di Antonio BRUNI
Con il patrocinio della
Città di Bassano del Grappa Chiesa di San Giovanni Battista
8-18 marzo 2025
Enrico Bravo
ALLEGRIA DELLE FORME
Retrospettiva per i novant’anni dell’artista. Tavole di smalto, ceramiche, pitture, grafiche, bozzetti
Mostra e catalogo a cura di Antonio Bruni e Liuba Novozhilova
Si è conclusa a Bassano del Grappa “Allegria delle forme” la retrospettiva, con duecento opere, per i novant’anni di Enrico Bravo, scultore ceramista, dall’otto al diciotto marzo 2025 nella Chiesa di San Giovanni Battista, che domina la storica Piazza della Libertà, un tempo detta dei Signori.
È la terza delle mostre recenti di Bravo, dopo “Le forme dell’anima” a Villa Morosini Cappello di Cartigliano 2021, e “I rilievi dei sensi” Chiesa del Torresino a Cittadella 2023, che ho curato insieme a Liuba Novozhilova. Le tre esposizioni hanno messo in risalto altrettanti aspetti della espressività di Enrico Bravo.
Il primo è la profonda religiosità, piena di domande, di dubbi, di ricerca, svelata nelle tavole di smalto che presentano rilievi, contrasti, asperità dei tracciati. Le otto tavole, già presentate al Festival Biblico di Vicenza del 2009, interrogano la coscienza sui momenti della Passione e su alcune indicazioni evangeliche: Chi dite che io sia? nei passaggi delicati tra oro e azzurro; Passio, Costato e Germoglio nei tracciati di oro e carminio; Memoria, Veritas, Parabola in un sanguinare dell’anima; Resurrexit, incandescente esplosione della forza di un’atomica.


Nel Crocefisso, figura scheletrita e senza volto, c’è l’estremo messaggio del Salvatore: “È un Cristo tribolato, senza volto, ma in lui possiamo mettere i volti di tutti i sofferenti.” (Francesco Gasparini).
I rilievi dei sensi appaiono in tutte le ceramiche. Le emozioni si solidificano, diventano percorsi tattili, zone luminose e ombre, asperità e dolcezze. Bisogna leggere le sculture, accettando i brividi e le scosse che le sue immagini e i suoi rilievi possono comunicare.
Il secondo aspetto, dominante nella produzione, è la rappresentazione della femminilità come carnalità esuberante, forza della natura che insegue la sua missione, espressa nelle ceramiche bianche a volute, riccioli e intrecci, avvolgenti come conchiglie che si spalancano allo sguardo.

Opere mirabili anche sul piano tecnico perché la ceramica in queste ardite dimensioni normalmente si spacca. Enrico riesce a dominarla nella sua fragilità, donandogli una morbidezza muliebre. Sono lavori irripetibili degli anni Ottanta.

La figura, nella sua delicatezza, è delineata nelle pitture, olio e acrilico, dove l’immagine è riportata a sintesi, talvolta essenziale in semplici tratti di scuola picassiana, suo riferimento costante. Le figure eteree dei quadri, diverse dalla formosità delle ceramiche, parlano linguaggi tra donne nell’intimità delle case e delle conversazioni.
Il terzo aspetto, l’allegria delle forme, è espresso nei vasi, anch’essi omaggio al suo maestro Picasso.


Forme tonde, bizzarre, colori irriverenti, nudi formosi, colombe e fronde ombreggianti si inseguono nelle curve delle superfici; una decorazione che diventa racconto ininterrotto della gioia di vivere.

Come dimenticare poi le linee slanciate delle bianche figurine di persone, prevalentemente in coppia, talvolta sole, che incrociamo nelle nostre strade e che vorremmo conoscere nella loro riservatezza?
Cinque capolavori sono i grandi piatti tracciati a merletto di ceramica come fosse argento e oro, omaggio di grande tecnica alla raffinatezza del ricamo. Sono pezzi ormai rari perché di difficilissima realizzazione, rotondi e splendenti come astri, trasparenti e intoccabili nella loro fragilità.
Enrico Bravo ha la freschezza morale e fisica di un giovane. Lavora a tempo pieno nel suo laboratorio di Cartigliano, nel cuore bassanese della patria della ceramica artistica, e continua a produrre, anche nei giorni che dovrebbero essere dedicati al riposo, opere sempre diverse, cercando di dare forme e colori alle immagini di cui la sua anima è ricca. Non ha il distacco dell’anziano, non soffre la pigrizia della senescenza.
Nato nel 1935, da bambino ha ammirato le pitture di Jacopo e Francesco da Bassano nella parrocchiale di Cartigliano, dove tuttora vive.

Ha studiato nell’Istituto d’arte di Nove, sotto la guida del maestro Andrea Parini che lo presentò per partecipare diciottenne alla Biennale internazionale di Venezia. Due suoi Crocifissi sono esposti nel Museo Diocesano di Vicenza e nel Campus del Gemelli di Roma. Altre opere sono nei Musei di Bassano, di Nove e di Ascoli Piceno. Ha esposto anche all’Angelicum di Milano, alla Bevilacqua La Masa di Venezia e al Festival Biblico di Vicenza.
Catalogazione delle opere e relazioni esterne Linda Zolin- Collaborazione Carlo Bravo e Lidya Zolin
Foto di Franco Menon – Video di Mario Camonico
Roma 23 Marzo 2025
Scarica il catalogo della mostra: http://antoniobruni.it/wp-content/uploads/2025/03/Bravo-Bassano.pdf
Video della mostra https://youtu.be/BCe2L_vE1WU
Contatti: info@ceramichebravo.it www.pensieroxroma.it info@pensieroxroma.it
Allegria di vasi
Spalancano bocche ridenti / cantano in riserva di fiato / ostentano lieta serata / adagiano pance opulenti/ racchiudono spiagge abbronzanti / distinguono occhi stellari
Le donne in attesa / riserbano al sole / canzoni segrete / racchiuse in bottiglia / esposte in finestra / scottate dal giorno/ azzurre di notte / conversano intense /confidano storie
Allegro un esercito vario / insieme a giusta distanza / aperti ospitali capienti / non spigoli morbide curve / duriamo una vita da forti / se non ci urta nessuno / è dote preziosa la pancia / bellezza che luccica esterna / si sposa all’utile interno
Per la mostra di Enrico Bravo
Allegria delle forme
Malizia sorridono curve/ incrociano sguardi e colori / avviano il loro percorso / gomitolo privo di un filo / le luci ammiccano a ombre / riflessi si appoggiano agli angoli / emergono tattili suoni / si svelano intimi luoghi / permane il mistero del volto
per la mostra di Enrico Bravo
antoniobruni.it