di Marco FIORAMANTI
Roma, Teatro Marconi.
Luigi Pirandello â Sei personaggi in cerca dâautore
Regia di Claudio Boccaccini
à passato piÚ di un secolo da quel 9 maggio 1921 quando andò in scena la prima rappresentazione dei Sei personaggi al Teatro Valle di Roma.
Non fu un trionfo, anzi. Il pubblicò protestò vistosamente lanciando insulti al commediografo âgirgentinoâ e agli attori, ma quellâatto rivoluzionario incompreso ebbe il suo riconoscimento ufficiale pochi mesi dopo al teatro Manzoni di Milano.
Opera pirandelliana per eccellenza, è andata in scena sabato 10 ottobre al romano teatro Marconi in un unico appuntamento.

Tratta del dramma, perpetrato da un autore perfidamente assente, in cui sei âpersonaggiâ rifiutati decidono il recupero del loro ruolo iconico, immortale e irrompono nella scena durante le prove di uno spettacolo teatrale (il secondo atto de Il gioco delle parti, ndr). Raffinata e fedele regia quella di Claudio Boccaccini il quale, nei panni del Capocomico, decide che i suoi attori debbano improvvisamente rappresentare una tragedia di cui lui, in diretta, ne sta subendo il fascino.

Diversamente, i suoi attori si trovano impossibilitati a entrare nella parte, manca loro la componente viscerale, lâangoscia di âcolor che son sospesiâ. Ă dunque il âgruppo di famigliaâ a irrompere nel pieno di una prova teatrale e a voler condurre sulla scena la loro tragica ossessione. Fantasmi usciti dalla libera fantasia dellâautore, li vediamo passeggiare dietro la quinta di fondo, trasparente di luce azzurrina, in cerca di unâesistenza reale.
Lo stesso Pirandello, nella prefazione allâopera, si offre di dare unâidentitĂ psicologica ai protagonisti. Scrive lâautore:
“Due soprattutto, fra quei sei personaggi il Padre e la Figliastra, parlano di questa atroce inderogabile fissitĂ della loro forma, nella quale lâuno e lâaltra vedono espresse per sempre, immutabilmente la loro essenzialitĂ , che per lâuno significa castigo e per lâaltra vendetta, e la difendono contro le smorfie fittizie e la incosciente volubilitĂ degli attori e cercano dâimporla al volgare Capocomico che vorrebbe alterarla e accomodarla alle cosĂŹ dette esigenze del teatro”.

Mentre il Padre, magistralmente interpretato da Felice Della Corte, vive la disperazione del rimpianto e la Figliastra, una frizzante, raffinata Marina Benetti, perfetta nel ruolo, soffre la lacerazione di unâesperienza scioccante â entrambi sentono dentro lâautentica necessitĂ di âessere personaggiâ â la Madre (lâattrice Silvia Brogi, convincente nello struggimento del suo dolore) vittima designata, fa nucleo a sĂŠ con i due figlioletti, silenziose, buie, assenze-presenze. Completa il gruppo Gioele Rotini che interpreta grintosamente il Figlio, quello che invece nega il dramma che lo fa personaggio.

Câè un personaggio, quello della Madre â continua Pirandello â a cui invece non importa affatto aver vita, considerato lâaver vita come fine a se stesso. Non ha il minimo dubbio, lei, di non esser giĂ viva; nĂŠ le è mai passato per la mente di domandarsi come e perchĂŠ, in che modo, lo sia. Non ha, insomma, coscienza dâessere personaggio: in quanto non è mai, neanche per un momento, distaccata dalla sua âparteâ. Non sa dâavere una âparteâ.
Completano il cast Marco Lupi, Titti Cerrone, Marco Pratesi, Andrea Meloni, Jessica Agnoli, Fabio Orlandi, Fabio Crisafulli e Asia Maria Iannilli.

Attori âabitudinariâ durante una prova di commedia, si trovano ad essere, in un capovolgimento di ruoli, contraltari ignari di una drammaturgia in divenire, semplici comparse, immobili forzati della scena. CosĂŹ è, se vi pare.
Marco FIORAMANTIÂ Roma 12 Ottobre 2024
