di Marco FIORAMANTI
Museo di Roma in Trastevere
FRIGIDAIRE – Storia e immagini della più rivoluzionaria rivista d’arte del mondo
19 marzo – 7 settembre 2025
(da martedì a domenica ore 10-20)
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Il Museo di Roma in Trastevere ospita una straordinaria mostra/evento – promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e organizzata da Frigolandia, curata da Vincenzo Sparagna. Servizi Museali di Zètema Progetto Cultura – con le immagini più spettacolari e le tante celebri figure apparse sulle pagine di Frigidaire dal 1980. […] La mostra, nell’intento di raccontare a un target vasto e trasversale la storia di Frigidaire, comprende oltre 300 opere: numeri iconici, copertine, tavole originali, grafiche, fotografie.
Quando il Direttore di Frigidaire si confronta con Marco Fioramanti
Nell’intervista che segue, Vincenzo Sparagna risponde a sette domande chiave, raccontando il suo percorso dalle origini, quello artistico, redazionale e non solo. Un’intervista a tutto tondo che racchiude in sé l’interessante conferenza stampa di Sparagna presso il Museo di Roma in Trastevere dello scorso 19 marzo.
SATIRA? FACCIAMOCI DEL “MALE”!
Intervista a Vincenzo Sparagna (da FLORILEGIO, Edizioni Conoscenza 2022)
Luglio 2019. Grande festa a Frigolandia, paradiso creativo nel cuore dell’Umbria. Repubblica della fantasia, Accademia delle invenzioni, Ashram socratico, Città Immaginaria dell’Arte Maivista, Parco della pace e della poesia, Monastero eurotibetano.
Vincenzo, sei nato a Napoli dopo la guerra. Figlio d’arte, tuo padre Cristoforo, è stato pittore, scrittore e poeta. L’infanzia nel quartiere di Bagnoli…
Sono nato a Bagnoli, il quartiere più a nord di Napoli, il 28 luglio 1946. Mio padre era Cristoforo Sparagna, un pittore di grande qualità e profondità, estraneo a qualunque scuola o accademia, cresciuto nel confronto con la grande pittura classica, specie quella del Seicento napoletano, che si è andata evolvendo nel tempo fino a una nuova stagione importante a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il suo era un naturalismo lirico, vibrante di colori e impasti. Su di lui sto per pubblicare un libro che ne ripercorre l’esistenza avventurosa di pittore, poeta e scrittore. Per vivere faceva l’insegnante e la nostra era una famiglia piuttosto modesta, sempre al confine con la povertà, ma piena di spiritualità.
Io sono stato il secondo di tre figli, ho un fratello di tre anni maggiore e una sorella di cinque più piccola. Naturalmente ho cominciato a disegnare e leggere sin da piccolo e dunque è stata molto importante l’influenza di mio padre, anche se in realtà la mia formazione vera e propria è avvenuta nell’adolescenza su una linea grafica e scelte stilistiche completamente diverse dalle sue. Per semplificare potrei citare tra i suoi maestri Masaccio, Tiziano, Caravaggio, Ribera, Salvator Rosa e Mancini, i miei invece sono statu Bruegel, Goya, Pollock, Chagall, Ben Shan, Picasso e così via. Nell’adolescenza napoletana ho fatto teatro, fondando con Pietro Doriano l’associazione Amici del Teatro Nuovo, che si ispirava a Jarry e Artaud e mise in scena nel 1965 in prima nazionale “L’improvviso dell’alma, ovvero il camaleonte del pastore” di Eugène Ionesco. Di Ionesco conservo anche una bella dedica “Pour Sparagna, à son humour un peu mechant, mais lucide”. La mia prima mostra personale di disegni è del 1966 nella Sala dei Baroni del castello Maschio Angioino di Napoli. Sono andato a vivere da solo e lavorare (come commesso in libreria) a 19 anni e anche durante gli anni universitari (avevo guadagnato per merito alla licenza liceale l’iscrizione gratuita e il presalario) ho sempre lavorato per mantenermi facendo traduzioni, lezioni private o vendendo i miei disegni.
L’attività politica, la militanza al Manifesto e l’approdo al Male nel 1978 e i famosi veri “falsi”…
La mia militanza politica rivoluzionaria comincia a Napoli a quattordici anni. Sono sempre stato in radicale dissenso (beninteso di sinistra) con il Partito Comunista e l’ideologia stalinista. A Napoli ho partecipato alla fondazione della Sinistra Universitaria e guidato le prime occupazioni dal 1966 al 1968. Nel febbraio 1969 mi sono trasferito a Roma e ho continuato la mia attività politica, artistica e di studio nella capitale. Non starò a dirne tutte le tappe.
Comunque negli anni Settanta ho viaggiato molto cercando per così dire la “rivoluzione”. Sono stato nel Cile e sono fuggito alla vigilia del golpe di Pinochet, in Argentina, a Cuba, in Messico, Guatemala, Brasile, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Stati Uniti ecc. Dal 1973 ho scritto gratuitamente per il manifesto e pubblicato anche tre libri sul Cile, L’Argentina e il movimento operaio: “Dopo l’Ottobre”. Nel 1978 ho conosciuto Pino Zac e sono entrato nella redazione del Male n.3, quando era ancora un confuso e pasticciato quindicinale. Subito dopo il mio arrivo se ne andarono definitivamente, oltre allo stesso Pino Zac – che tornò in Francia per problemi suoi – anche alcuni che con noi non c’entravano nulla, tra cui il “famigerato” Vauro…
Nel Male mi firmavo Tersite e facevo parte del comitato di direzione insieme a Vincino e Piero Losardo. Al Male abbiamo creato e diffuso una serie di falsi giornali da La Repubblica al Corriere della Sera, da L’Unità a La Stampa ecc. Li ho definiti “giornali falsi, ma non bugiardi” poiché – nel gioco delle interferenze con i veri giornali – contribuivano a capire meglio la realtà, a dire quello che non si poteva dire. Ho anche realizzato con Il Male – ma praticamente da solo – due “falsi speciali” per combattere i regimi dell’Est europeo. Nel giugno 1979 Trybuna Ludu, organo del partito e del governo polacco, che sono andato a diffondere clandestinamente in Polonia durante la prima visita di Woytila. Annunciavamo la fine del regime comunista un anno prima di Solidarnosc e la incoronazione di Woytila come re di Polonia. Nel 1980 ho preparato insieme alla dissidenza russa una falsa Pravda diffusa clandestinamente durante le Olimpiadi di Mosca. Il titolo dice tutto. “La Russia ha sconfitto i demoni. No Unione, no Socialiste, no sovietiche, solo repubbliche”, era la descrizione dello scioglimento dell’URSS che sarebbe avvenuta solo dieci anni dopo. Queste due esperienze mi sono state preziose poi nel 1983 quando, con Frigidaire, ho preparato e diffuso in Afghanistan (insieme al mio amico e collaboratore lituano Savik Shuster, nel pieno della guerra di resistenza contro l’invasione sovietica), un falso di Stella Rossa, quotidiano dell’Armata Rossa. Il titolo era “Basta con la guerra! Tutti a casa!” e descriveva con ancora maggiore precisione la prossima caduta del regime sovietico.
Le tue date si scandiscono attraverso le riviste. Nel 1978-1979, editore – con Il Male – della rivista “Cannibale”, diretta da Stefano Tamburini con Scozzari, Pazienza, Mattioli e Liberatore. Poi nell’ottobre 1980 fondi Frigidaire e ne assumi la direzione fin dal primo numero. Qual è l’impostazione e l’innovazione editoriale di Frigidaire?
La società de Il Male (un gruppo di autori associati) editava oltre al settimanale omonimo anche il mensile Cannibale, che però fummo costretti a chiudere nel giugno 1979 per ragioni economiche (perdeva troppi soldi e vendeva pochissimo). Da allora per un anno ho progettato, in particolare con Stefano Tamburini e Filippo Scozzari, ma anche con Andrea Pazienza, Massimo Mattioli e Tanino Liberatore il mensile Frigidaire che è uscito in edicola nell’ottobre 1980 innovando profondamente la grafica e il racconto del nostro tempo.
La più grande novità è stato affrontare il presente liberandoci di qualunque ideologia e unendo cronaca&fiction, immagine&scrittura, satira&tragedia, fumetto&filosofia. Naturalmente su Frigidaire ho raccolto negli anni decine, centinaia, migliaia di collaboratori e collaboratrici. Oggi siamo alla quarta o quinta generazione di autori. Moltissimi dei nostri attuali protagonisti non erano nemmeno nati quando andammo in edicola la prima volta.
1985/ Tu e Andrea Pazienza fondate la rivista “Frizzer”, nasce il movimento del Maivismo, “l’estetica frigidairiana in chiave ironica e beffarda”…
Il Maivismo nasce intorno ai miei disegni che, pur essendo direttore di Frigidaire, non avevo mai pubblicato sulla rivista. Andrea Pazienza li apprezzava molto e, visto che Frizzer era una rivista fondata da noi due, volle pubblicarli. Intorno creammo questa definizione certamente beffarda, ma anche seria. Era arte, ma non veniva vista, quindi era arte “maivista”. Tutto avveniva commentando immagini, ovvero disegni miei con piccoli, ma decisivi interventi di Paz. Poi il concetto di arte maivista l’abbiamo esteso a tutte le nostre produzioni e autori, perché sapevamo di fare arte, ma il mondo ufficiale non se ne accorgeva, prigioniero di una visione elitaria e chiusa. Infine credo che ogni grande arte è sempre “maivista”, poiché rivela nuovi aspetti di sé anche dopo secoli, è il fascino e. l’eterno mistero dell’estetica o se si preferisce del bello.
1990/ Inventi i “Lunedì di repubblica”, il primo giornale vero/falso. Raccontami qualche aneddoto…
La Repubblica non usciva di lunedì e Berlusconi se la stava per comprare. Ma Scalfari e Caracciolo resistevano. Così pensammo di attaccare tutti e due i fronti e mandammo in edicola centomila copie del Lunedì di Repubblica, non più un falso, un giornale falsovero di 32 pagine con rubriche, articoli, pezzi veri e pezzi falsi, grafiche, cultura, ecc. Accanto alla testata aveva due marchietti “Berlusconi? No, grazie” e “De Benedetti? No, grazie”. La Repubblica ci querelò, ma perse la causa. Resistemmo per 24 gloriosissimi numeri, poi il distributore, sotto le pressioni potenti della Repubblica ci fece chiudere rifiutando di distribuirci ancora. Allora andai a trovare il buon Carlo Caracciolo che aveva sempre simpatizzato con noi e gli chiesi in prestito 50 milioni per far fronte a quella chiusura forzata che lasciava Frigidaire scoperto da molti lati. Lui ci pensò un paio di giorni, poi mi propose di comprare la testata. Gliela vendetti per 50 milioni + Iva e loro cominciarono a uscire anche di lunedì. Quando vedete dunque il lunedì di Repubblica in edicola ricordatevi che è un giornale vero nato da un falso, ma dice il falso, poiché c’è scritto “fondato da Eugenio Scalfari”, invece l’ho fondato io (che sul nostro Lunedì firmavo a volte gli editoriali come Tragedio Scalfari). Aneddoti ne avrei ancora a pacchi, ma te li risparmio.
2005/ Hai trasferito baracca e burattini a Giano dell’Umbria (tra Spoleto e Foligno) e creato la Repubblica di Frigolandia. Con quale spirito hai fatto nascere questo museo-laboratorio?
Frigolandia è la terra di Frigidaire, prima Repubblica Marinara di Montagna e città immaginaria dell’Arte Maivista. Lo spazio, edifici e due ettari di bosco recintato, è stato affittato in concessione dal Comune di Giano dell’Umbria sulla base di un bando pubblico andato molte volte deserto. La concessione scadrà nel 20245. Qui abbiamo allestito il Museo dell’Arte Maivista (MAM), c’è la redazione di Frigidaire e de Il Nuovo Male (che editiamo dal 2011), ci sono stanze per i nostri cittadini quando vengono e spazi per leggere, studiare, divertirsi e passeggiare nei boschi al fresco d’estate o guadando lo spettacolo della neve d’inverno. L’idea di fondo, che ho sviluppato insieme a molti altri, ma soprattutto grazie al lavoro straordinario e al genio grafico, artistico e organizzativo di Maila Navarra, è che ci vuole, per noi artisti, rivoluzionari e nomadi della conoscenza, un luogo non solo virtuale per incontrarsi e creare, avere idee, fare progetti, raccontarsi storie… e questo luogo deve essere universale, ma anche separato dalla cinetica ossessiva delle metropoli. D’altra parte Frigolandia non è affatto una riduzione bucolica del nostro agire o del nostro orizzonte, siamo qui per continuare ad essere nel mondo, a New York come a Roma, a Parigi come a Pechino. Frigidaire è sempre stata una rivista cosmopolita e Frigolandia è una repubblica senza frontiere, idealmente estesa a tutti gli abitanti del pianeta.
Quando è prevista l’uscita del prossimo numero di Frigidaire e con quali contenuti? (quest’intervista risale all’estate 2019, ndr)
Da un paio d’anni, vista la chiusura di un numero crescente di edicole e le relative difficoltà di distribuzione, Frigidaire e Il Nuovo Male vengono spediti solo agli abbonati e a chi ce li chiede. Ogni volta i contenuti cambiano, non si finisce mai di raccontare le infinite e stupefacenti, a volte tremende, altre positive, trasformazioni del mondo. Usiamo sempre ogni tipo di linguaggio, disegno, colore, scrittura, fotografia. E siamo anche sempre disponibili a creare connessioni con altri soggetti, organizzare mostre e incontri ovunque, valorizzare i mille piccoli Frigidaire che sono sbocciati con mille altri nomi in giro per l’Italia e in altri Paesi. Perché i semi lasciati nella terra fertile germogliano e la mente umana è una terra straordinariamente fertile… quando non viene inaridita dal razzismo, dallo sciovinismo, dal consumismo e altre ideologie perverse e mortifere. Su tutto quello che facciamo ci si può informare visitando il nostro sito www.frigolandia.eu o le nostre pagine facebook e twitter. Ma la cosa migliore è venire a trovarci.
(da Marco Fioramanti, FLORILEGIO, Edizioni Conoscenza 2022)