Alla conquista del cielo; l’Architettura, il tempo delle conquiste e delle vanità

di Franco LUCCICHENTI

di Franco LUCCICHENTI

L’Architettura e il cielo

Nessuno può negare che osservando una torre, un campanile, un grattacielo non venga voglia di salire in cima.

Le stesse piramidi del Cairo, i manufatti più alti del mondo antico, sono state sempre scalate da turisti coraggiosi per arrivare al punto più elevato. Lo stesso impulso spinge escursionisti e alpinisti a raggiungere la sommità delle montagne.Le torri sono servite per secoli come difesa-rifugio in caso di presenze ostili. Un campanile segnala, anche a distanza, l’edificio sacro da raggiungere per confortare l’anima e le campane collocate in alto possono diffondere meglio e più lontano la loro magica vibrazione.

Difesa, conforto spirituale, più lontani orizzonti da osservare e forse trascendere lo “stare con i piedi per TERRA”  giustificano l’onere di cosruire più  alto senza contare le implicazioni teolologiche della leggendaria “Torre di Babele”.

Dal XX secolo la tecnologia e la volontà dell’uomo hanno permesso di costruire edifici sempre piu’ alti e i grattacieli hanno invaso il mondo.  Moltiplicare i piani  in  altezza per accedere a stati esistenziali superiori permette inoltre a chi abita le parti sommitali dell’edificio di illudersi che, poter guardare il mondo dall’alto, equivale ad avere una posizione dominante.

L’involucro in alcuni casi meraviglioso non è abitato da dei sconosciuti, ma da uomini facoltosi.  Le costruzioni alte a Manhattan, Dubai, Shanghai e in tanti altri luoghi sono strutturate  per  sfiorare il cielo metafora dell’infinito  o sostanziare vanità e benessere? Questo è il punto.

Il costo è esponenziale all’altezza. Una modalità diversa dalla pura speculazione finanziariamodella le forme e i contenuti di questo modo di costruire.  Alcuni grattacieli trasmettono  anche nella normalità della destinazione (appartamenti, alberghi )  una  impressionante suggestione di forza e bellezza.  La verità è che sono uno straordinario monumento alla TECNICA e alla sua scientifica capacità di fascinazione.  La tecnica può comunicare bellezza e forza come le piramidi dell’antichità, la differenza è che non custodisce più qualche segreto dello spirito ma, in questo caso,  la vanità del mondo.

Franco LUCCICHENTI    Roma , gennaio 2019