Chiuso con successo al Teatro Marconi “L’Avaro” di Plauto nella versione di Roberto Lerici (Arpagone ante litteram).

di Marco FIORAMANTI

Roma, Teatro Marconi

L’Avaro di Plauto

di Carlo Emilio Lerici

Nota anche come “La commedia della pentola, questa rappresentazione, andata in scena qualche giorno fa, secondo il classico stile plautino, gioca in primis sull’aspetto maniacale dei suoi personaggi – nel caso specifico l’assillo del possesso – e sulla rottura del verosimile scenico, sul rapporto diretto, dialettico con gli spettatori, tecnicamente definito metateatro.

I due i perni della storia – l’avarizia e l’amore – combinati alchemicamente producono scene esilaranti.

Una pentola colma di monete d’oro viene nascosta in luoghi sempre diversi dall’avido Catenaccio (un bravissimo Gigi Savoia), terrorizzato dalla paura di essere derubato. Naturalmente il furto avviene davvero e dà spunto a numerose scene tipiche della commedia degli equivoci.

Il contraltare scenico, quello amoroso, vede invece Lucia, figlia di Catenaccio, restare incinta al primo incontro del giovane Lupo. Costui è nipote di Cicorione, un ricco, vecchio scapolo al quale Catenaccio aveva acconsentito alle nozze con sua figlia.

La scacchiera dei personaggi è inoltre composta dalla vivace ed energica domestica di Cicorione (fantastica attrice Francesca Bianco), dalla squadra di cuochi e delle intrattenitrici con tamburelli per il banchetto nuziale e infine dal servo, ruolo fondamentale che Plauto utilizza per risolvere la storia e chiudere la commedia.

La scenografia, fatta di una fila di colonne a cavallo della porta di un tempio, richiama il mondo greco. Il linguaggio usato nello spettacolo è quello popolano con interiezioni volgari e scurrili, come da copione originario (II secolo a.C.).

Il pubblico ha mostrato partecipazione attiva con numerosi applausi in cambio-scena e apprezzato il coinvolgimento diretto da parte degli attori.

Roberto Lerici così ha interpretato il testo di Plauto:

Questo Avaro è un uomo che si è ammalato per un possesso improvviso, quindi quello che conta per lui è il possesso e non l’oggetto del possesso. Da qui la spinta ossessiva a nasconderlo per non consumare il capitale ideale della propria infelice sicurezza. Intorno a questo nucleo quasi astratto, nascono i rapporti reali del quotidiano. Figli, amici, amanti, servi, ovvero vecchi, giovani, anziani che di fronte alla malattia del protagonista devono vivere controcorrente. […]

Oltre ai protagonisti già citati, fanno parte del cast: Francesca Buttarazzi, Fabrizio Bordignon, Giuseppe Cattani, Germano Rubbi, Alessandra Santilli, Susy Sergiacomo, Roberto Tesconi, Tonino Tosto. I costumi sono di Annalisa Di Piero, le musiche di Francesco Verdinelli.

Marco FIORAMANTI  Marzo 2025