“Egalitè”. Arte urbana e Diritti umani: il murale di Maupal alla Base Scout di Melara.

di Carla GUIDI

ENTUSIASMO, ARTE URBANA E DIRITTI UMANI

Inaugurato uno splendido murale di Maupal alla Base Scout di Melara

Foto 1 – Murale “Egalitè” di Maupal per la Base di Melara

Tra le province di Mantova e Verona si trova Melara, il comune più occidentale del Polesine. Il suo nome, legato alla produzione di miele, fu a tal proposito citato anche da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia”. Ebbene in questo lembo di meravigliosa e volenterosa terra sul Po, il 9 giugno 2013 la Base Scout “Santo Stefano” ha aperto ufficialmente le porte, non solo a gruppi Scout, ma anche a svariate associazioni di volontariato, con l’obiettivo di condividere e rendere sempre più forte e contagioso lo spirito di comunità e le relazioni d’aiuto, indipendentemente ed oltre le esperienze fatte e la cultura da cui le persone sono state formate. Lo scoutismo infatti unisce con uno spirito di fratellanza e non divide. Un esempio? Ad aprile di quest’anno è stato ospitato un gruppo Scout del ASMI di Verona (Associazione Scout Mussulmani Italiani) con l’obbiettivo di percorrere un tratto di strada insieme.

Foto 2 – Base Scout “Santo Stefano”

La creazione del murale invece parte da un’idea di Matteo Caleffi, capo del gruppo Scout di Melara ed appassionato di Street Art. Gli è venuta infatti in mente l’idea di “colorare” la Base con un’opera pittorica imponente, capace di esprimere questi valori senza paura, senza incertezze, in un’epoca in cui ogni merito sembra perduto ed ogni alleanza tra gli esseri umani, spesso disattesa. L’arte infatti, oggi che ha ripreso la strada pubblica e sociologica dei Murales, è ancora più necessaria a svolgere il suo ruolo di simbolizzare l’indicibile in un mondo dove le informazioni, in particolare le immagini, sono sempre più pervasive e soggette all’accelerazione temporale di un bombardamento estraniante ed estenuante, soprattutto attraverso i media digitali, che vanno a modificare non solo la percezione, ma anche la capacità attentiva, indebolendo, frantumando il pensiero progettuale e la memoria.

Foto 3 Un momento di vita alla Base

Per citare l’importante scoperta di Nelson Goodman secondo il quale le emozioni funzionano in maniera cognitiva, ricordiamo che i valori dell’empatia (ricerca estesa dalle ultime ricerche sui neuroni a specchio) forniscono la prova che le immagini abbiano un ruolo fondamentale nelle risposte visuomotorie e ci colleghino alle emozioni degli altri. Ma le immagini degli artisti, attraverso lo stile e la progettualità simbolica degli autori, possono raggiungere un’efficacia finalizzata ad un messaggio che li rappresenti, questo è fondamentale nella scelta di raffigurare ciò in cui si crede ed il ruolo che si vuole avere nella vita.

Foto 4 – Maupal dipinge il murale con l’aiuto di Alessandra Cassetta, una giovane capo scout che sta studiando all’accademia delle Belle Arti di Verona.

La Base di cui parliamo è cresciuta, il gruppo di persone che la gestisce, sono sì legate al gruppo Scout ma indipendenti e proprio in linea con le nuove tendenze dell’arte di questi ultimi vent’anni, questo gruppo ha deciso di volere assolutamente un murale di Maupal, partendo dall’idea di un grande muro dei diritti che rappresentasse il percorso fatto in questi anni da questa Base di Melara.

Maupal ed Emergency sono stati l’occasione giusta e dopo un confronto di gruppo su questo tema è stato contattato Mauro Pallotta (in arte Maupal) che ha accettato con entusiasmo di dipingere un’opera.

Così lo scorso 31 maggio “Egalitè” (così si chiama il murale) è stato infine inaugurato durante una cena che il gruppo scout ha organizzato a favore di Emergency, alla presenza del referente del Nord-Est di Emergency e dello stesso Maupal.

 Riportiamo le stesse parole dell’autore (Maupal) che descrive la sua opera:

In questa meravigliosa gara che rappresenta il percorso delle nostre vite, sarà importante correre sempre su una pista con i colori dell’Arcobaleno, su un terreno di Pace. Per realizzare questo sogno bisogna che ognuno si adoperi per rompere le catene che ci proibiscono di correre in libertà! Il concetto base sta nel punto di partenza. In una società degna, ognuno deve avere gli stessi diritti comuni. Un inno all’uguaglianza. In questa surreale gara della vita, ho voluto inserire sui blocchi di partenza vari stereotipi sociali che simboleggiano persone defraudate dei propri diritti e anche alcuni protagonisti che rispecchiano il luogo di nascita di questo murale e l’evento che ha scatenato l’idea: la Base Scout ed Emergency. Tra i protagonisti si possono notare, a partire dalla destra: una giovane donna formosa, in tacchi rossi, che simboleggia la parità dei diritti femminili e la parola basta verso gli innumerevoli femminicidi; una giovane disabile che gareggia in carrozzina, che rappresenta i mai superati limiti sociali, inoltre, considerando il periodo, incarna anche le migliaia di vittime ferite e amputate nelle varie guerre, in particolare in Palestina. Proseguendo verso sinistra non poteva mancare un giovane migrante, con vestiti stracciati e una ciambella di salvataggio; al centro della scena si trova un velocista con la maglietta di Emergency, una organizzazione speciale, virtuosissima e ormai essenziale che si trova sempre con grande puntualità al centro delle zone di guerra. Di seguito ho dipinto una persona che corre per combattere chi viene discriminato per le proprie preferenze sessuali. Poi per gratitudine e merito, ho inserito una rappresentanza di questi meravigliosi ragazzi Scout che interpretano la migliore costruzione possibile di un tessuto sociale futuro; infine, oltre a ringraziare la giovane artista e Scout Alessandra Cassetta per avermi assistito con professionalità, dedizione e sapienza artistica in questa creazione, ho lasciato a lei il compito di raffigurare noi due, creatori dell’opera.
Foto 4 – Maupal e Alessandra Cassetta,

Il gruppo scout A.G.E.S.C.I. di Melara tuttora gestisce questa Base, capace di ospitare fino a 44 persone per tutto il periodo dell’anno. Accogliendo tantissimi gruppi, formati in particolare da bambini e ragazzi, anche per intere settimane, permette loro di sperimentare e vivere esperienze significative.

Costruita dove una volta sorgevano le scuole elementari della frazione di Santo Stefano (da tempo abbandonate ed in avanzato stato di degrado), la sua realizzazione è l’esempio di come la tenacia del perseguire un sogno si è trasformata in una concreta e bella realtà. Grazie alla determinazione ed alla collaborazione di tutte le persone che hanno creduto nel progetto, si sono potuti superare ostacoli che sembravano insormontabili. Il simbolo della Base Scout è un’ape, l’insetto da cui ha origine il nome di Melara. Il  suo motto è ASSIEME E’ POSSIBILE: occorre avere il coraggio di osare e di “pensare in grande”, con il contributo di ciascuno. Allora anche ciò che sembrava impossibile diventa possibile! Accoglienza, inclusione, ascolto, bellezza, attenzione per il prossimo, sono i valori che caratterizzano la Base, sono il modus operandi di chi la anima.

Foto 6 Manifesto dell’evento

La promozione dei diritti fondamentali dell’uomo è un argomento che negli ultimi tempi sta particolarmente a cuore al comitato di gestione, proprio perché sempre più spesso, violati e aggrediti pubblicamente e deliberatamente. Quando si parla di scoutismo, i primi pensieri vanno alla “Legge” e alla “Promessa”, un programma assai noto, così come sappiamo che ci sono molti Scout nel mondo, di molte religioni, ma un’unica promessa ed un’unica legge. Essi si impegnano ad osservarla ed i suoi punti sono tutti espressi in chiave positiva: non indica comportamenti da evitare, ma evidenzia aspetti sui quali migliorare sé stessi. È espressione del patto che lega tutti gli Scout e la Guide del mondo. La Legge deve essere considerata un punto di riferimento di punti fondamentali sui quali costruire la propria strada, nella quale il cammino del singolo è proteso al bene comune.

La “Promessa” segna definitivamente l’ingresso nel mondo scout. Il ragazzo chiede di pronunciarla quando ritiene di aver capito le “regole del gioco” dello scoutismo e vuole parteciparvi impegnandosi a rispettarle. I Capi e gli altri membri del gruppo si impegnano perché il nuovo arrivato possa vivere con serenità e partecipazione questo momento.

La Base in questi anni è diventata casa anche per associazioni che attraverso l’arte si impegnano a favore di diversi diritti. https://www.basescoutmelara.org/it/

https://www.corocanoneinverso.it/https://infermieristicateatrale.it/

7 Volantino Cena Emergency

Così si esprime Matteo Caleffi, capo del gruppo Scout di Melara:

E’ bello pensare che persone di diversi paesi e di diverse religioni pronuncino le stesse parole, creando un vincolo di fratellanza che va oltre qualsiasi muro e qualsiasi divisione. Si gettano ponti che uniscono, che portano a condividere e creare una ricchezza comune, un bene comune capace (e lo credo fortemente) di rendere il mondo migliore di come è ora. “Scegliamo di accogliere perché crediamo nella dignità di ogni vita umana, nel valore inestimabile che ogni esistenza ha; vogliamo incon­trare l’altro senza lasciarci paralizzare dai pregiudizi, dalla paura e dall’indifferenza”.
Foto 8 – Un momento di sport alla Base

Infine citiamo parte del documento del Consiglio generale dell’AGESCI (Bracciano, 28 aprile 2019)

LA SCELTA DI ACCOGLIERE 

Chi ha avuto la forza di lasciarsi liberare dalla paura, chi ha sperimentato la gioia di questo incontro è chiamato oggi ad annunciarlo sui tetti, apertamente, per aiutare altri a fare lo stesso. (Papa Francesco, 15 febbraio 2019, “Liberi dalla paura”)
Noi, capi e capo dell’AGESCI, “scegliamo di accogliere” perché lo facciamo da sempre. Sentiamo oggi ancora più forte l’esigenza di confermare questa scelta in ogni ambito della nostra vita, della nostra azione educativa, politica e di servizio, nelle nostre famiglie, nei nostri gruppi, nella Comunità civile e nella Chiesa.Scegliamo di accogliere mossi dai valori espressi nel nostro Patto Associativo (1) e in coerenza con le indicazioni contenute nelle Strategie Nazionali di Intervento (2). Scegliamo innanzitutto di ascoltare con rispetto e delicatezza; vogliamo accogliere l’altro con la sua storia, il suo presente e il suo desiderio di futuro e rimaniamo nella disponibilità ad essere accolti a nostra volta, riconoscendo le nostre stesse fragilità, resistenze e paure. Siamo consapevoli che l’accoglienza richiede costanza e continuità, un tempo disteso, che possa andare oltre i bisogni immediati ed urgenti. Scegliamo di accogliere “con l’aiuto di Dio”, accompagnati dalla sua Parola, nella fedeltà alla nostra Promessa. Sentiamo la solitudine e l’indifferenza come le principali malattie del nostro tempo, da cui vogliamo guarire innanzitutto noi stessi: siamo consapevoli che non è in gioco solo l’umanità di chi rischia ogni giorno di soccombere, ma la nostra stessa umanità, la nostra capacità di amare e di rimanere disponibili all’incontro e alla condivisione, alla conoscenza e alla relazione. Sentiamo urgente il dovere di fare di più e di impegnarci nella realizzazione di un mondo più giusto per tutti, in cui sia pienamente affermato il diritto di ogni persona a vivere in pace, salute e sicurezza, anche nella disponibilità a collaborare con altre realtà. Riconosciamo nell’accoglienza il presupposto di ogni Comunione, un modo per essere Chiesa, e accogliamo l’invito di don Tonino Bello ad alzarci “in piedi!” per costruire il sogno di un mondo per tutti, nessuno escluso, in cui la “convivialità delle differenze” arricchisce e completa ogni essere umano. Vogliamo accogliere concretamente, presso di noi e attraverso di noi, fedeli allo stile scout: con i piedi per andare incontro e camminare accanto, con le mani capaci di condivisione, con gli occhi rivolti al desiderio di pace e fratellanza. Niente di ciò che è umano ci è estraneo. 
1 “Vivendo con gli altri (…) è possibile sperimentare una forma di vita fondata sull’accoglienza delle reciproche diversità e sulla fraternità, dove ciascuno è impegnato a mettersi a servizio degli altri. (…) realizzarsi nel “fare la felicità degli altri” è impegno graduale, concreto, disinteressato, e costante ad accorgersi degli altri, a mettersi al passo di chi fa più fatica ed a condividere i doni che ciascuno porta.” 
2 L’accoglienza è “la sfida più forte con cui la nostra società è chiamata a confrontarsi. Impegnarsi in questa direzione significa per l’Associazione testimoniare il senso evangelico dell’accogliere, farsi capaci di educare i ragazzi e le ragazze alla relazione personale nello spirito della reciprocità (non solo includere, ma anche lasciarsi accogliere) e contribuire attivamente a creare contesti aperti all’accoglienza.

 Carla GUIDI  Roma 29 Giugno 2025