di Marco FIORAMANTI
Daniele Conversi
CAMBIAMENTI CLIMATICI. Antropocene e politica
Mondadori Università 2022
pp. 176. €13,00
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The REBEARTH, la Rinascita della Terra
“Per rischio antropogenico s’intende il rischio derivante da attività umane potenzialmente pericolose per la vita umana e l’ambiente. In questa ampia definizione rientra il così detto ‘rischio industriale’, cioè il rischio derivante da attività svolte all’interno di stabilimenti industriali”. (ISPRA – Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
La prima conferma legata al cambiamento climatico viene infatti descritta dall’autore come epocale e antropogenico. Il volume, corredato da una ricchissima, esaustiva bibliografia, si basa su tre presupposti fondamentali: 1) nonostante la parziale irreversibilità del fenomeno a danno dell’estinzione della specie è ancora possibile limitare l’attività distruttiva fino ad arrestarla; 2) la recente interdisciplinarietà tra scienziati naturali e scienziati sociali sul tema dell’Antropocene ha esteso l’interesse generale attraverso dibattiti e incontri internazionali; 3) la questione dei nazionalismi frena qualunque tipo di accordo globale per la salvaguardia del clima.
Diviso in quattro fondamentali capitoli, i primi due: “La scienza del cambiamento climatico e l’imperativo dell’interdisciplinarietà” e “L’impatto umano globale: l’Antropocene” spiegano come
il passaggio dalla società agricola a quella industriale, dalle certezze-incertezze divinamente preordinate dell’età premoderna all’orgogliosa arroganza dell’egemonia modernista, è spesso concepito come uno spartiacque. La Rivoluzione industriale può essere ancora considerata come il più grande cambiamento sociale a partire dalla Rivoluzione agricola. Ma l’impatto delle trasformazioni in corso pone dei limiti talmente alti all’azione umana che passaggi ben più drastici in tempi molto più ristretti si profilano all’orizzonte.
Il terzo e quarto capitolo “La prigione geopolitica: Stati, nazioni e nazionalismi” e “Nazionalismo verde: è possibile ?” prendono in considerazione
i principali ostacoli alle politiche di contenimento dei consumi, non soltanto energetici, necessarie per gestire il cambiamento. [L’autore] ha identificato un ostacolo importante nella persistente pervasività del nazionalismo e della competizione inter-statale, che ha reso irrealizzabili le riforme più urgenti messe sul tavolo dei vari accordi falliti (COP, Conference of the Parties), sia prima che dopo l’Accordo di Parigi (2015).
La mutazione globale è sotto i nostri occhi e ha ormai innestato (e accelerato) un processo senza precedenti. Si tratta ora di verificare quanto i cambiamenti drastici necessari – sia a livello individuale che a livello sociale – riescano, attraverso azioni pratiche, in simultanea, a capovolgere l’incapacità e l’inefficacia delle classi politiche per riuscire a sventare la minaccia di rischi incommensurabili.
Daniele Conversi è uno dei massimi esperti mondiali di nazionalismo, specialista della Spagna e membro del comitato editoriale di oltre dieci. Riviste internazionali, incluse tutte le maggiori riviste del settore. Ha scritto oltre un centinaio di articoli, capitoli e diversi libri, in particolare The Basques, the Catalans and Spain; e Ethnonationalism in the contemporary world. Ha insegnato alla London School of Economics (LSE), Cornell University, Syracuse University, Central European University Budapest, e Università La Sapienza, Roma (visiting).
Da pochi anni ha inaugurato una linea di ricerca su nazionalismo e cambiamento climatico, in cui collega le difficoltà ad affrontare l’emergenza planetaria con la persistenza del nazionalismo a livello istituzionale e individuale. Questo è il primo libro che sintetizza la nuova tendenza della ricerca internazionale da lui inaugurata.
Attualmente è Professore ricercatore all’Università del Paese Basco (EHU) e presso la Ikerbasque Foundation of Science.
Marco FIORAMANTI Roma 27 Luglio 2025
