di Silvana LAZZARINO
Ancora poche ore per visitare la mostra di fotografie di Willy Ronis (Parigi, 1910 – 2009) uno dei massimi esponenti della corrente umanista francese in mostra a Venezia alla Casa dei Tre Oci.
Il mezzo fotografico, apparentemente asettico, diventa strumento privilegiato per riprendere quanto accadeva intorno a lui tra fatti, ordinari e straordinari con riferimenti all’aspetto ideologico e sociale dove l’uomo è protagonista con i suoi dolori e paure, lotte e speranze.
Cosi Willy Ronis (1910-2009),
tra i più significativi interpreti della fotografia del Novecento lasciava che fosse l’umanità nelle sue diverse sfaccettature a venirgli incontro: da quella riferita alla vita di tutti i giorni tra le strade e la gente nei gesti e nelle attività quotidiane, a quella legata alle lotte operarie, senza dimenticare il paesaggio e le vedute in particolare riferite a Venezia dove si evince anche la figura umana.
A ripercorrere la carriera di questo grande artista che si inserisce nella corrente umanista francese a fianco di maestri tra cui: Brassai, Gilles Caron, Henri Cartier- Bresson, Raymond Depardon e Jacques Henri Lartigue, è la mostra Willy Ronis, Fotografie 1934-1998 in corso a Venezia alla Casa dei Tre Oci fino al 6 gennaio 2019. Si tratta della più grande retrospettiva mai realizzata prima in Italia dedicata al grande fotografo francese che amava viaggiare e ricostruire racconti per immagini di quanto si svelava davanti al suo obiettivo.
Le sue storie nascono da quanto riceveva dal mondo circostante, da quanto assorbiva e lo testimoniano le 120 immagini vintage di cui una decina inedite dedicate a Venezia presenti nell’esposizione curata da Matthieu Rivallin e coprodotta da Jeu de Paume di Parigi e dalla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, Ministry of culture – France, con la partecipazione della Fondazione di Venezia.
Interessato alla quotidianità più umile e semplice, alla condizione umana attraverso cui intuiva un significato esistenziale ed universale, non poteva non restare affascinato dal sentimento di fraternità e partecipazione vista come condivisione tra persone unite da uno stesso sentimento e obiettivo.
La sua è comunque una visione ottimista della vicenda dell’uomo nel vissuto ordinario e quotidiano, in cui si fa spazio la denuncia contro l’ingiustizia sociale e l’attenzione verso le classi più deboli.
Le immagini da lui realizzate e fatte circolare che ritraevano lo stato in cui vivevano le persone e le lotte operarie stanno a sottolineare la sua convinzione politica e il suo esser stato militante comunista e la sua profonda sensibilità nei confronti di quante persone ogni giorno erano costrette a combattere per la sopravvivenza in un contesto professionale, familiare e sociale precario.
Sebbene la maggior parte delle sue immagini più riprodotte siano state scattate in Francia, sin dalla sua giovinezza Ronis non ha smesso di viaggiare e fotografare altri luoghi.
I suoi scatti in bianco e nero che rievocano la sua vita e il suo contesto politico e ideologico raccontano il suo desiderio di esplorare il mondo. Una realtà che spiava in segreto, aspettando pazientemente che la stessa gli rivelasse i suoi misteri. Più che andare a cercare situazioni da cogliere e fotografare egli lasciava che esse si mostrassero ai suoi occhi in modo da percepirne l’essenza.
Ad arricchire l’esposizione sono due video: “Ritratto filmato, Willy Ronis”, realizzato nel 2009-2010 da Philippe Lecrosnier e Peter Burchett (durata 15’); e “Willy Ronis. Fotografie 1934-1998” realizzato in occasione dell’esposizione ai Tre Oci da Marco Zamata (2018, durata 10’).
Silvana LAZZARINO Venezia gennaio 2019
WILLY RONIS
FOTOGRAFIE 1934-1998
VENEZIA/TRE OCI. Fondamenta delle Zitelle, 43, Giudecca, Venezia. Orari Tutti i giorni 10-19; chiuso martedì. Fino al 6 gennaio 2019. Informazioni: tel. +39 041 24 12 332; info@treoci.org; www.treoci.org