di Sonja M.H. PETER
Nella cornice storica e suggestiva del seicentesco Palazzo Maffei Marescotti, sede della Galleria La Pigna – spazio espositivo promosso dall’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) e fondato sotto l’impulso spirituale e culturale di Paolo VI – è in corso la mostra personale di Placido Scandurra, dal titolo : “Curve di indifferenza nel caos della metropolis “, curata da Claudio ed Elisa d’Alelio Marescotti – appartenenti al Casato Marescotti.
L’esposizione merita particolare attenzione, non solo per l’alta qualità delle opere esposte, ma anche come prova evidente della capacità dell’artista, anche in età matura, di rinnovarsi costantemente, affrontando percorsi tecnici e concettuali nuovi.
Il titolo, ideato dal Curatore della Mostra Claudio d’Alelio Marescotti, trae ispirazione dagli studi di Diritto economico della consorte Elisa e si presta a una lettura duplice e affascinante. Come dichiara egli stesso introducendo il Vernissage, avvenuto il 04 Aprile:
’’Richiama da un lato il concetto matematico delle ‘curve di indifferenza’, e dall’altro una riflessione poetica e visiva, ben rappresentata dal famoso regista Fritz Lang nel film del 1927 ’’Metropolis” sull’indifferenza emozionale che attraversa il tessuto sociale delle metropoli contemporanee – un caos urbano in cui il segno artistico può ancora rivelare strutture, armonie e risonanze ’’ .
Il tema della mostra è la rappresentazione delle dinamiche urbane contemporanee, viste attraverso una lente astratta che ne cattura i ritmi, le tensioni e le sovrapposizioni. Curve e linee si intrecciano in una danza visiva che evoca il caos e l’ordine delle metropoli moderne, il loro fluire costante e la loro energia latente.
All’inaugurazione hanno preso parola, tra gli altri, il Sindaco di San Polo dei Cavalieri, Simone Mozzetta, sito nell’ area di Roma Metropolitana dove l’artista crea le Sue opere, la Presidente dell’UCAI Roma Letizia Cavallo, la quale ha conferito insieme all’UCAI Nazionale il patrocinio e la Direttrice della Galleria La Pigna, Annamaria Borsatti.
Placido Scandurra, rinnovando la sua presenza in questo spazio dopo quasi cinquant’anni – dopo aver partecipato con altri colleghi, in alcune mostre collettive di giovani artisti negli anni ’70, ha illustrato il senso della sua attuale ricerca visiva.
Risaltano nell’esposizione 30 grafiche astratte di recente produzione, che compongono una raffinata sequenza sperimentata su matrici di xilografia incisa in MDF, usando procedure di stampa manuale, espressione di una rara applicazione di tecniche ormai quasi scomparse nel contesto della produzione artistica su torchio, conferendo così alle opere un rilievo materico di grande intensità.
Le opere testimoniano una continuità poetica con la stagione incisoria degli anni ’70, quando Scandurra, allievo di Peppe Guzzi e Attilio Giuliani alla Calcografia Nazionale, conduceva sperimentazioni radicali sul segno e sul processo, portando le lastre di zinco all’estremo attraverso numerosi stati. Questa ricerca torna oggi trasfigurata e rinnovata, ma fedele alla materia e al gesto e lontana dalle ambiguità e contaminazioni delle tecnologie oggi presenti nel processo espressivo artistico dei giorni odierni, che tendono a confondere l’umano e a rendere sterile ciò che l’Arte rende invece fecondo.
Nelle Opere, stampate con tecnica calcografica, la matrice xilografica da luogo a stampe a rilievo a effetto trimensionale,in cui emergono presenze che affiorano come una profonda astrazione dell’inconscio umano fatto di luce e ombre. In alcune incisioni, l’artista sente il bisogno di completare l’opera suggerendo, attraverso l’applicazione minuziosa e certosina di foglie d’oro 18 kt, una traccia aurea, che arricchisce le composizioni con luminosità preziose, indicando simbolicamente una via maestra. In questo processo di ricerca viene indicata una possibile uscita dal labirinto visivo, un orientamento nel disordine apparente, anche attraverso tracce di colori, espressione di una ricerca continua da parte del Maestro Scandurra, della fusione tra il cromatismo che volge e coinvolge l’umano e la percezione che l’umano stesso ha di questi cromatismi.
Come non restare in uno stato ammirativo e di estasi davanti a queste opere che esprimono con cortese forza il divenire dell’umana vita di tutti noi, espressa con grazia e alta tecnicità, da un uomo che ha fatto del pennello come un fioretto e delle lastre come uno scudo, i suoi strumenti, per crearsi un varco nel grigiore di una quotidianità che cerca di annebbiare la vista dell’umano e nel quale egli ambisce a portare la luce e l’armonia, in aiuto al bisogno di entrare in comunione con positività nella quotidianità.
La serata si è conclusa con un raffinato concerto barocco eseguito con strumenti d’epoca riprodotti fedelmente dai Maestri Maurizio Lopa (Viola da gamba) ed Emanuela Pietrocini (clavicembalo), grandi cultori della musica barocca e splendidi musicisti, di una grande generosità artistica nel concederci la presentatazione e interpretazione di un sofisticato programma di musiche seicentesche inglesi e francesi.
L’alternanza tra linguaggi artistici ha conferito alla mostra un respiro multidisciplinare, ulteriormente valorizzato dall’attenta cura nella realizzazione, frutto dell’esperenza plurisecolare del Casato Marescotti nelle loro opere di mecenatismo e dalla qualità del pubblico presente.
La mostra rappresenta una testimonianza eloquente della vitalità artistica di Scandurra, capace di reinventarsi nel solco della tradizione, mantenendo una profonda coerenza poetica e tecnica. Un evento che merita attenzione per chi voglia comprendere le potenzialità del linguaggio grafico contemporaneo nella sua declinazione più colta e materica.
La mostra è visitabile fino al 16 aprile 2025 presso la Galleria La Pigna, via della Pigna 13 – Roma Capitale.
Sonja M.H. PETER Roma 13 Aprile 2025