emotive sono uno degli aspetti che tratto nei miei workshop e webinar. Sono legate alle ferite che ci portiamo dietro da bambini, per via dell’imprinting ricevuto nel rapporto con i propri genitori o con chi si è preso cura di noi. Sono cinque: quella da rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento, ingiustizia. La psiche di un bambino è molto delicata, i bambini sono delle spugne e anche la minima cosa può incidere negativamente sulla loro Anima. Un bambino, per essere amato e accettato dai genitori, da cui dipende affettivamente e per la propria sussistenza, è costretto a rinunciare a delle parti di sé per compiacere i propri genitori e adattarsi all’ambiente familiare. In questa fase il bambino per proteggere le ferite si costruisce inconsciamente delle “maschere”, ovvero si si vengono a costituire delle “armature caratteriali”, come direbbe Löwen. Queste armature caratteriali rappresentano una cristallizzazione dell’energia che va a creare dei veri e propri blocchi in alcuni punti specifici del corpo del bambino che poi crescendo se le porterà dietro fino all’età adulta, a meno che non ne prende coscienza, lavorandoci sopra. Queste maschere vengono costruite per adattarsi all’ambiente emotivo della sua famiglia ed in seguito per adattarsi ai dettami della società. Le ferite emotive sono un tema che trovo essenziale per affrontare la conoscenza profonda di sé, quando ci si mette in viaggio presso la “Selva Oscura” sulla via del “Risveglio di Coscienza”. Sono l’ombra su cui va posta la luce, per far sì che si possa rendere “il veleno in medicina”, come sostiene il Buddismo, in modo tale da trasformare ciò che ci ha feriti in un dono per noi e per gli altri, sia in termini di consapevolezza, che di scelte di vita. Pensiamo infatti ad esempio a chi ha in sé una ferita da rifiuto, questa potrebbe avere le sue origini anche in una minaccia d’aborto, percepita dal feto inconsciamente come un rifiuto da parte della madre. Chi ha la ferita da rifiuto, tende ad indossare la maschera del “fuggitivo” o “schizoide”, sentendosi invisibile agli occhi del mondo  Chi ad esempio ha una ferita da ingiustizia, perché è stato trattato ingiustamente o in modo rigido da chi si prendeva cura di lui, sviluppando la maschera del “rigido”, che se guarita può dare vita ad una missione che potrebbe portare le persone a lottare per i diritti civili.  Allo stesso modo una persona che ha sentito bruciare fortemente la sua ferita da abbandono, potrebbe sviluppare delle risorse legate all’inclusività e alla capacità di accoglienza, magari istituendo case-famiglia che portano i giovani a non farli sentire abbandonati a loro stessi, emarginati.

  1. Le ferite si possono rispecchiare anche nel corpo a livello di postura e gestualità. Mi può spiegare qualcosa riguardo questo collegamento essendo le emozioni vive anche nel corpo?

Come dicevo prima le ferite emotive e le maschere sono strettamente connesse. Ad una ferita corrisponde una determinata maschera che ha caratteristiche specifiche legate ai blocchi energetici che si vengono a creare nel corpo.

  1. Quanto è importante far riaffiorare la propria autenticità per una vita in armonia e in equilibrio?

Far riaffiorare la propria autenticità è fondamentale se si vuole manifestare realmente se stessi al di là dei condizionamenti, delle proprie ferite emotive e paure. Per far ciò è importante scegliere di liberarsi da retaggi e irretimenti, sia interiori, che esterni legati alla società, all’educazione, che bloccano la nostra evoluzione.

  1. Ciascuno ha in sé le potenzialità per far brillare le proprie qualità e giungere alla realizzazione dei propri sogni, ma spesso ciò non accade proprio per via di condizionamenti bloccanti. Come permettere a chi ha smarrito un sogno un progetto  cui teneva di recuperarlo?

Tutti quanti abbiamo delle risorse e abbiamo al nostro interno delle potenzialità di cui non siamo consapevoli, ma che se viste, riconosciute ed allenate, possono diventare dei talenti veri e propri. Questi talenti quando vengono manifestati ci permettono di raggiungere obiettivi importanti e di realizzare i nostri desideri. Spesso però si è condizionati da credenze limitanti che bloccano lo sbocciare di questi talenti che rendono unica una persona. Fare un percorso di conoscenza e consapevolezza di sé, ad esempio attraverso delle sessioni di Counseling, è fondamentale per liberarsi da questi condizionamenti.

  1. In un tuo percorso teorico-esperienziale “Dall’Amore per Te all’Amore per Me – Dall’Amore per Me all’Amore per gli Altri”, svolto nel 2018 volto a far acquisire consapevolezza, fiducia in sé stessi per trovare il coraggio di cambiare, migliorando il rapporto anche con gli altri, hai sviluppato un cammino molto efficace per entrare in contatto con le emozioni, riconoscere come i condizionamenti ricevuti nell’infanzia possano incidere sulle scelte successive di vita, e come affrontare le manipolazioni emotive, i giochi di potere che si celano nelle relazioni insane. Oltre a questo attraverso questi workshop a carattere teorico esperienziale hai guidato le persone alla riscoperta del valore di sé, acquistando autostima e individualità e assertività per proiettarsi verso la costruzione di relazioni sane fondate sulla reciprocità. Mi parli di questo seminario in cui ritrovo molti aspetti che recentemente hai portato nel percorso del “Viaggio dell’Eroe” svolto insieme al tuo collega Omar Montecchiani Counselor a mediazione corporea, Formatore e Scrittore?
Francesca Di Sarno con il collega Omar Montecchiani

Nel ciclo di workshop “Dall’Amore per Te all’Amore per Me – Dall’Amore per Me all’Amore per gli Altri” avevo l’obiettivo di far conoscere il processo interiore che ci porta a passare dallo stare in relazioni tossiche a sviluppare sempre più il desiderio di costruire delle relazioni armoniche. Questo è possibile se sposto l’attenzione dal dare Amore solo all’altro al donarlo anche a me stessa, perché se si proietta il proprio flusso energetico d’Amore solo all’esterno di sé, in un’ abbondanza donativa, chiudendosi a ricevere, si finisce per sentirsi svuotati, perché ci si è annullati. In questi casi, è molto più semplice dare la colpa al partner che ci ha risucchiato l’energia, senza rendersi conto che siamo noi ad avere il potere di aprire e chiudere il “rubinetto” del nostro flusso d’Amore. È importante creare un flusso d’Amore circolare tra il dentro e il fuori. Siamo noi ad avere un potere personale in mano da saper gestire unito al cuore e non sempre ce ne rendiamo conto, perché non siamo in grado di vederci e di riconoscere il nostro valore. In “Fai risplendere l’Eroe che è in te!”, ciclo di webinar teorici-esperienziali, che abbiamo realizzato con il mio collega Omar Montecchiani, stimoliamo le persone ad andare alla conquista del loro  tesoro, al riconoscimento del proprio valore, attivando in sé risorse e potenzialità sconosciute utili al raggiungimento di ciò che desiderano per essere felici. I temi in comune con il ciclo di workshop menzionato sopra sono i “condizionamenti limitanti”, le “ferite emotive”, le “maschere”, ovvero rappresentano le ombre insite in ognuno di noi, sono le prove da superare nel proprio viaggio dell’Eroe, ovvero i demoni da affrontare per portare luce nella propria parte oscura ed espandere la propria conoscenza e consapevolezza di sé.

  1. Trovi che le costellazioni familiari sistemiche sia un buon metodo per lavorare su certi blocchi del passato e soprattutto sulla ripetizione di determinate situazioni?

Assolutamente sì, le costellazioni familiari sistemiche le trovo molto adeguate a lavorare sullo sblocco energetico ed emotivo che ne consegue dallo scioglimento di nodi legati alle proprie radici familiari. Ugualmente importante è la consapevolezza che si acquisisce di fronte  alla visione del copione inconscio che si mette in atto, quando colui che porta il problema diviene uno spettatore che osserva all’esterno la propria situazione familiare messa in scena, a cui prende parte il proprio alter ego. In quei momenti avvengono dei veri e propri insight. Le Costellazioni Familiari sono un metodo molto catartico.

  1. Vi sono dei nessi tra le Costellazioni Familiari e il Mantra Madre in cui viene spiegato che i fatti che accadono sono solo proiezioni, immagini di quello che abbiamo dentro?

Nelle Costellazioni Familiari la persona che porta il problema da risolvere legato alla propria dinamica familiare mette in scena la propria costellazione con le persone della propria famiglia che in qualche modo rappresentano una proiezione di aspetti di sé, così come viene trasmesso dal Mantra Madre.

  1. Il tuo lavoro con il cliente /persona è fondato sulla comunicazione assertiva e sulla relazione di fiducia. Hai una modalità precisa su cui ti basi durante le tue sessioni individuali di Counseling?

Quando ricevo una persona la mia attenzione è rivolta al farla sentire accolta, compresa e sostenuta attraverso una comunicazione assertiva, basata su un ascolto attivo fondato sull’empatia, che consente di stabilire un rapporto di fiducia, che è la chiave del successo del percorso di Counseling. Invito la persona a portare il focus nel Qui e Ora sulle proprie sensazioni fisiche ed emozioni rispetto a quanto emerge dal colloquio.

  1. Oltre alle sessioni individuali e di gruppo di Counseling, e ai corsi volti alla crescita personale che svolgi con grande professionalità e preparazione, ti dedichi alla scrittura. A riguardo oltre a scrivere poesie hai scritto diverse riflessioni legate al Counseling: hai in programma di pubblicare libri legati a queste tematiche?

Oltre a lavorare come Counselor e Formatrice e ad amare lo scrivere poesie che giungono fulminee dal cuore, sento che rientra nella mia missione d’Anima anche quella di scrivere. Ho intenzione di pubblicare dei libri di Crescita Personale e Spirituale orientati al Risveglio di Coscienza. Sono molto attratta dalla “Trasformazione Alchemica” delle proprie ferite per passare dall’Inferno al Paradiso dentro di sé che affronterò in un libro che ho iniziato a scrivere.

  1. Sabato 23 maggio alle ore 15.00, inizierà la seconda edizione del viaggio dell’Eroe “Fai risplendere l’Eroe che è in te” sempre insieme ad Omar Montecchiani. Vuoi accennare ai tre incontri che andrete a proporre quali tappe di un viaggio verso l’autorealizzazione con la conquista finale del proprio tesoro?

Certamente il Viaggio dell’Eroe che abbiamo ideato e condotto con Omar è suddiviso in tre tappe: 23 maggio “ Varcare la soglia: chi sono? chi voglio essere?”, per mettere a fuoco i bisogni più profondi, discernendoli dai falsi bisogni,  il 30 maggio “Viaggio nel mio mondo interiore: come gestire al meglio le situazioni sfidanti?”, per acquisire alcuni strumenti utili per affrontare concretamente le difficoltà, prendendo coscienza delle proprie risorse, il 6 giugno: “Come manifesto ciò che ho scoperto di me?” per esprimere la propria autenticità nel perseguire i propri obiettivi di vita.

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Dopo questa conversazione mi sento di consigliare personalmente di seguire la Dott.ssa Francesca Di Sarno, Counselor Evolutiva Quantistica e Formatrice attraverso la sua pagina professionale FB e di prendere parte ai suoi percorsi formativi come questo prima citato che inizia sabato 23 maggio dedicato al “Viaggio dell’Eroe”, ma anche di affidarsi a lei come Counselor esperta di crescita personale per migliorare la propria vita a livello interiore acquistando benessere.

 Silvana LAZZARINO  Roma  21 maggio 2020