A Eugenia Serafini il Premio Internazionale Spoleto Art Festival 2025 per la Scultura.

di Silvana LAZZARINO

L’artista verrà premiata da Luca Filipponi, Presidente dello Spoleto Art Fest, il prossimo 5 luglio presso la Rocca Albornoz, Portico La Portella

Entro un contesto immaginale dove le rappresentazioni di aspetti legati alla realtà acquistano nuovo spessore restituendo la possibilità di un  rinnovato ascolto di sé e di quanto intorno a partire dal recupero di quell’originario legame tra l’uomo e la natura, conduce l’arte di Eugenia Serafini artista multimediale, di fama internazionale, poetessa di successo con numerose mostre in Italia e all’estero e prestigiosi  riconoscimenti e premi ricevuti durante la sua luminosa e autorevole carriera.

Oltre ad essere una pittrice di grande spessore comunicativo, è installazionista, performer, giornalista, nonché direttore responsabile della rivista semestrale dell’Artecom-Onlus (Accademia in Europa di Studi Superiori) il “FOLIVM”.  La sua opera in cui rivivono tematiche che vanno dalla natura all’ecologia fino al sociale, mette in luce non solo il bisogno dell’individuo di ritrovare un autentico ascolto di sé per aprirsi a nuove possibilità, ma anche la necessità di recuperare quell’originario legame con la natura fatto di equilibrio e rispetto. Inoltre, valori come onestà e libertà individuale, essenziali per vivere in armonia, e quella capacità di sognare che permette di distaccarsi da certe rigidità limitanti, risuonano quale apertura all’altro vicino e lontano, nella certezza di recuperare quell’amore che consola e avvicina, lasciando andare atteggiamenti giudicanti.

L’artista, sarà presente al Menotti Art Festival di Spoleto per ricevere il Premio Internazionale Spoleto Art Festival 2025 per la Scultura, in particolare per le sue Sculture leggere. A consegnarle il prestigioso riconoscimento sarà il Presidente del festival il prof. Luca Filipponi il prossimo 5 luglio 2025 alle ore 18,00 presso la Rocca Albornoz, Portico La Portella. Costruita da Matteo Gattaponi tra il 1363 e il 1367 sul colle Sant’Elia per volontà di Papa Innocenzo V, la Rocca è stata anche dimora di Lucrezia Borgia quando da giovanissima fu governatrice della città, ruolo che condusse con grande intelligenza dimostrando grandi capacità culturali e diplomatiche.

Un premio conferitole, come comunicatole dalla Commissione del Premio Seminario Internazionale Artistico e Letterario Spoleto Art Festival e Comunicare l’Europa 2025 “per le importanti attività che lei ha svolto e svolge nel campo della cultura e dell’arte.”.

E. Serafini La Parigina 2004

Nel percorso artistico di Eugenia Serafini, le Sculture leggere rappresentano un elemento creativo di estrema importanza, poiché pongono in alternativa all’uso tradizionale dei materiali scultorei quali marmo e metalli, l’uso di materiali diversi e spesso riciclati. Così si dipana nei decenni la composizione di Cicli virtuosi di opere: dall’industria lastre di pvc ricevono anima e poesia con le colorate sculture del Ciclo L’Isola nel Cuore, in Mostra al Caffè del Sansi, Spoleto dal 1al 29 Giugno 2015, a cura di Luca Filipponi e Paola Biadetti, ispirate agli affreschi del palazzo di Cnosso di Creta, retaggio della Scuola Nazionale di Archeologia di Roma che la stessa Serafini ha frequentato dopo essersi laureata in lettere classiche alla Sapienza.

Dalle carte a mano create da lei stessa, manipolate e dipinte in forme originali che richiamano le farfalle in volo, prendono vita le Maripose a restituire leggerezza. Se inizialmente i lavori dedicati alla scultura si riferivano in particolare al mondo animale tanto da essere definite con il nome di Bestiaires dove dominavano farfalle, falchetti e cavallini, realizzate con lastre di metallo e decorati con materiali plastici di vari colori, successivamente le sculture hanno finito con l’assumere in questi ultimi anni sembianze umane come dimostra    la serie dei Cavalieri del Vento. A riguardo citiamo le parole di Chiara Strozzieri:

I Cavalieri del Vento sono un esempio della spregiudicata maniera dell’artista di coinvolgere il pubblico con la trasformazione di elementi riconoscibili della vita quotidiana in figure fantastiche: ecco allora che semplici ventole per comignoli danno vita a personaggi epici agghindati di volta in volta con pennacchi, elmi variopinti o altra sorta di equipaggiamento. La scelta di questi elementi in alluminio non è affatto casuale, in quanto appartengono alla memoria della Serafini e ai tetti di Tolfa (RM), suo paese d’origine, che da bambina guardava sbuffare, immaginando l’avverarsi di chissà quali magie. L’autrice è capace di evocare lo stesso ricordo in quanti indagano la sua installazione o di provocarlo in chi possiede altri luoghi della memoria e differenti oggetti a lui cari.”

Partendo dalla natura dai suoi diversi scenari, ma anche dal contesto umano e sociale, Eugenia Serafini con grande sensibilità poetica e creatività, racconta dell’uomo e del suo esistere tra passato e presente, dove si rincorrono desideri e speranze, malinconie e attese guardando ad un futuro in cui recuperare quell’armonia tra finito e infinito da sempre appartenente all’universo.

E.Serafini, Homme qui reguarde ca Femme, 2003

L’arte di Eugenia Serafini ha dato libera voce a quel codice invisibile legato alle emozioni, ma presente nell’ascolto e incontro con i luoghi più vicini e distanti della realtà naturale dalla terra al cielo tra spazi verdi e alberi, unitamente al cosmo dove abita il mistero e la bellezza della vita nella sua ciclicità che ritorna e si rinnova nel tempo. Mistero  e bellezza che inducono a interrogarsi sul senso di questa vita dove l’individuo è invitato a guardare dentro se stesso per comprendere e accogliere le proprie fragilità da cui ripartire.

E. Serafini, Poupette

Ogni scorcio, ogni veduta, ogni albero, ma anche ogni stella che illumina il cielo notturno restituisce quella sensazione che l’infinito sia ad un passo oltre la linea dell’orizzonte e si manifesti nei cambiamenti presenti nell’esistenza proprio come accade nel succedersi delle stagioni. Eugenia Serafini utilizzando i diversi linguaggi tra pittura, scultura, installazione e performance, definisce sentieri emozionali che dal visibile aprono all’invisibile grazie alle vibrazioni di colori ora decisi e intensi, ora tenui e delicati, mentre forme e linee avanzano segnando il respiro del tempo dove il passato si lega al presente portando speranza. A questi linguaggi si unisce la forza della narrazione che la Serafini esplora e ricama attraverso la parola scritta e declamata, come per il Teatro di performance di cui citiamo la raccolta “Canti di cantaStorie (Ediz, Artecom, Roma 2008). All’interno di quest’opera sono racchiusi testi di grande forza evocativa legati ad accadimenti significativi del XX secolo come “Donde estan?” dedicato alla tragedia dei Desaparecidos degli anni ’70 in America Latina o le “Migrazioni” a partire da quella italiana per giungere a quella in Australia, fino alle migrazioni contemporanee.

Riguardo l’uso della parola Eugenia Serafini è molto attenta nel mettere in luce non solo la forza evocativa intrinseca nel significato della stessa, ma anche il fatto che essa sia parte di un’immagine cui rimanda e alla quale si associa. In questo senso sempre da “Canti di cantaStorie” citiamo il “Pescatore di Sogni” un testo che, come scrive Chiara Strozzieri è

associato alla lettura di testi immaginifici. L’opera consiste in un lungo tulle bianco agganciato a un supporto mobile, all’interno del quale sono sospese le Giralune, dischi di metallo o cartone dai collages colorati e lucenti che materializza la miracolosa pesca del sogno di Galileo e metaforicamente di tutti i sogni dell’umanità. Non è solo a una vera e propria rete da pesca che si ispira Serafini, bensì anche ai tulle messi a protezione dei letti, dove lei immagina che rimangano incastrati i sogni notturni nella loro ascesa al cielo. La visione surreale che propone non lascia cadere nel nulla lo stimolo dato alla fantasia dello spettatore, perché chiede a lui di intervenire nella performance e perfino di entrare nel Pescatore di Sogni per donargli i propri.

Il Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, critico d’arte e giornalista, che da anni segue con grande amicizia e professionalità il percorso della Serafini, così commenta le sue opere:

Osservata nel suo descriversi e nella sua sostanza la pittura di Eugenia Serafini si colloca in un’area astratto-informale che ancor oggi, pur vivendo la sua naturale riflessione in un clima colto di miti e leggende, di tracce e naturalità, si manifesta come propagazione di energie materico-gestuali” e ancora “Nell’universo si lascia leggere tutto il suo lavoro artistico, ma ogni forma pittorica entra in relazione con una sensibilità che va oltre la pittura, si immerge in una concezione filosofico-naturalistica, e scava respiri del sacro, di quel divino che tutto muove, agita, converte e rifonda; perché tutto ciò non è un intervento di carattere ecologista, rivolto ad ammonire la società, ma la constatazione di fenomeni necessari alla continuità del ciclo vitale, dove lucidità, liquidità, timbricità dei toni e dei colori, accendono le superfici alla luce che trapassa. Vibra. Inchioda e mostra la Bellezza”.

In queste settimane a Bucarest, Eugenia Serafini partecipa con sue opere alla mostra “Horea Cucerzan e i suoi amici”, 10 giugno/10 luglio 2025, organizzata dal prestigioso Istituto Italiano di Cultura di Bucarest e dall’Associaţia Centrul Pentru Unesco “Horea Cucerzan”, allestita nelle sale dell’IIC, per la cura di Marina Nicolaev e Victor Dima.

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L’arte di Eugenia Serafini tra gesto, parola e corporeità

Eugenia Serafini, è portatrice di un’arte totale tra gesto, copro, parola, atto creativo, a definire una nuova sinergia di emozioni coinvolgendo più sensi, ed è in questa prospettiva che ha dato vita a opere di grande suggestione come le Performances “Canti di cAnta stOrie”, Roma 2008 e l’installazione “Nuvola” portata fuori presso l’ambiente dell’Eur sotto il Colosseo quadrato in cui si avverte un forte valore estetico ed esistenziale restituiti da una cascata di immagini realizzata su cartoni che scendono lungo la gradinata. Su queste tre “Nuvole” si possono vedere i cicli della natura, della vita a ricercare quell’armonia che la stessa natura riesce sempre a recuperare rinascendo ogni volta.

Fondendo gli apporti di diversi rami creativi: da quello visivo-digitale a quello teatrale, poetico e musicale, Eugenia Serafini, ha guardato ad una contaminazione tra le arti che le ha sempre permesso di restituire un più ampio sguardo sulle dinamiche di esplorazione dei processi emozionali. Attraverso le sue installazioni/ambientazioni performative e la ricerca sui materiali ha portato una ventata di innovazione nell’ambito dell’espressione artistica, aprendo la strada ad un nuovo modo di intendere l’opera d’arte, che vive sia delle sue immagini che delle poesie da lei scritte ed interpretate in performance. Predilige la poesia visuale e visiva; ha al suo attivo numerosi video, alcuni dei quali realizzati in collaborazione con la regista Angela Cannizzaro. E’ stata invitata a tenere stages o mostre/installazioni oltre in Italia, in diverse nazioni: U.S.A., Egitto, Francia, Romania, Macedonia, e nel 1998 ha fondato, con un gruppo di artisti internazionali e per la volontà del maestro romeno Horea Cucerzan, il Museo di Arte Contemporanea “Micu Klein” di Blaj, in Transilvania.

Numerose le sue pubblicazioni tra racconti, fiabe, saggi tra cui citiamo” Les oiseaux”, fiaba in versi, Prefazione del Prof.  Mario Verdone, (Roma 1997) e “I racconti del Laurentino 38”, prefazione del Prof. Dante Maffia, postfazione Prof. Cesare Pitto, Presidente Centro RAI Unical,(Roma 1998) tradotti, commentati e pubblicati in lingua Araba dal poeta Ahmed Sawaier sul Quotidiano Giordano “Gli Arabi Oggi”, 1998.  Di grande spessore per il portare in luce emozioni indelebili in riferimento a memorie di luoghi e persone, è il suo poemetto il “Canto dell’Effimero” le cui pagine attraverso i versi aprono a ricordi talora velati da una carezzevole nostalgia che mette in luce quella leggerezza con cui affacciarsi ad ogni nuovo giorno, vivendo ogni momento con consapevole meraviglia perché anche le più piccole cose e situazioni seppur di breve durata, sono importanti.

Diverse sue opere sono presenti in collezioni, musei e archivi di diversi paesi quali: Francia, Germania, Egitto, Lituania, Norvegia, Romania, Ucraina, Uruguay, Argentina. Tra i prestigiosi premi e riconoscimenti ricevuti durante la sua carriera vanno citati: Le Rosse Pergamene, Poesia d’amore 2018, Sezione speciale Poesia e pittura “Dall’emozione all’immagine” con una raccolta di poesie d’amore dedicate a Roma, il “Premio Artista dell’anno” al Premium International Florence Seven Stars Firenze 2016, la “Targa alla Carriera” dal Comune di Tolfa nel 2014 e il “Leone d’Argento per la Creatività nelle scuole” 2013 alla Biennale di Venezia. Senza dimenticare il Premio alla Carriera “Premium International Florence Seven Stars” Grand Prix Absolute 2017 consegnatole dal Professor Carlo Franza. Più recenti sono il Premio Le Fondazioni dell’Unione Europea, Bruxelles nel giugno 2019 “Premio “Ambasciatrice dell’Arte”, e sempre da Carlo Franza ha ricevuto il Premio “Veterana dell’Arte Internazionale” Premium International Florence Seven Stars nel 2021 e il Premio per la Grafica Libro d’Artista giugno 2022 nell’ambito del Premium International Florence Seven Stars 2022  Sono seguiti: il “Premio Internazionale di Poesia Principe Nicolò Boncompagni Ludovisi” 1 Edizione 2020-2021 e poi nel 2023 il “Premio all’eccellenza” nell’ambito del Premio letterario Internazionale “Voci città di Roma”, la Menzione Speciale della Presidente Rosanna Lupi al “XXXV Premio letterario Camaiore Francesco Bellomini” 2023. Nell’anno 2024 vanno menzionati:  il “Premio Internazionale Spoleto Art Festival per la Letteratura” per la raccolta di racconti “Il Preside che camminava sui rami di pino e I Racconti della Luna” (Roma 2019), il “ Premio Menotti Art Festival allo Spoleto Art in the City 2024 per le Arti Visive” con un’esposizione della sua mostra “Omaggio a Puccini: Madama Butterfly” e il 1° posto al Premio Internazionale d’Eccellenza “Città del Galateo– Antonio De Ferraris” per la fiaba “Storia per un cuore bambino” (Ed. Artecom-onlus, Roma 2023) nella sezione Libri di Narrativa per l’infanzia e l’adolescenza. E ancora più recenti sono il Premio internazionale d’eccellenza per la Narrativa “Divinamente Donna Verbumlandiart 2025 per il racconto “Addio Desirée. Angelo senza Ali” che le è stato consegnato a Roma lo scorso 6 marzo 2025 presso la Sala Zuccari -la grande Galleria di Palazzo Giustiniani del Senato e il Leone d’Oro per la Promozione delle Arti e della Cultura del Premio Menotti Art Festival Spoleto e Quotidiano “La Notte” 2025 ricevuto lo scorso 24 maggio allo Spoleto Meeting Art -Speciale Progetto Cultura Venezia 2025.

Silvana LAZZARINO  Roma  22 Giugno 2025

Soma, 22 giugno 2025

Spoleto Art Festival 2025

ad Eugenia Serafini

il Premio Internazionale Spoleto Art Festival 2025 per la Scultura

Rocca Albornoz, Portico La Portella.

sabato 5 luglio 2025 ore 18.00