Al Quirinale prosegue fino al 14 luglio la mostra “L’Arte di salvare l’Arte” sui recuperi di opere del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

redazione

L’Arte di salvare l’Arte. Frammenti di storia d’Italia

Sostegno di mensa (trapezophoros), Ascoli Satriano, Museo Civico Archeologico

È tempo di bilanci per una delle più nobili istituzioni dello Stato: mezzo secolo di intensa attività investigativa e di raffinata diplomazia culturale hanno permesso al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di salvare e di restituire al patrimonio storico artistico del nostro Paese quasi due milioni di opere d’arte di tutti i tempi, tra reperti archeologici illecitamente trafugati dal territorio nazionale, dipinti, mobilio, vasellame, arredi liturgici strappati fraudolentemente da musei, luoghi pubblici, chiese e abitazioni. Un inestimabile patrimonio culturale vilipeso da ladri ignoranti e da collezionisti senza scrupoli, sradicato dai legittimi luoghi di provenienza per essere venduto sul mercato antiquario internazionale. Oltre al numero così rilevante di opere d’arte salvate sorprende il trovare in questo elenco molti dei nomi più illustri degli artisti di tutti i tempi: Euphronios, Piero della Francesca, Andrea Mantegna, Raffaello, Van Gogh, Cezanne solo per citarne alcuni.

Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino, Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, Modena, chiesa di San Vincenzo.

La mostra L’Arte di salvare l’Arte. Frammenti di storia d’Italia (a cura di Francesco Buranelli), visitabile fino al 14 luglio presso il Quirinale, si pone l’obiettivo di presentare i più rilevanti risultati conseguiti in questi anni dall’azione investigativa dei Carabinieri al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di una vera e propria emergenza nazionale: la tutela del patrimonio nazionale così come sancita dalla Costituzione. Già dal suggestivo titolo si è voluta elevare l’attività investigativa svolta dai Carabinieri a vera “arte”, in quanto ha raggiunto alti livelli di raffinatezza di indagine da richiedere spiccate doti di creatività, inventiva e coraggio, che sommate a competenze multidisciplinari hanno delineato una nuova fisionomia del Carabiniere e dei Caschi Blu della Cultura.

Una selezione di un centinaio di opere, permette al pubblico di rivivere storie di recuperi – alcuni avventurosi, altri frutto di un lungo e paziente lavoro investigativo – di opere disperse in ogni angolo del mondo, dalla Giamaica all’Ucraina, dall’America al lontano Oriente. Tutte sono state riportate in Italia, recuperate alla comunità e alla ricerca scientifica, ricontestualizzate nel territorio o nel tessuto connettivo che le ha generate, restituendo loro la dignità culturale più vera e profonda di ogni opera d’arte, quella del contesto di appartenenza. Poiché, se è vero che ogni opera d’arte appartiene all’umanità intera, è tanto più vero che essa acquisisce valore di civiltà solo dalla conoscenza e dalla relazione profonda con i luoghi che l’hanno prodotta, con la cultura che l’ha generata, con il paesaggio che l’ha suggerita.

Nella prima sezione della mostra, Tra storia dell’Arma e storia dell’arte, è presentata una selezione delle più significative opere, divenute oramai simbolo dell’attività di salvaguardia del Comando dei Carabinieri: dal dittico dell’Annunciazione (prima opera recuperata, nel 1970) alla Triade Capitolina, al vasellame ellenistico in argento proveniente da Morgantina felicemente rientrato di recente dagli USA ed esposto per la prima volta a Roma.

Triade Capitolina, Guidonia Montecelio, Museo Archeologico Rodolfo Lanciani.

È tuttavia nella sezione Frammenti di storia d’Italia che vengono presentati diversi esempi di ricontestualizzazioni di opere recuperate attraverso altrettante operazioni eseguite dai Carabinieri nella tutela del territorio, nel recupero delle opere trafugate dai musei e nell’azione dei Caschi Blu della Cultura in occasione delle emergenze sismiche.

Tre sale costituiscono il fulcro espositivo. Esse sono dedicate, rispettivamente: all’opera artistica di Euphronios, uno dei più celebrati pittori greci di V sec. a.C.; alla devozione privata nelle grandi corti rinascimentali con le mirabili Madonne con Bambino dipinte da Piero della Francesca, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Antoniazzo Romano; a capolavori, che vanno dal Tiepolo all’anonimo artista locale, salvati nell’emergenza sismica di questi ultimi anni.

La sala della mostra dedicata ai “Grandi assenti”.

La mostra presenta anche gli ultimi recuperi (i dipinti del Museo di Castelvecchio e il Guercino di Modena) e una panoramica sulle infinite e mai dimenticate ricerche sui “Grandi assenti”, vale a dire i capolavori rubati e ancora non restituiti alla comunità. Tra questi, il Bambinello dell’Ara Coeli di Roma, la Natività di Caravaggio dell’oratorio di San Lorenzo a Palermo, la Madonna dell’Orto di Bellini a Venezia. Il tema è approfondito nell’ultima sala dove, assieme ai fac-simile delle schede inventariali dei dipinti ricercati, è possibile consultare la banca dati “Leonardo” a essi dedicata.

La mostra è visitabile su prenotazione ed è a ingresso gratuito. Info su www.quirinale.it