Antonio Amoia e l’alchimia del segno tra analisi e sintesi: i “segni fitti e armoniosi che danzano”

di Silvana LAZZARINO

Amoia è tra i più interessanti artisti internazionali in particolare per le opere di grafica cui sono stati assegnati importanti premi e riconoscimenti

A restituire attraverso l’espressione del segno delicato e raffinato, incisivo e avvolgente nuovo spessore emozionale a rappresentazioni legate a contesti dove sono protagonisti vedute architettoniche, paesaggi, nature morte, è l’artista Antonio Amoia, nato a Giovinazzo (BA) ma attivo in provincia di Milano dove vive e lavora. Affermatosi a livello internazionale anche con la partecipazione a numerosi concorsi e a rassegne non solo in Italia, ma anche all’estero compresi gli Stati Uniti, Antonio Amoia colpisce per la capacità di unire particolare e universale grazie al peculiare tratto grafico con cui definisce ogni dettaglio valorizzato dalla luce per restituire una visione d’insieme che rende quel luogo, architettura o scorcio come sospeso in un tempo eterno.

A. Amoia, Torre Tuono

Dopo il diploma in decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bari nel 1991 dove approfondisce i suoi studi di grafica Antonio Amoia si trasferisce a Macerata per conseguire la laurea triennale in Beni Culturali con indirizzo archeologico che gli offre l’occasione di lavorare nel settore per diversi anni, fino a quando nel 2004 decide di recarsi a Milano dove l’anno seguente si classifica al primo posto per la grafica alla XXXII° edizione del Concorso Internazionale di Pittura e Grafica “Epifania 2005” presso la galleria Eustachi.

Sempre nel 2004 partecipa al 12° Festival Internazionale dell’Arte Contemporanea di Sanremo classificandosi al secondo posto nella sezione “grafica”.

A. Amoia, Mareggiata
A. Amoia, Quota

I suoi lavori ad inchiostro, ad acrilico, compreso anche l’uso di colori a cera, accolgono i ritmi di segni fitti e armoniosi che danzano con la luce del pensiero ad esplorare luoghi della natura, degli ambienti architettonici con cui catturare quegli attimi di sospensione del pensiero per recuperare stati d’animo della storia e del vivere dell’uomo capace di ritrovare un nuovo ascolto di sé e di quanto a lui intorno.

Un ascolto autentico proprio a partire dall’osservazione di questi contesti naturali per andare oltre l‘apparenza e  oltre quanto legato all’ordinaria materialità che caratterizza questo tempo in cui l’individuo è sempre più solo, chiuso in una gabbia di egoismo che lo fa procedere distratto e assente. E’ verso uno sguardo volto all’immaginazione che invita la presenza del colore nel suo manifestarsi tra gli accordi di toni grigi e come scrive Raffaele De Salvatore:

E’ molto interessante il segno nell’uso dell’inchiostro, la mescolanza con altre tonalità e la colorazione suggestiva che Antonio Amoia riesce a dare ai suo lavori. Questo fa sì che il fruitore resti coinvolto, libero di emozionarsi e di sognare.”
A. Amoia, Arco

Nell’armonia tra il lato logico/prevedibile e quello imprevisto/onirico dell‘opera di Antonio Amoia restituiti dalla precisione e ripetizione del segno grafico e da quegli aspetti cromatici che invitano alla dimensione immaginaria, si intravede l’alba di un nuovo giorno dove l’individuo ha la possibilità di rimettersi in gioco riscoprendo la luce del proprio pensiero con cui essere nell’autenticità tra memoria e tempo presente e ritrovare quel sottile equilibrio di chiusure e aperture su cui poggiano i pensieri e le azioni di ogni giorno.

E’ stando in quella centratura in cui si armonizzano il giorno con la notte, il visibile con l’invisibile che diventa possibile apprezzare la bellezza del senso della vita, proprio partendo dai luoghi visti, sognati con cui la natura si lascia scoprire rafforzando quel desiderio di riconciliazione cui ambisce l’uomo nel trovare quel legame autentico con la stessa natura come era in origine.

Riguardo la cura nei dettagli, lo stile raffinato e quel delicato lirismo, il critico Salvatore Perdicaro a proposito dell’opera Dolmen sottolinea come in sessa siano

“evidenti i segni di perfezione stilistica sia per quanto attiene alla composizione, sia per la cura dei dettagli e l’intonazione di luci ed ombre. Opera notevole, questa di Amoia, che svela la paziente tessitura del tratteggio, con ricercati contrasti e graduali passaggi di tono, onde ricreare figurativamente una realtà e far rivivere un arcaico passato in tutto il suo fascino.”.
A. Amoia, Dolmen
A. Amoia, Dal Ticino

Diverse sono le esposizioni con cui Antonio Amoia ha potuto far conoscere e apprezzare ancor più la sua arte, tra queste: la collettiva “L’arte del segno” a Giovinazzo (BA) a cura della “AM Art Gallery” nel 2003, la 26° edizione dell’International Artexpo di New York (USA) nel 2004, il Salon d’Art Mediterranee 2004 presso Mandelieu-Cannes (Francia) e la collettiva del Gruppo Culturale “Cesare Frigerio” presso il centro “U. Foscolo” a Corsico (MI) nel 2010 e nel 2013. E ancora la collettiva d’arte “Sanremo Artt Gallery”, teatro Ariston a Sanremo (IM) nel 2014 e la mostra personale “Opere Scelte” presso la galleria Capricorno a Vigevano nel 2018 la cui locandina è stata pubblicata sulla rivista ‘Arte’ della Mondadori. Ha inoltre preso parte nel 2017 al Gran Galà delle Arti presso l’Auditorium del quartiere Olmi a Milano, organizzato dall’Associazione Arte Ba-Rocco, dove erano messe a confronto squadre di artisti per un’esibizione nel campo delle arti figurative, letterarie e musicali. Sempre nel 2017 partecipa alla collettiva di grafica organizzata dal gruppo ‘Cesare Frigerio’ presso la Sala La Pianta a Corsico.

A. Amoia, Ararauna

Tra i premi e riconoscimenti, accanto ai quelli nominati all’inizio, citiamo il premio speciale per la grafica alla X° trofeo Ba-Rocco a cura dell’Associazione Culturale “Arte Ba-rocco” a Milano del 2011j, la medaglia d’oro nel 2009 e 2012 rispettivamente al XIX° e XXII° concorso di Grafica del Gruppo Culturale “Cesare Frigerio” presso la sala “La Pianta” a Corsico (MI) e il primo premio per la Grafica al Premio Natiolum 2016 a cura della “AM Art Gallery” a Giovinazzo (BA) nel 2017.

E’ anche arrivato semifinalista nell’edizione 2019 del Premio Arte Mondadori con l’opera “Verso l’eremo” nella sezione ‘Grafica’. Recensioni a lui dedicate sono uscite sul numero 54 del Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori, sul catalogo “L’Elite – Selezione Arte Italiana” nel 2004, 2006, 2016 e 2017, sulla rivista “Boè – Periodico del Centro Diffusione Arte di Palermo” e sul “Dizionario Enciclopedico Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea 2004/2005 – Alba editrice”.

Diversi i critici che hanno scritto sulla sua arte: accanto a Salvatore Perdicaro, Alfredo Pasolino, Maria Rosaria Belgiovine e Raffaele De Salvatore, sono Anna Francesca Biondolillo, Liliana Nobile e Vito Cracas.

Foto, courtesy Antonio Amoia

Silvana LAZZARINO  Roma 11 dicembre 2021

sissilazza@virgilio.it

Antonio Amoia

 Artista internazionale

Il sito: www.antonioamoia.it