redazione
Si è tenuta lo scorso giovedì 3 Aprile presso la Sala Cenci di Palazzo Madama la conferenza di presentazione di un notevole dipinto attribuito a Giovan Francesco Barbieri, meglio noto come il Guercino (Cento 1591 – Bologna, 1666), raffigurante un “Salvator Mundi”.
Il dipinto, presentato in un’asta Old Master qualche settimana fa come “Cristo benedicente. Scuola del Guercino” è stato individuato come possibile autentica opera di mano del maestro di Cento da Antonello Di Pinto (noto studioso, scrittore e critico d’arte, mercante, artista) non nuovo a queste performance, se è vero che a lui si deve il riconoscimento di lavori di artisti quali Jusepe de Ribera e addirittura dell’ormai famosissimo Ecce Homo (in effetti, da tempo ne rivendica la primogenitura) ora esposto a Palazzo Barberini nella mostra “Caravaggio 2025” di cui è senza dubbio tra le maggiori attrazioni. L’importanza del quadro – acquisito da un antiquario veneto- ha convinto poi il dott. Stefano Colucci, da poco divenuto Presidente della 17^ Commissione “Arte” dell’intergruppo parlamentare, ad organizzare l’evento a Palazzo Madama.
Colucci, che conferma in questo modo la sua fama di perspicace indagatore, essendo stato autore qualche tempo fa di un’altra notevole ‘scoperta’, ossia un quadro raffigurante una “testa di filosofo”, restituito dal Prof. Massimo Pulini alla mano di Giovanni Lanfranco, di concerto con Antonello Di Pinto hanno messo in moto i percorsi necessari in circostanze del genere, quando cioè un’idea attributiva -specie quando concerne un grande maestro del barocco come nel nostro caso- debba per così dire essere messa alla prova, avviando studi, ricerche, indagini diagnostiche e confronti che possano dare quanto più certezze possibili al riconoscimento.
Su questa base hanno lavorato lo stesso Di Pinto (autore di un testo molto ben argomentato in cui ha operato una serie di confronti che confermerebbero l’autenticità dell’opera “almeno fino a prova contraria”), nonché la dott.ssa Roberta Delgado, ricercatrice, studiosa esperta di diagnostica e in questo caso autrice di un elaborata analisi nella quale sottolinea quale fosse la “tecnica pittorica” del Barbieri “tra immediatezza e raffinatezza espressiva“, rimarcando in particolare, riguardo al dipinto sub judice come “le analisi scientifiche” condotte su altri capolavori del maestro
“confermano come egli dipingesse a colpo sicuro, senza bisogno di tracciare un disegno preparatorio”.
In questo senso non dovrebbe stupire neppure la mancanza di importanti “pentimenti” se si eccettua un piccolo ritocco sul labbro superiore emerso ai raggi x.
Sono intervenuti all’evento oltre a numerosi amanti delle belle arti -tra cui il Maestro Amedeo Minghi, noto cantautore nonché collezionista- molti addetti ai lavori, tra studiosi, collezionisti e rappresentati di case d’asta, che hanno portato contributi non trascurabili al dibattito che si è aperto soprattutto in relazione alla committenza del “Salvator Mundi” che si fa risalire a importanti famiglie romane, e all’apertura di nuove piste d’indagine che ne possano ratificare l’autenticità.
Sull’evento si è anche espressa la dott.ssa Michela Colucci (Ceo di Colucci Fine art) che ne ha sottolineato il valore quale “momento di valorizzazione dell’arte antica” e di “recupero del nostro patrimonio artistico”
Roma 6 Aprile 2025